Il pazzo non è l'uomo che ha perso la ragione.
Il pazzo è l'uomo che ha perso tutto tranne la ragione.
Gilbert Keith Chesterton
Nota introduttivaQuesta storia parla tanto ed esplicitamente di violenza.
Da parte mia non c'è intenzione alcuna di appoggiare o supportare i comportamenti violenti in alcuna forma. Questa storia vuole essere una specie di introspezione in una mente malata, una vittima diventata a sua volta carnefice. Mi scuso con i lettori che potrebbero trovare questa storia eccessiva.
Buona lettura!Primo velo
Tra tutti gli strumenti, le tenaglie sono le mie preferite.
Belle, lucide, luminose. Così banalmente semplici, ma così tremendamente efficaci.
Un movimento simmetrico: la mia mano stringe, le ganasce arrotondate si chiudono. Come se fossero un'appendice del mio braccio, un prolungamento della mia stessa mano.
Inizio sempre con loro.
Apro lentamente la mia valigia, osservo lo scintillio degli oggetti immacolati, passo lentamente il dito su tutti quelle meraviglie d'acciaio fino a quando non arrivo a loro.
Il cardine ben lubrificato, i lunghi manici lucenti. Solo sfiorarle mi riempie di eccitazione.Sono nate per questo, le tenaglie.
Per serrarsi lentamente intorno alle dita, nello spazio morbido sotto le unghie.E il terrore.
Il terrore urlato, gridato. Il sudore freddo, le preghiere, le suppliche.
Le tenaglie sono le prime. Quelle che spaventano di più.Benvenuto nel mondo reale, stronzo.
Ma sì. Pensavi che fossi solo un idiota, che non avrei mai avuto le palle di fare altro oltre a portarti qua sotto. Che fosse una bravata, che mi sarei limitato a fingere di spaventarti.
E no, stronzo. Le tenaglie.
E te lo dico con un sorriso: sono solo l'inizio.
Te le appoggio con cura sotto le unghie. Le serro lentamente. E tiro.
E tu urli.
Come un folle, come se ti avessi infilato aghi negli occhi. E non l'ho ancora fatto.
Niente mi eccita come quelle urla. Nemmeno le suppliche idiote. Le richieste di perdono, le preghiere, i tentativi di placarmi con immagini di bambini e mogli sole. I bambini. Come se loro stessi non avessero nulla da guadagnare dalla morte di un essere così inetto. Dovrebbero ringraziarmi. E tua moglie pure. Anche lei, una puttana come tutte le altre, scoperà con un altro domani stesso.
Urla quanto vuoi, siamo fuori dal mondo, qui.
Solo io, te, e la tua fottuta paura.
Passiamo al mignolo. Faccio sempre così: prima il pollice e poi il mignolo. Il mignolo è più delicato, il dolore è più intenso.
E ancora le tue urla. E mi arriva nel naso la puzza acre del tuo piscio.
Sì, guarda che relitto sei. Già adesso, prima ancora che io abbia iniziato.
Fate tutti così.Tutti così forti e arroganti e stronzi. Quelle facce rasate e quei vestiti costosi. Come se un'apparenza di lusso coprisse la feccia che siete.
Forse è per questo che amo le tenaglie. Mi mostrano gli uomini che siete, quello che siete realmente. Stronzi invertebrati che piangono e chiedono pietà, che si pisciano addosso e continuano a minacciare, come se legati sul mio tavolo d'acciaio poteste ancora fare qualcosa.
La prima maschera che cade. Ma non è abbastanza, no, lurido stronzo.
Devo farti arrivare a supplicare la morte. E ancora oltre.
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Cabaret
Short StoryIn alcuni dialetti, il cabaret è il vassoio di pasticcini. E questa raccolta è una varietà di storie, di lunghezze e gusti diversi: racconti storici, romantici, slice of life, horror e altre piccole cose.