Capitolo 9

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Parte Myanna

Mi sveglio con quell'odiosa musichetta della mia fottuta sveglia. Quanto fottutamente la odio? Fottutamente tanto. Ok, basta. Faccio la mia solita quotidiana routine. Ma questa volta c'è qualcosa di insolito .. Il mio sorriso? Già proprio lui. E 'da tempo che non apro gli occhi con un sorriso da ebete sul viso, e la causa sono un paio di occhi color caramello che nascondono passione, solitudine, bisogno di affetto, dolore, e soprattutto mistero. Adoro i mistero, mi intrigano, ma quando non ci si nasconde qualcosa di orribile e di oscuro. Ieri ho passato una bella serata con Justin. E' stato carino con me.. Dolce e comprensivo. Stavamo per baciarci, ma si è fermato. Probabilmente perchè aveva paura. Paura di innamorarsi e forse di soffire ancora, ma chi non ce l'ha? Anch'io ho paura di soffrire e forse è per questo che non mi sono aperta del tutto con lui. Ci conosciamo da pochissimo, ma mi sembra di conoscerlo da tempo. Spero di vederlo ancora. Inconsapevolmente mi mordo il labbro inferiore. Cavolo, quant'è sexy quel ragazzo. E' dannatamente bello. Sembra angelo. Sì, angelo dolce, ma con qualche tratto malefico e rude. E quel cognome.. Bieber.. Mi pare di averlo già sentito. Chiederò alle ragazze.

Mi alzo, faccio il letto e mi trascino verso il bagno. Lego i capelli e metto una cuffietta per non bagnarli. Wow, quanto sono provocante. Sembro mia nonna quando mette i bicodini dal parrucchiere. Rido. Entro nella doccia e per un quarto d'ora mi lascio accarezzare da quelle gocce che mi scivolano sulla pelle. Uso il mio bagnoschiuma al lampone. Il solito. Esco. Avvolgo il mio corpo in un asciugamani e vado in camera mia. Tolgo la cuffietta e mi muovo un po' i capelli cercando di ravvivarli un po'. Prendo la biancheria e la indosso. Mi avvicino all'armadio e prendo un paio di jeans chiari che calzano attillati, una canotta bianca, semplice, una camicetta di jeans, e le mie converse azzure. Indosso i vestiti, anche la camicia, arrotolando le maniche fino ai gomiti. metto una di quelle collane lunghe, al fondo ha un ciondolo che rappresenta un angelo. Un regalo di mia nonna, le sono molto affezionata. Pettino i capelli, metto un filo di matita nera nella linea Inferiore degl occhi, quella azzura nella linea di sopra, Un po 'di mascara, correttore e fard. Ed eccomi pronta. Sistemo la borsa per la giornata di scuola e mi avvio verso la cucina. Saluto i miei genitori e faccio colazione. Dopo aver finito mi avvio verso la porta. Saluto i miei, esco e mi avvio verso la scuola. Ecco, un'altra lunga giornata.

Durante il tragitto non faccio altro che pensare a Justin. Al sol pensiero sorrido come una scema. Mi piace davvero tanto. Non vedo l'ora di rivederlo. Beh, certo non avevamo detto 'alla prossima uscita', ma dopo la serata passata assieme di sicuro ce ne sarebbe stata un'altra. Ho provato delle belle emozioni quando ero con lui, e di sicuro ne ha provate anche lui. Lo sentivo. Sentivo il suo cuore battere forte.

Arrivata a scuola. C'era poco gente al di fuori del cancello, i soliti casinisti e menefreghisti. In effetti, ero un po' in ritardo. Entro nella struttura e giro nei vari corridoi, non c'è anima viva. Mi avvicino al mio armadietto, poso i libri che non mi servono e prendo quelli che mi servono per la prima ora, li infilo nella borsa, chiudo l'armadietto e mi avvio verso l'aula di spagnolo. Speriamo che il professore Alonso non si arrabbi per il mio ritardo. Destinazione raggiunta. Entro in classe.

Prof:'Meglio tardi che mai, signorina Anderson' dice con un tono sarcastico.

Io:'Mi scusi il ritardo' dico imbarazzata. Odio quando tutti mi fissano. Mi avvio verso l'unico banco libero, mi siedo, poso la borsa a terra e prendo il mio quaderno di spagnolo. Durante la lezione il professore non fa altro che parlare e spiegare. Meglio stare attente.

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Io:'Salve ragazze' dico sedendomi al tavolo delle ragazze alla mensa. A quante pare tutte reduci da una sbornia.

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