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Fissai per l'ultima volta le pareti della mia camera, presi lo zaino poggiato sul letto e chiusi la porta dietro di me lasciando tutti i miei ricordi lì dentro.
Mi diressi in cucina, e mi avvicinai a mia nonna, l'abbracciai e le raccomandai di essere forte sempre, che papà era sempre con lei, le dissi che avrebbe potuto chiamarmi in qualsiasi momento e che sarei tornata a trovarla.
Lei mi baciò ovunque, con le lacrime che le bagnavano il viso accarezzava il mio, che non stava messo meglio.
"Abbi cura di te!", me lo disse sottovoce, in modo che Mirko non potesse sentire.
"Lo farò", le baciai le guance continuando ad abbracciarla.
Ci staccammo dopo un po', e affiancata da Mirko uscii fuori da quella casa.
Mi guardai un attimo intorno, poi sulle scale del pianerottolo, sorrisi d'impulso.
Stavo lasciando me stessa lì seduta.
Mirko mi picchiettò con un dito sulla spalla, interrompendo i miei ricordi.
"Sì sì, andiamo", gli dissi, anche se lui non mi aveva detto assolutamente nulla.
Ci sedemmo in macchina e mi guardò, mancava ancora un po' alla mia partenza e ne approfittammo per stare l'ultima volta insieme.
"Avrei tanto voluto portarti via da qua, e ora stai andando via da sola..", mi disse con le lacrime agli occhi, non lo avevo mai visto piangere.
"Mirko, quando vorrai venirmi a trovare, hai il mio numero", lo rassicurai accarezzandogli la guancia.
Lui annuì non tanto sicuro, poi mi sorrise debolmente.
Mi sentivo così male.
Lo baciai dolcemente sulle labbra, mentre gli tenevo la mano e gliela stringevo.
Mi piangeva il cuore lasciarlo.
Restammo attaccati in un abbraccio per tanto tempo, fin quando decisi poi di controllare l'orario.
Mancavano esattamente 15 minuti e il mio treno per Roma sarebbe partito, ci avviammo quindi verso la stazione e ci sedemmo a fumare una sigaretta.
Mi sorrideva e mi lasciava baci umidi sul collo, mi abbracciava, mi accarezzava i capelli, le guance, le spalle, le mani.
E ad ogni suo tocco io rabbrividivo.Arrivò il treno, tra una lacrima e l'altra mi decisi a salire e a prendere postazione vicino al finestrino per continuare a guardarlo.
Con il labiale mi diceva "ti amo", "mi mancherai", "sei tutto", e io sorridevo mandandogli dei baci volanti.
Appena mi accorsi che il treno stava per partire presi il cellulare e composi il suo numero di telefono.
Mentre lo cercava nella tasca afferrò un bigliettino, glielo avevo lasciato io di nascosto, ma prima che potesse finire di leggere e alzare di nuovo il capo per guardarmi, il treno era già partito.
Fu l'ultima volta che lo vidi: avevo l'immagine impressa di lui che guardava sul foglio mentre io mi allontanavo.
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raga mi sono emozionata, ciao.
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Calvairate
RomanceAntonella vive a Milano, ma ben presto si troverà costretta a trasferirsi a Calvairate, in un quartiere vicino, contornato da palazzi e vite difficili.