Cap 9 . L'inizio della mia rovina: lui.

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Non sapevo da chi fossimo,avevo a mala pena ricoosciuto il quartiere però,forse ci ero passata qualche volta per caso quando andavo a cavallo o facevamo visita io e mio padre a qualcuno di sua conoscenza.
Avevo deciso di optare per un vestito rosso con dei decori color oro a l'orlo della gonna e delle maniche,proprio per vedere la gelosia crescere in mio marito,e su questo con il sarto fui stata molto chiara: provocante e rosso,e così fù.
Ed ora eccomi qui,un ora nella noia più totale a bere ancora il primo bicchiere di vino,anche se non ne sopportavo bene il gusto,non era da me.
Mio marito non era più in stanza da una mezzoretta buona,aveva seguito gli altri commensali andati a usare oppio e bere, arrivando a parlare delle cose più assurde di questo mondo,purtroppo dopo ne avrei pagato le conseguenze,chissà se tutti i mariti in questa stanza picchiavano o violavano le loro mogli.
Un uomo interruppe le mie riflessioni posandosi davanti a me: era alto,biondo cenere,gli occhi profondamente blu mare,aveva i baffetti corti e il pizzetto e Dio se gli donavano.
Vidi le sue labbra inclinarsi in uno splendido sorriso,sono sicura che in quel momento devo essere violentemente arrossita sulle gote e sentì persino il mio cuore saltare un battito,secondi che sembravano infiniti.
  - "Cosa ci fà qui una bella creatura come voi senza accompagnatore e con un bicchiere di vino in mano?"
Sorrisi inclinando leggermente la testa e mordendomi lievemente il labbro,cosa che non avevo mai fatto in presenza di un uomo.
"Ciò che ci fate voi,suppongo"
Lo vidi leggermente ridere divertito,poi si inchinò davanti a me.
  - "Generale Jacq Giacomo De Chermòn,al vostro servizio Miss"
Mi prese la mano e vi posò le labbra sul dorso,non avevo mai visto questo gesto come qualcosa di veramente erotico,ma ora lo sembrava tutto.
  - "Dove vi ho già vista?"
"Forse in un incontro del genere,o ad un ballo,oppure mi avete sicuramente scambiata per un altra persona"
Mi presi la gonna del vestito con la mano libera e cercai di allontanarmi,prima che vedesse in che stato strano e peccaminoso mi stava riducendo,ma la sua mano afferrò leggermente il mio polso,fermandomi e facendomi voltare.
  - "Solo il vostro nome Miss,vi prego."
Io sorrisi guardandolo.
Avrà avuto circa venti o ventun'anni al massimo e i suoi occhi mi comunicavano qualcosa di dolce,travolgente,una sorta di protezione,come se in cuor mio già sapessi che con lui sarei stata al sicuro.
Ad un tratto,sentiì il padrone di casa che annunciava di giocare a nascondino nel piccolo labirinto di siepi alte che aveva nel giardino,uomini contro donne: le donne dovevano essere trovate dagli uomini e riportate in casa,in questo modo vincevano un ballo con loro.
"Trovatemi e saprete il mio nome."
Sgattaiolai via,uscendo con le altre donne per nasconderci nel labirinto,ed in un secondo ci eravamo già tutte sparpagliate in esso.
Solo in quel momento pensai di essere stata una vera sciocca,realizai che magari lui stava già cercando un altra mentre il tramonto alimentava la mia speranza di essere io ciò che cercava.
Mentre camminavo nel labirinto,decisi di togliermi le scarpe per non essere sentita,ma io volevo che mi sentisse e mi trovasse,ma ero sposata,cosa avrei detto a mio marito?
Quel marito che mi tradiva persino con la domestica,ma io non ero arrabbiata perchè lei era una domestica,ma ero arrabbiata del perchè doveva dare noia a me se poi andava con chi voleva.
All'improvviso mi bloccai sentendo un leggero ansimare nel vicolo affianco,mi sporsi e vidi una donna appoggiata alla siepe intenta a baciare un uomo,con tanta di quella passione che mi sorpresi ad invidiarla.
C'era qualcosa di reale nel loro approccio,qualcosa che io non avevo ancora mai provato,come se condividessero molto più di quel solo bacio ma qualcosa di intensamente più profondo e piu forte.
Una mano mi strattonò via da quel meraviglioso spettacolo ed io assunsi un leggero cenno di paura,cosa gli avrei detto? A casa mi avrebbe picchiata per non averlo avvisato o solo per la sua morbosa e stupida gelosia,ma poi vidi che era lui: il mio generale.
Sospiraì rassicurata e gli accarezzai il volto con entrambe le mani mentre ridevo.
"Mi avete spaventata a morte Sir"
Lui mi guardò lievemente preoccupato.
  - "Non era mia intenzione Miss,ve lo giuro. State bene? Se volete vi riporto dentro"
"Stò benissimo ora che ci siete voi qui con me"
Come mi era uscita non lo seppi nemmeno io,sentì poi le sue labbra posarsi sulle mie prima dolcemente,quasi a chiedermene il permesso , ma poi sfociò in qualcosa di più ardente e ci unimmo entrambi in un bacio perfetto,continuando senza sosta e fermandoci solo per riprendere fiato.
Nessuno mi aveva mai baciata così,come se quel bacio fosse un discorso pieno di parole dolci e appassionanti,fù come me lo ero sempre immaginata,forse anche meglio.
Sentivo la sua lingua combaciare con la mia in un unica danza,le nostre labbra fameliche dell'altro,i denti che leggermente sfioravano le labbra piene di desiderio.
Come se ci fossimo aspettati per migliaia di anni.
Le sue mani passavano morbide fra i miei capelli sciolti,sul collo,sulla schiena e io gemevo leggermente,ciò che tanto mi disgustava con lui mi piaceva,mi stava facendo sentire davvero amata e desiderata,perfino venerata.
Purtroppo passò la mano su un mio recente livido ed io sussultai dal dolore.
Lui mi guardò e vide dove aveva posato la mano,i suoi occhi si riempirono di rabbia quando vide quel segno violaceo sulla mia spalla,poi mi guardò con occhi rassicuranti.
  - "Chi vi ha fatto questo?"
"Mio marito non è conosciuto di certo per i suoi modi gentili"
  - "Bastardo!" Sibillò.
Fece per allontanarsi ma io lo trattenni più che potevo a me.
"No! Vi prego! Vi ucciderà se dite qualcosa,inoltre non è illegale picchiare la propria moglie"
Lui mi prese il viso tra le mani e mi posò un bacio sulla fronte.
  - "Io non lo farei mai contro di voi."
Lo baciai con le lacrime a gli occhi,accarezzando i suoi capelli legati in un codino corto.
"Devo andare prima che mi cerchi e non mi trovi"
  - "Il vostro nome"
Sorrisi guardandolo ed accennai una riverenza.
"Amelie Victorie Jenevieve De Barbaraque"
  - "La più bella creatura di Parigi mi ha degnato di un suo sguardo,del suo nome e di un suo bacio"
Risi appena ,leggermente imbarazzata.
"Era più di un bacio"
  - "Una promessa di rivederci,anche se di nascosto"
Mi allontanai a malincuore.
  - "Promettetemelo! Il mio cuore già soffre nel vedervi allontare da me"
Mi voltai leggermente e lo vidi con la mano destra sul cuore,come se stesse soffrendo come me.
"Ve lo prometto"
E corsi fuori dal labirinto più forte che potevo,ma prima che raggiunsi l'uscita mi sentì afferrare i capelli e strattonarmi indietro...questo era mio marito.
÷"Come ti sei permessa di non avvisarmi?!
Io e te a casa dobbiamo chiarire alcune cose che ancora non hai capito,almeno con la forza capirai che sei mia di diritto e ogni passo che fai devi chiedermene il permesso"
Mi mollò e prese a spingermi fuori dal labirinto,e in quel momento incontrai lo sguardo del generale,che mi guardava lacrimare in silenzio.
Come negarvi che la violenza verbale iniziò direttamente in carrozza mentre tornavamo a casa,e sapevo che il peggio doveva ancora venire.
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Mi svegliai in piena notte,madida di sudore,piena di dolori per le botte e le percosse ricevute,mio marito si era addormentato dopo l'amplesso di ogni sera,grazie al cielo.
Mi alzai dal letto e mi diressi alla finestra,guardando come forte piovesse fuori e pensavo a lui,al mio generale.
Se glielo avessi lasciato fare lui mi avrebbe salvato da tutto questo,rimettendoci anche la vita,ma lo amavo già così troppo da volerlo proteggere.
Domani sarei uscita e avrei chiesto di lui,finchè non avessi avuto il suo indirizzo in mano.
La speranza di rivederlo mi fece sorridere dal nulla.
"Ve lo prometto mio amato" sussurrai accarezzando il vetro che mi mostrava le gocce rincorrersi su esso per poi ricongiungersi,come una cosa sola.

Il caro prezzo della nobiltà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora