Come un battito di ciglia (7B)

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Guardò Peter Hale, il temuto Peter Hale, colui che aveva morso Scott e generato una scia infinita di cadaveri sulla sua strada, colui che era sopravvissuto ad anni di coma dopo essere bruciato vivo a casa Hale.

Lo guardò e gli fece così tanta pena che non riuscì a trattenere le lacrime, se Peter Hale era in questo stato catatonico, come poteva lui anche solo pensare di sopravvivere? Era totalmente da solo, non sapeva da dove iniziare a cercare Theo o perlomeno qualcuno in grado di dirgli come vivere dentro quel posto.

Vagò per un lungo lasso di tempo nella stanza d'hobby, cercando qualcosa che riuscisse a far scattare una molla nella sua testa, qualcosa che stimolasse la sua mente a pensare ad un piano.

"Liam pensa." Si ripeteva fra sé e sé, le mani che si martoriavano le pellicine dei pollici, tanto sarebbero guarite quindi che importanza aveva.

Si avvicinò ad una libreria, cercando qualche libro da leggere, da consultare, quando qualcuno lo chiamò ai microfoni.

"Liam Dunbar è desiderato nella stanza 215. Ripeto il signor Liam Dunbar è desiderato nella stanza 215." Liam rimase di sasso in mezzo alla stanza, cercò con lo sguardo quello che ne rimaneva di Peter Hale, sperando che nel sentire il suo nome qualcosa scattasse dentro di lui, ma la reazione non ci fu.

"E' lei Liam Dunbar? Salve sono il soldato 0001, venga con me la scorterò dal generale." Davanti a Liam si presentò una figura scheletrica, era un ragazzino con le mani incatenate, i capelli appiccicati alla fronte e i vestiti stretti e sporchi.

Liam lo seguì, per qualche ragione ignota decise lo stesso di andare nella tana del lupo.
Quando il ragazzo fu davanti la porta con Liam dietro, quest'ultima si aprì facendo uno scatto silenzioso, il ragazzo si allontanò salutando Liam con un cenno del capo e poi entrò.

Era una grande stanza ventilata, e totalmente bianca, forse un po' più accogliente rispetto al suo cubicolo.
"Prego si sieda." C'era un uomo dietro ad un computer con degli occhiali molto sottili che teneva sulla punta del naso aquilino.

Liam strofinò lievemente la sedia e si sedette, intimorito.

"Bene, se pensa di attaccarmi vorrei darle delle dritte. Fuori dalla porta ci sono due guardie, che appena mi sentiranno urlare avranno l'ordine di strapparti i denti con le tenaglie e poi ti strapperanno il cuore dal petto. Nel caso in cui non dovessi darmi tempo per urlare, appena tu supererai quella lieve linea rossa che i tuoi occhi da licantropo sono in grado di vedere, verrai avvelenato da dei fantastici sistemi di ricambio d'aria che ci sono in questo posto. Perciò ti converrà ascoltarmi, senza fare il cane rabbioso." Il cuore di Liam batteva all'impazzata, quell'uomo non lo guardò minimamente in volto, rimase semplicemente a parlare difronte allo schermo del computer.

"Lydia capisci? Non sapevo a chi altro rivolgermi e so che voi avete un problema ben più grave rispetto ai miei..." Mia sorseggiò il suo tè e guardò Lydia dritto negli occhi. Lei si alzò dalla sedia e andò verso la giovane ragazza, ancora così inesperta e ingenua.

"Io riesco a vederlo anche ora che tu mi stai parlando, è seduto proprio là sulla poltrona alle tue spalle e mi sorride, non so come mandarlo via dalla mia testa."

Lydia si bagnò le labbra con la lingua e poi scosse lievemente la testa, accarezzò le braccia della ragazza e le prese la testa fra le sue mani.

"Forse è solo un modo che il tuo corpo usa per farti capire che sta cambiando. Otterrai nuovi poteri, e magari uno di quelli è proprio evocare i morti, devi imparare a sopprimerlo se non vuoi che sopprima te. Devi accettarti e poi imparerai a tenerti a bada. Non crogiolarti nel dolore e non pensare che tutto sia colpa tua, perché non lo è."

Teen Wolf. Nowhere you are safe. Runaway.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora