Essere scoperti.(7a)

96 6 2
                                    

       

Lydia era nel suo appartamento a Manhattan, quel giorno avrebbero avuto inizio i corsi all'università che aspettava da quasi anno, era pronta ad uscire, luminosa come sempre, per dare il meglio di sé.

Improvvisamente la luce, nel suo appartamento, venne a mancare e una folata d'aria gelida la fece rabbrividire. Era da circa una settimana che la notte sognava lei che porgeva la mano ad una ragazza agonizzante e l'aiutava a rialzarsi, sempre lo stesso sogno ed era sicura che se l'avesse vista per strada l'avrebbe riconosciuta subito.

Lydia si accarezzò le spalle e fece cadere con un tonfo la borsa con dentro i libri e si diresse verso le finestre, pensando che il freddo provenisse da lì, ma erano chiuse.

Quando percorse lo spoglio corridoio del suo appartamento si rese conto che quella era una delle sue visioni, le pareti era di un color verde militare e alla fine del corridoio c'era una stanza del tutto vuota, con dentro unicamente uno specchio e una vecchia sedia girevole.

Lydia entrò, squadrando ogni centimetro di quel posto, si accomodò sulla sedia e fissò la sua figura immobile. Non sentiva nessun rumore, niente di niente, piano piano avvicinò la mano allo specchio, come se si volesse toccare, quando premette la mano sulla specchio, qualcuno le toccò la guancia, come lei stava facendo al suo riflesso, sussultò.

Si girò di scatto sentendo la voce di uomo, chiamarla.

"Lydia Martin." La chiamò lui.

"Chi sei tu?" Lydia si alzò dalla sedia, dirigendosi verso l'uomo.

"Come, non mi riconosci?" Lui era stranito, porse la mano a Lydia, la quale l'afferrò e lui la tirò a sè, premendole una mano sulla schiena.

"Sono io Apollo." Disse lui, i suoi occhi la riscaldarono, facendola sentire al sicuro.

"E cosa vuoi da me?" Lei parve tranquillizzarsi al toccò di lui.

"Beacon Hills." Lui scomparve e lei si ritrovò in lavanderia, aveva rovesciato la cesta dei vestiti di Stiles e aveva buttato per terra i suoi fumetti.

Uscì di casa di fretta lasciando lì tutto com'era, si mise in macchina, diretta verso Beacon Hills.

Quella mattina sarebbero cominciate le vacanze di primavera che si sarebbero prolungate fino a metà aprile.

Quando il branco arrivò a casa di Derek, ancora senza un portone, aspettavano solo Lydia.

Dopo una decina di minuti, lei arrivò più radiosa che mai, con i capelli biondo fragola che ondeggiavano in base alla sua camminata.

Il branco fece spazio a Mia, che incontrò Lydia al centro della stanza.

"Sei pronta?" Le chiese Lydia.

"Mai stata più pronta." Rispose Mia, una coda di cavallo le teneva i capelli rossi in alto.

"Derek, caro, hai per caso una candela?" Disse Lydia togliendosi il cappotto e lanciandolo sul divano. Derek le porse la candela, sorridendole, Lydia l'accese e la posizionò al centro fra lei e Mia.

"Adesso ognuno di voi deve stare in silenzio, non dovete emettere nessun rumore, la connessione sarà debole, nonostante tutto il potere incanalato." Lydia si avvicinò a Mia: "Farà male, sentirai un fuoco bruciarti dentro e vorrei staccare le mani da me, ma non farlo per nessun motivo al mondo, altrimenti una delle due rimane intrappolata là, chiaro?"

Mia fece cenno di sì con la testa, e intrecciarono le loro braccia, la fiamma della candela serviva a creare una luce debole all'interno della stanza semi buia.

Teen Wolf. Nowhere you are safe. Runaway.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora