Figlia delle Maree|| Percy Jackson.

Il ritorno

Il giorno dopo, Zach si svegliò nel letto della figlia di Zeus, ammirando la sua schiena nuda. Gliela accarezzó delicatamente, facendo attenzione a non svegliarla. Era bellissima alle prime luci dell'alba. Sembrava così innocente ma Zach aveva imparato che non era così, soprattutto dopo la nottata di ieri. A letto donava delle emozioni a dir poco uniche, tanto che ripensandoci, l'erezione di Zach crebbe a dismisura. Avrebbe voluto avvicinarsi a lei per chiedere una seconda porzione ma Gregor entró in stanza con il viso talmente bianco da ricordare un lenzuolo di lino.

"Signorino Mirah, mi dispiace interromperla ma ci sono visite. Chiede della signorina Parks" affermò il maggiordomo Gregor, tutto agitato.
Zach aveva una brutta sensazione, come se sapesse già chi stesse aspettando la sua amata. Si mise addosso solo i pantaloni per far intendere gli affari della sera prima. Si infiló un paio di infradito nere e chiuse lentamente la porta della stanza. Si mise a camminare verso il salotto e vide un ragazzo parecchio alto con i capelli castani e gli occhi verdi. Zach si sedette con fare spavaldo sulla poltrona del padre e guardò il ragazzo con aria di sfida.

"Luke Castellan. Non mi sarei mai aspettato di trovarti qui..." commentó con il sorriso più falso che aveva in serbo. Luke dighignó i denti con odio.

"Lei dov'è?" Domandó velenoso. Aveva bisogno di vederla, abbracciarla, dirle quanto era stato idiota a non darle le attenzioni che meritava ma soprattutto voleva dirle quanto diamine gli mancava. Nessuno riusciva a colmare il vuoto che Chiara aveva lasciato, nemmeno la ragazza nuova. Era sexy questo sì, ma la figlia di Zeus lo era cento volte di più ma non solo. Era intelligente, grintosa, buona e coraggiosa. Era perfetta.
Per questo, non riusciva a dimenticarla. Aveva trovato ciò che aveva sempre sognato in una donna e non voleva lasciarsela scappare. Ma quello stoccafisso di Zach Mirah stava rovinando tutto.

"Nel mio letto a riposare. Ieri è stata una nottata parecchio faticosa" rispose con un sorrisetto malizioso. Luke a quell'affermazione, sbiancó. Stava mentendo. Erano passati solo tre mesi e Chiara non poteva aver già dimenticato il loro amore.

"Stai mentendo" ringhió il figlio di Hermes, prendendolo per il collo. "Lei è mia" continuó.

Zach si liberò dalla presa e rise di gusto.

"Ieri non mi è sembrata così tua, anzi. Al momento della passione massima non faceva altro che urlare il mio nome" rispose acido Zach. Era una bugia e lo sapeva. L'aveva sentita pronunciare il nome del rivale dall'inizio alla fine del rapporto ma non poteva ammetterlo né a lui né a se stesso. Non poteva e non voleva perderla.

"Impossibile. Lei ama me" disse Luke, stringendo i pugni. Stava perdendo il controllo. Avrebbe voluto spaccare qualsiasi cosa. Odiava Zach per avegli portato via la ragazza che lo aveva cambiato. La ragazza che amava e che venerava come una dea.

"Allora perché è nuda nel mio letto?" chiese ridendo, mostrando il display su cui comparve l'immagine della stanza. Luke vide la schiena nuda di lei e a quel punto non ci vide più. Lanció il display contro il muro e sferró un pugno nella mascella al figlio di Ade. Uno dopo l'altro. Si trasformò in una vera e propria battaglia in cui Luke primeggiava alla grande. Lo odiava quel lurido verme tanto che la vista del suo sangue lo fece sentire appagato. Continuò a picchiarlo fino a quando Ade stesso entró in stanza.

"Luke Castellan! Giù le mani da mio figlio" tuonó, staccandolo dal corpo di Zach per lanciarlo contro l'enorme portone. Il principe tentò di intervenire ma Ade lo zittí subito.
"Vai a prepararti per vedere la figlia di Aquaria. Ora" ordinó poi.

Luke divenne di nuovo rabbioso ma il dio lo fermo all'istante.

"Vattene e non tornare. Non è il tuo posto questo" affermó, aprendo l'enorme porta di legno.

"Niente è più il mio posto senza di lei" rispose e detto questo abbandonó la stanza e furioso, andò verso l'uscita.

"Castellan" lo chiamó qualcuno. Una donna bellissima dietro di lui si avvicinó. "Lotta per lei" disse, prima di teletrasportarlo in superficie.