Capitolo 10.

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La mia vita è sempre stata piena d’ordine e precisione, sono solita arrivare dieci minuti prima di un appuntamento e di sistemare la stanza in modo perfetto; durante gli anni ho avuto difficoltà ad entrare in contatto con persone ritardatarie o amanti del caos, il primo è mio fratello, nella sua camera sembra sempre sia scoppiata una guerra, e per questo motivo quando aveva bisogno di una mano era lui a venire nella mia, Clarah invece è un’amante del ritardo, sono rare le volte in cui arriva precisa, preferendo un sano riposo accompagnato da minimo una mezz’ora di ritardo, oggi sto capendo che anche Filippo è amante del
ritardo.
Sarebbe dovuto essere qui alle 22 per parlare di musica, per cercare alcuni concorsi o opportunità, ma sono
già le 22.45 e non ho ancora ricevuto un messaggio. Nell’attesa scendo in salotto dove trovo mia nonna attenta a fare le parole crociate, spesso da bambina mi divertivo a farle con lei, invano tento di non far
rumore ma fallendo miseramente lei si volta verso di me, posando il giornalino.

‘Bambina pensavo ti fossi addormentata’

Mi accomodo vicino a lei, scuotendo la testa, non le ho detto che sarebbe venuto Filippo a casa, preferendo l’effetto sorpresa.

‘Sto aspettando Filippo, devo aiutarlo in alcune cose ma è in ritardo’

Nonna sorride divertita a questa affermazione e mi accarezza dolcemente il ginocchio con la sua mano, che
è liscia e morbida quasi più della mia.

‘Quel ragazzo è come suo padre’

Volgo lo sguardo a mia nonna e nella mia mente iniziano a svilupparsi differenti domande, che non tardano
a prendere forma.

‘Com’è suo padre?’

Si allontana un po’ da me prima di parlare, siamo una di fronte l’altra.
In lei rivedo me, mi hanno detto di essere uguale la sua fotocopia e non sono mai stata così fiera, mia nonna è una donna meravigliosa, pronta a mettersi in gioco e con un carattere forte, nonno diceva che senza di lei non era niente e lo credeva davvero.

‘Il padre di Filippo era diverso, spesso giocava con tua mamma, amava la musica , tuo nonno gli ha insegnato a suonare la chitarra’

Sorrido pensando a mio nonno suonare la chitarra, non ho mai avuto la costanza di imparare, ma amavo essere cullata dalle melodie che mi suonava.

‘Si innamorò di una ballerina tedesca, che si era trasferita qui in Italia, era brava quasi quanto lo eri tu’

Il ricordo della danza si fa spazio in me, immagini dei miei ultimi saggi passano per la mia mente e poi il dolore di quel giorno. Mia nonna non ha mai voluto riaprire quel discorso, ha aspettato che io lo facessi ma
non sarò mai davvero pronta, stavo puntando tutto su me stessa per la prima volta.
Fingo un sorriso aspettando che lei continui, percepisco dal suo sguardo la preoccupazione di aver sbagliato in qualcosa, ma non è colpa sua.

‘La madre di Filippo?’

La invito ad andare avanti nel suo racconto, con un sorriso che sono solita riservare solo a lei.

‘No tesoro, Patrizia era lontana da Monza.’

La mamma di Filippo è una donna meravigliosa, non l’ho mai incontrata ma ho sempre visto solo alcune foto, e la somiglianza tra lei e la sorella di Fil è eccezionale.

Ritmo/ Irama Plume.🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora