Cap 22. Quanto costa dire la verità...

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Non só da quanto ero li a fissare il soffitto della camera da letto che tanto odiavo mentre sentivo i passi pesanti di un uomo ubriaco e soddisfatto carnalmente,lo sentivo trascinarsi e,onestamente,stavo sperando che cadesse,invano perchè non successe.
Nella mente avevo solo il ballo con il mio Generale,quel ballo che mi ricordò tanto quel ballo proibito fatto intimamente,posso sentire ancora il suo passionale respiro sul collo e sò che mentre stasera danzavamo anche lui rivedeva quel noi.
Glielo potevo leggere negli occhi.

-"Soddisfatta?"
Di cosa?
Delle ore che hai passato a infierire su di me in ogni modo o dell'atto schifoso che avete fatto subito dopo?
Lurido cane schifoso,provare piacere ad approfittarsi della moglie dopo che l'hai riempita di pugni e calci in ogni dove.
Tirai su con il naso sanguinante e mi limitai ad annuire.
Lo vidi chinarsi su di me,così pesantemente che sussultai.
-"Non sapete mentire mia cara e questo è un bene ed un male al tempo stesso"
"No io-io sono solo un po' stanca"
Menti meglio e ti lascerà in pace...forse.
"Forse dovreste-"
  -"Forse cosa?" tuonò mettendomi una mano alla gola per poi stringerla.
  -"Continua mia cara"
"Vi prego, no"
  -"Sai una cosa cara mia mogliettina? Se tu non fossi così importante da farmi da vacca sfornandomi un erede al più presto credo che a quest'ora ti avrei già fatta sparire in mare,come la vacca buona a nulla della mia prima moglie."
Sentii il fiato mancarmi e non era per la mano al collo,mentre sentivo la sua mano ri insinuarsi tra le mie gambe e io decisi di prendere fiato e chiudere gli occhi,sperando che il giorno arrivasse presto.

La mattina seguente ero distrutta in tutti i sensi: nel vedermi conciata così allo specchio,nell avergliela data vinta un altra volta e nel sentire Nana singhiozzare mentre cercava di stringermi il corpetto.
  -"Mi dispiace mi dispiace mi dispiace" diceva cercando di non farmi male.
"Nana non è colpa tua"
  -"Tuo padre non doveva farti questo"
"Non è colpa sua Nana,è solo che,tu non me lo avresti mai fatto."
  -"Oh bambina mia"
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò sulla fronte.
  -"Tutto si sistemerà vedrai"
"Nana"
  -"Si ?"
Le presi le mani e le strinsi forte tra le mie mentre le lacrime avevano iniziato ad uscire.
"Stanotte prendi Jacqueline e scappa. Vattene con lei e tuo figlio da questa città ti prego. Non deve passare quello che sto passando io solo perché donna. Quell'uomo è un mostro,ha ucciso la sua prima moglie e io non posso pensare che possa far diventare orfana di madre la mia Jacqueline"
  -"Amelie"
"Ti prego! Ne morirò di dolore solo all'inizio ma poi starò bene sapendola in salvo"
  -"Bambina mia"
Stava per finire la frase quando l improvviso sbattere della porta ci fece voltare entrambe.
_"Tu! Lurido cane! Sei sempre tra i piedi"
Vidi mio marito prendere per i capelli Nana e trascinandola fuori di casa mentre io gli correvo dietro urlando,poi mi inginocchiai e mi attaccai alle gambe di mio marito.
  -"Mio padrone non lo faccia! ho un figlio da mantenere vivo,la prego!"
"Ti prego non farlo! Ti prego mio Signore! È l unica cosa bella che mi rimane! Non portarmi via anche lei!"
_"È un lurido cane che ti mette in testa strane idee" disse lui.
"No! No,è lei che mi insegna la devozione e il rispetto che devo a voi dandovi al più presto un erede maschio"
Lo vidi mollare Nana e io gli feci cenno di andarsene di la.
"Vi darò un erede mio Signore"
Lo guardai sorridermi.
_"Ti ci voleva così tanto mia cara? Però sono felice che le mie maniere forti funzionano ancora bene con te. Vedi? Basta saper collaborare"
Mi scansai da lui mentre si chinava verso di me.
_"Odio vederti star male tesoro mio e ucciderei chiunque te ne facesse"
Pazzo.
_"Tieniti pure il tuo cane ma a me dammi un erede. Ti renderò la vita un inferno finché non lo farai"
Mi baciò forzatamente e poi uscii di casa.

Passai il dorso della mano sulle labbra,come se potessi cancellare lo schifo di quel gesto,intanto vidi Nana correre verso di me per poi aiutarmi ad alzarmi.
"Perdonami! Che idea stupida,stupida e folle che ho avuto! Dimentica tutto e sarai salva. Presto ci salveremo entrambe."
Presi il mantello e mi diressi alla porta.
  -"Dove vai Amelie?"
"A cercarlo, a proporgli di andarcene da Parigi insieme"
  -"Amelie non stai ragionando razionalmente,lui potrebbe rifiutare o non esserne proprio d'accordo"
"Devo tentare"
  -"Sei davvero cocciuta come un mulo certe volte Amelie"
Sospirai di dolore,come se avessi da dire troppo
"Non voglio lasciar perdere senza averci provato. Pensa a mia figlia."
La vidi assumere un espressione preoccupata mentre uscii di casa ma avevo deciso,pian piano lo avrei portato a scappare con me e nostra figlia.
Mentre mi dirigevo a dove di solito ci incontravamo iniziò una pioggia improvvisa,era un segno,la mia vita doveva cambiare e insieme a me pure quella di mia figlia.
Dopo essere entrata ed essermi accomodata ad un tavolo mi persi nei miei pensieri ma l accomodarsi di una donna di fronte a me mi fece quasi sussultare.
"Madre"

  -"Amelie,mia cara. Cosa ci fai qui,dovresti essere a casa da tuo marito"
Continuando a parlare non seppi quante volte ripeté la parola marito,mentre io avevo una sensazione di disgusto in gola.
"Madre io non lo voglio più e non lo ho mai voluto"
  -"Che cosa stai dicendo?"
"Me ne andrò via da qui,con mia figlia e con l'uomo che amo e che non è mio marito"
Ecco.
Lo avevo detto e la faccia di mia madre era come se le avessi confidato un omicidio.
Ma cosa ne sapeva lei dell'amore?

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Ed eccomi di ritorno.
Mi è mancato scrivere ve lo ammetto ed è per questo che sono felice del capitolo fatto anche se è un po' cortino.
Grazie ancora per chi nonostante tutto sta continuando a leggere.
A presto carissimi.
A molto presto.

Il caro prezzo della nobiltà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora