Prima della nascita

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Ciao a tutti!! Io sono Domiziana, e voglio raccontarvi una storia particolare. Se siete amanti di avventura e mistero avete scelto il libro giusto! Ora mettetevi comodi e leggete. Commentate se vi piace. Appena posso pubblicherò il secondo capitolo. Ciao😘
Ora vi mostro i primi personaggi

 Ciao😘Ora vi mostro i primi personaggi

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     Jonathan Grow

          Julia Lumh

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          Julia Lumh

            Elizabeth Grow (madre di Jonathan)

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            Elizabeth Grow (madre di Jonathan)

E la protagonista la vedrete più avanti, buona lettura a tutti (^3^)

La pioggia battente cadeva sul freddo asfalto, e un uomo un po' diverso dagli altri correva facendosi spazio tra la folla che camminava lentamente sul marciapiede. Era così felice che non aveva nemmeno l'ombrello aperto; si affrettava a tornare a casa per raggiungere la moglie che lo aspettava. L'uomo raggiunse il condominio nel quale abitava e sempre correndo si fece 9 rampe di scale finché non arrivò al 3 piano. Sua moglie era sulla soglia della porta con un sorriso radioso in volto; il marito si precipitò in casa e la abbracciò forte. Incrociarono i loro sguardi accompagnati da risatine felici.
-Come vuoi chiamarlo?- disse l'uomo ansimando per la fatica mettendo una mano sulla pancia della donna
- Cristopher se sarà un maschietto, e Angelica se sarà una femminuccia- gli rispose l'altra.
- Sono dei nomi bellissimi.- confermò il marito, poi la guardò un ultima volta, chiuse gli occhi e appoggiò la sua fronte contro quella della moglie, stringendola a se come se fosse il suo tesoro più prezioso.

Cinque mesi passarono in fretta, la pancia si cominciava a far vedere un poco  rotondeggiante e la giovane coppia aveva già finito di decorare la stanza del bambino che sarebbe venuto al mondo.

In tutto questo arco di tempo era d'obbligo, secondo i governatori della città di Arston, assumere delle pillole particolari che permettevano al feto di assumere delle vitamine che lo avrebbero "trasformato" una volta cresciuto, in un cittadino "perfetto", cioè che era intelligente in qualsiasi materia scolastica, calmo, educato, che eseguiva tutti gli ordini stabiliti e rispettava le regole. Un po' come un androide senza emozioni.

Molto spesso la madre di Jonathan, il giovane sposo, veniva a fare visita alla sua nuora per darle consigli su come occuparsi del bambino una volta nato, e le diceva anche:
-  Non eseguire per forza le regole che ti impongono quelli del governo, non prendere quelle pillole!!-

-E perché no? Elizabeth, sono regole e vanno rispettate.-  le rispondeva la donna.

-Non sempre le regole sono buone! Guardati attorno, tutti gli abitanti di questa città sembrano zombi per colpa di quelle maledette pillole, sono tutti uguali! Ecco perché quando ero incinta di Jonathan non le ho ingerite, ed è anche il motivo per il quale tuo marito è così particolare. Distinguiti, non confonderti! -  le diceva la saggia anziana, così Julia, la moglie di Jonathan, smise di assumere le pillole imposte dal governo.

Il tempo passò, e ormai mancavano due settimane al giorno del parto.

Julia si trovava in ospedale e veniva curata da delle infermiere robot, e Elizabeth, la suocera, le teneva compagnia.
Il marito era a lavoro come tutti gli altri e quando finì il suo turno, in fretta e furia riordinò la sua scrivania e mise in ordine le scartoffie nella sua sua ventiquattr'ore. Uscì dall'ufficio e s'incamminò verso l'ospedale.
Voleva  rivedere il prima possibile sua moglie, perciò per fare prima prese una scorciatoia.
Era buia e non c'era anima viva ma ad un certo punto Jonathan si sentì come osservato, in seguito si sentirono dei passi alle sue spalle.
Lui non si voltò ma cominciò ad aumentare il passo. Una voce lo chiamò da dietro e solo allora si girò; non fece in tempo a riconoscere chi fosse l'uomo che lo aveva chiamato, finché non si ritrovò in ginocchio con una chiazza rossa al centro del petto che si allargava sempre più.
Un dolore allucinante lo inondò, poi un calore forte come il fuoco lo avvolse; capì che era giunta la sua ora. Pensò a sua madre, a suo padre ormai defunto, a sua moglie Julia e quanto la amasse e al suo bambino che non avrebbe mai potuto vedere crescere, poi si lasciò andare e cadde a terra senza vita.

Degli agenti di polizia entrarono in ospedale e raggiunsero la stanza dove veniva ospitata la giovane donna e sua suocera. Le due donne sembravano sorprese alla loro presenza, credevano fossero lì perché avevano scoperto che Julia non aveva assunto le pillole, e invece erano lì per tutt'altro. Uno di loro si avvicinò alla donna dicendole :
- É lei la signora Julia Lumh?-

- S-, c'è qualcosa che non va?

- Uno dei nostri agenti androidi è stato ingaggiato per uccidere suo marito. Ci risulta che Jonathan Grow ha scoperto cose sul governo di Arston che dovevano rimanere segrete. Non è solo questo il motivo per il quale è stato ucciso: attraverso il test di DNA, abbiamo scoperto che al soggetto non sono state somministrate le pillole richieste durante la gravidanza.

Julia era sotto shock, non riusciva a credere a quello che le avevano appena detto.

-Ci dispiace per la sua perdita, ma come già sa, la nostra Arston ha delle regole importanti da rispettare è non ci devono essere ribel...

Stava per finire la frase quando la donna cominciò ad urlare con furore e a piangere assieme alla suocera:

-VOI SCHIFOSI ASSASSINI! AMAVO MIO MARITO PIÙ DI QUALSIASI ALTRA COSA!! ASSASSINI!

Si lasciò trasportare dall'ira, si stava addirittura alzando dal lettino per aggredire il poliziotto quando questa fu bloccata, compresa la donna accanto a lei.
Intervenne un dottore robot che le ignettò in vena un calmante, e poco dopo crollò in un sonno profondo.

I giorni passarono, e l'atmosfera si era fatta più cupa. Non c'era più Jonathan a sostenere la moglie con il suo sorriso e le sue carezze, nemmeno la 52enne Elizabeth riusciva a tirarle su il morale; Julia era diventata molto debole, così tanto che sembrava quasi non le importasse più del bambino che presto o poco avrebbe avuto.

Il giorno del parto arrivò. Era il 12 ottobre 2037, alle ore 23:59 nacque una splendida bambina da gl'occhi gialli.
Julia ancora tremante la teneva stretta a se, sorridendole e accarezzandole le morbide guance.

-Ehi! Angelica, ben venuta al mondo!-

le sussurrò la madre, poi si voltò verso Elizabeth, e con le lacrime a gl'occhi le disse:

- Elizabeth, sento che il mio tempo è giunto al termine, voglio che sia tu ad occuparti della bambina. Dalle tutto l'amore del mondo, crescila anche da parte mia e di Jonathan e ti prego, insegnale ad essere diversa, insegnale ad essere libera!-

Così porse la neonata tra le braccia di Elizabeth, che ora era diventata nonna, ma questa piccola si aggrappò per l'ultima volta al dito di sua madre. Sembrava riuscisse a capire quello che succedeva attorno a sé.
I loro sguardi si incrociarono un ultima volta, come per dirsi addio, quando le palpebre di Julia cominciarono a calarle su gl'occhi chiudendoli completamente. In quel momento la mano della madre si fece pesante e lasciò la mano della bambina.
Ora anche la nonna piangeva e appoggiava leggermente la sua testa contro quella della neonata che poi scoppiò in lacrime.

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