Capitolo 19.

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Sono sempre stata una persona abbastanza ansiosa, a scuola ero sempre la prima a sedermi al banco, con la paura di arrivare in ritardato, ero in ansia quando ho dato il mio esame di maturità o prima di ogni saggio.
Oggi però non sono io ad esserlo, Clarah è da questa mattina che sale e scende dal palazzo insieme a Lori, ha salito le casse, comprato alcool e qualcosa da mangiare, preparato la stanza e inventato una scusa con i suoi genitori, troppo lontani per non crederle.

'Sarà una festa fantastica'

È quello che mi ha detto ieri mentre, dopo esser tornata al pub con Filippo, stavamo tornando a casa.
Non mi ha fatto domande e io non ho ancora trovato il momento giusto per dirglielo, ma prima dell'arrivo degli ospiti mi sono ripromessa di farlo.

La musica è già partita, fortunatamente i genitori di Clarah hanno avuto l'idea di insonorizzate casa, e quindi nessuno si accorgerà di niente.
Sono seduta sul suo letto aspettando sia pronta, indossa un meraviglioso abito rosso a fiori, con tubino stretto e gonna larga, che la rende ancora più magra.

'Sono pronta'

Le aspettative sono superiori a ciò che immaginavo, i capelli sono raccolti in una lunga treccia, che le ricade sulla spalla, il viso è poco truccato rendendo la sua semplicità più bella del dovuto.

'Sei bellissima Clah'

Si siede al mio fianco e il nostro riflesso compare sullo specchio, quelle bambina che giocavano con le bambole non ci sono più, e nemmeno quelle adolescenti che sognavano una vita a Miami insieme, ci sono ora due donne, cresciute e maturate insieme.

'Devo parlarti'

È arrivato il momento, mi tremano leggermente le mani,  è strano come anche solo parlare di lui mi faccia uno strano effetto.

'Ti ascolto'

Ho sempre apprezzato quelle persone che lo fanno davvero, lasciano qualsiasi cosa per prestare attenzione solo a te, che ti guardano negli occhi e non perdono nemmeno una parola del tuo discorso.
Lei è sempre stata una di queste.

'Quando Lori l'ha chiamato, Filippo era da me'

Ho il batticuore al pensiero di lui sul mio petto, come se stessi rivivendo la stessa scena.

'Alle due è venuto sotto il palazzo, era ubriaco e urlava il mio nome, l'ho fatto entrare in casa, non avrei voluto svegliare la signora Martinez'

Una donna di  poco più di quarantacinque anni, la sua vita è una routine dal primo giorno che sono venuta a visitare nonna.
Sveglia alle 7, pranzo alle 13, cena alle 20 e alle 23 è solita andare a dormire.  Rovinare una delle sue abitudini significa risvegliare un mostro, inizia ad urlare per circa due ore, lamentandosi del non rispetto delle regole e della vita.

'Si è steso sul mio letto, facendomi fare lo stesso, eravamo faccia a faccia, mi ha lasciato un bacio fugace sulle labbra e poi si è addormentato così, sul mio petto'

Sento l'adrenalina in corpo e un piccolo sorriso formarsi sulle labbra della mia amica e complice da sempre.

'Ne ero sicura, quando l'ho abbracciato aveva il tuo profumo mischiato a quello dell'alcool'

Gioco nervosamente con l'anello mentre grazie al trucco il rossore sulle mie guance riesce a mascherarsi.

'Sono felice per te,  per gli occhi lucidi che hai e per l'enfasi con cui me lo stai raccontando'

Si ferma un istante per guardarmi bene negli occhi e sono sicura non sia convinta pienamente di quello che sta dicendo.

'Ma Gin siete due poli opposti, e ho paura tu possa soffrire'

Ritmo/ Irama Plume.🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora