Capitolo 17.

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Erano passati due giorni da quella sera, io e Filippo non avevamo più riaperto il discorso, passavamo il tempo ignorandoci o limitandoci a scambiare qualche parola quando eravamo in gruppo.
Oggi Simone torna a Firenze e vederlo alla stazione mi spezza il cuore, i ragazzi sono venuti a casa per salutarlo e sono fuori ad aspettarmi.
Hanno invaso casa questa mattina con un'ottima colazione e restando con noi per pranzo.

'Pulce fai le scelte giuste'

Sono stretta al suo petto mentre queste parole vengono sussurrate al mio orecchio, non m'importa delle persone presenti, non esiste nessuno se non Simone che mi protegge nonostante fosse venuto qui per se stesso, per ritrovare la felicità.
In parte credo ci sia riuscito, non abbiamo più parlato di Alessia e ne sono felice, l'ho visto ridere tante volte e ogni volta parte di me gioiva.

'Ci provo Simo, voglio tornare a ballare'

Forse non è il momento giusto, tra pochi minuti il treno sarà sul binario e lui dovrà andare via, ma non potevo più tenerlo per me e lui doveva saperlo.
Mi guarda con gli occhi pieni di luce e di orgoglio che non vedevo da molto.

'Sono fiero di te Gin'

Il treno sta arrivando, sento il suo rumore sulle rotaie, i miei occhi parlano per me, li conosce e sa che qualcosa mi blocca.
Ballare in un'altra scuola di danza significa iniziare dal punto zero e forse per questo ho paura di provarci ma non posso lasciare Monza, non ora.

'Non hai bisogno di lasciare tutto questo, Milano è piena di scuole eccellenti e saprai farti valere, ne sono certo'

Questo forse è il principale motivo per il quale Simone è la persona più importante della mia vita.
Da sempre riusciamo ad entrare nei panni dell'altro senza aver bisogno di dire niente.
Da piccoli eravamo soliti combinare casini e nonostante fosse colpa di entrambi, ricadeva tutto su di lui, sviluppando sempre di più il suo senso di protezione nei miei riguardi.

Il treno è arrivato e lo stringo per un'ultima volta prima di vederlo salire, una settimana e mezza fa ero qui ad aspettarlo e ora lo vedo andar via. Ho gli occhi lucidi mentre guardo il treno allontanarsi e la stazione svuotarsi leggermente.

Entro silenziosamente in macchina e poggio la testa sulla spalla di Clarah, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.
Filippo mi guardava dallo specchietto mentre intorno tutti erano in silenzio.
Può sembrare un controsenso, ho lasciato Firenze e quindi anche la mia famiglia per me stessa, eppure parte di me è lì, a un millimetro dal cuore di Simone.

'Gin sei sicura di non voler restare? Passeremo una serata tranquilla'

Nicole sta provando da circa dieci minuti a convincermi, resteranno al pub di Pablo, essendo giorno di chiusura.
Scuoto leggermente la testa e dopo aver salutato lascio la sala, l'aria fredda mi invade e mi stringo nel mio giubbino di pelle.

'Ti accompagno, fa freddo per andare a piedi'

La sua voce rimbomba nell'aria e nonostante non abbia voglia di accettare il suo passaggio non ho intenzione di litigare. Senza proferire parola entro in macchina, desidero non parlare e Filippo sembra accorgersene, i miei occhi sono leggermente gonfi per il pianto e sono senza trucco, decidendo di far partire una canzone che conosco fin troppo bene.

Lo sento canticchiare la sua musica e tutto questo mi fa estremamente bene, poggio la testa al finestrino dell'auto e mi lascio cullare dalla sua voce.
Monza corre veloce fuori dal vetro, le luci fanno altrettanto e la mia mente sembra essersi disattivata da quando Simone è partito.

La macchina si spegne sotto il portone ma non ho voglia di andare via, volto lo sguardo verso Filippo notando con piacere che lui sta facendo lo stesso.

Ritmo/ Irama Plume.🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora