Cap 26. Per cosa vale davvero la pena vivere?

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30 Giugno 1784

Aspettavo.
Aspettavo.
Aspettavo davanti alla tazzina di tea ancora piena e la giravo per interminabili minuti mentre fissavo la porta della casa del tea,sperando di vederti entrare sempre in quel preciso istante,ma gli istanti iniziarono a diventare lunghi ed interminabili minuti e tu non arrivavi mai.
Tenevo Jacqueline sulle mie gambe,tenendola impegnata con il tovagliolo così che non facesse troppo casino,anche se non serviva a nulla dato che tutte le dame guardavano me e la mia bambina come se fossimo nel posto sbagliato,ma desideravo troppo che la vedessi,che finalmente lei vedesse il suo vero padre e magari lo riconoscesse...non so' come ma credo che sia una questione di pelle riconoscere il sangue del tuo sangue.
"Perché sei nata femmina Jacqueline?"
Scommetto che se fosse nata maschio avrebbe due padri che stendevano il tappeto ovunque avrebbe camminato,trattandolo come un piccolo principe,ahimè non è così,avevo in testa l'immagine della mia Jacqueline cresciuta,con il viso triste, al fianco ad uomo lurido come il suo finto padre e nella mia testa sul suo viso iniziavano a comparire dal niente orribili lividi.

-"Madame De Barbaraque"
Mi sentii chiamare e quasi sussultai vedendo seduto di fronte a me Jacq.
-"Va tutto bene?" mi chiese in un sussurro.
"Sei vivo"
Lui sorrise e guardò la piccola ritornando con l'aria seria che aveva di solito.
-"Lei è-"
"Jacqueline,in onore di suo padre" lo interruppi sorridendo.
-"Facciamo due passi,dobbiamo parlare in privato"
Mi limitai ad annuire mentre mi alzavo e Jacq andava a pagare il mio conto.

Appena fummo fuori prendemmo una carrozza ed io misi Jacqueline sulle sue gambe,cosa che lo fece irrigidire.
-"Io non-" disse per poi bloccarsi mentre guardava Jacqueline e stranamente la piccola guardava lui fisso negli occhi ed io ridacchiai leggermente davanti a quella scena.
"Mi sei mancato"
  -"Dobbiamo parlare Amelie...di questa cosa" disse indicando verso il viso di Jacqueline cosa che fece muovere Jacqueline,portando la mano intorno al dito del padre cosa che fece ritrarre la mano a Jacq.
"Di questa cosa?!" risposi raddrizzandomi
  -"Di lei"
"Si chiama Jacqueline!"
Ripresi in braccio la mia piccola e bussai contro la carrozza,avevo le lacrime ma la rabbia era talmente tanta che dovevo respirare a bocca aperta.
"Fermi la carrozza,io scendo qui!"
Appena la carrozza si fermò scesi con Jacqueline in braccio e presi a camminare spedita in qualsiasi direzione purché lontano da lui.

  -"Amelie"
Mi si piazzò davanti raggiungendomi
"Lasciami andare Jacq"
  -"È anche mia figlia!"
"No! È mia figlia! Tu l'hai appena paragonata ad una cosa"
  -"Sono solo sorpreso di tutto questo,è normale"
"E io che stavo per proporti di scappare insieme noi tre per farci una vita tranquilla come famiglia,lontano da qui"
  -"Lo sai che non posso"
"Perché no? Potresti continuare con la tua carica anche lontano da qui"
  -"No Amelie"
"Potremmo vivere insieme e sposarci di nascosto magari,potremmo avere anche altri bambini"
  -"Ti ho detto che non posso!"
"Perchè? Datemi una ragione valida per pensare che tutto questo sia impossibile! Dimostratemi quanto davvero mi amate e io-"
  -"Sono già sposato Amelie!" mi interruppe gridandomi contro.
Non riuscì più quasi a respirare,tutto intorno a noi si era fermato ed io non dissi nulla.
  -"Amelie" mi prese la mano baciandomela
  -"Perdonami ma io ero sposato già da prima di conoscere te,tu sei il mio unico e grande amore. Non sapevo come dirtelo."
"Ed hai aspettato che avessimo una figlia per dirmelo?"
Mi prese il viso con le mani per poi guardarmi negli occhi.
  - "Io ti amo"
Presi a piangere in silenzio e mi spostai
"Non puoi amarmi quando sei già sposato con un altra"
  -"Anche te sei sposata"
Senza accorgermene gli avevo tirato uno schiaffo in pieno viso e Jacqueline prese a piangere.
"Tu lo sai perché sono sposata! E tu hai visto come mi riduce! Perdipiù tua figlia a rischiato di morire di febbre!"
  -"Amelie" fece per toccarmi ma mi spostai
"Non toccarmi"
Lo vidi infuriarsi come mai mi era successo di vederlo.
  -"Chi me lo assicura che quella cosa è figlia mia?!"
Presi fiato gonfiando il petto e sentii le mie sopracciglia incurvarsi con aria cattiva.
"Tu mi promettesti amore eterno e io lo promisi a te ma sappi un ultima cosa : dubita pure che tu non sia stato l'unico uomo che io abbia amato,dubita anche con quanti uomini io abbia goduto carnalmente,trovandoli anche più uomini di te!"
Lo guardai avvicinarsi ma non mi mossi,pur pronta a ricevere uno schiaffo.
"Ma guarda Jacqueline,e figlia tua! Guardala nella tua somiglianza e chiediti se anche nel carattere lei sia più coraggiosa di te! Lei è tua figlia! È una Chermòn!"

Gli sorrisi amaramente e mi voltai per poi riprendere verso la mia strada,intanto stringevo a me Jacqueline come se volessi soffocarla con il mio amore,mentre piangevo la perdita del mio amore; sentii il mio cuore creparsi e credevo che la morte avrebbe fatto presto il suo percorso per venirmi a prendere ma il dolore mi tratteneva in un limbo che non credevo nemmeno esistesse.
Mi sentii chiamare più e più volte ma non mi voltai ne cercai da dove venisse la voce finché qualcuno non mi prese per il braccio.
  -"Amelie che succede?"
Era mio padre e vederlo al mio fianco fu come vedere una candela di speranza così mi avvicinai a lui,incurante che ci potessero vedere,lo sentì posare le sue braccia intorno a me ed abbracciarmi.
"Cos'ho fatto padre...perché tutto questo dolore? La mia bambina è già stata data in sposa,mio marito che preferisce trattare la sua amante come regina che me e il mio vero amore che è sposato"
  -"Come?"
"Si! È già sposato!"
  -"Vieni...ti riporto a casa"
"Qual'è casa? Il luogo dove ti senti sicura ed amata e io in quella dimora non mi sento ne amata me sicura"
Diedi Jacqueline in braccio a mio padre e presi a camminare al suo fianco.

Poco dopo una folla sotto un enorme casa destò la nostra curiosità così decidemmo di avvicinarci.
Passata la folla facendoci strada trovammo una giovane stesa a terra,a pancia in giù, in un enorme pozza di sangue,accanto a lei una rosa bianca ormai bagnata dal sangue...la ragazza non  mostrava avere più di diciassette anni.
Una donna piangeva sulla soglia di casa attaccata ad un uomo più giovane di lei mentre la folla vociferava : la ragazza si era suicidata,buttandosi dal balcone per non sposarsi con un uomo scelto per lei...morta candida come quel fiore bianco...come poteva ora la madre piangerne la morte così disperatamente?!
Guardai mio padre che tappava gli occhi a Jacqueline e vidi il  viso della mia Jacqueline al posto del viso di quella povera ragazza.
"Datemi mia figlia!"
Dissi strappandogliela dalle braccia e allontanandomi dalla folla.
No.
Mia figlia non avrebbe fatto quella fine.
Non lo avrei permesso a nessuno.
"Ti proteggerò io Jacqueline,non temere,la tua mamma ti proteggerà sempre"

Il caro prezzo della nobiltà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora