Capitolo 4

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Camminavo in mezzo ai ragazzi degli anni superiori, rispetto a me, tenendo per mano mio cugino. Arrivammo davanti allo stand dove, il dj, un ragazzo poco più grande di me, mixava canzoni a tutto andare aggiungendo effetti in continuazione. Un ragazzo si accostò alle mie orecchie e disse urlando sopra la musica:

«Volete qualcosa da bere?» Sorridendo appena. Mi voltai e vidi il suo viso dolce, pallido, ma allo stesso tempo serio e pensieroso. Le sue labbra screpolate e di un color roseo accentuato risaltavano sul colore dei suoi occhi di un azzurro misto al verde. Era molto più alto di me e mi guardava negli occhi dall’alto con una postura autoritaria.

«Ehm... grazie.» Risposi annuendo e accennando un sorriso tirato. Mi passò un bicchiere che volli dare a Christy, ma che rifiutò così lo prese George cominciando a sorseggiarlo lentamente. Infine me ne passò un altro che tenni per me e che portai alle labbra cominciando a bere. Il ragazzo con l’aria misteriosa appoggiò il vassoio con il quale portò i bicchieri su un tavolo alle nostre spalle e si appoggiò a esso alla mia sinistra.

«Sei nuova?» Urlò per farsi sentire

«Sì.» Risposi annuendo e spostando leggermente il bicchiere dalle labbra. In risposta, vidi la sua testa muoversi appena come se affermasse qualcosa. Non è male  pensai guardandolo da sopra la spalla e bevendo un goccio di birra. Notai che lanciò uno sguardo guardingo e fuggente a mio cugino, il mio sguardo dal ragazzo riservato si spostò a George intento a bere. Il ritmo della musica continuava ad aumentare e le canzoni cambiavano spesso componendo una sorta di remix e mash up, i ragazzi si muovevano a ritmo di musica su un vecchio pavimento in parquet scuro e obsoleto. Alcuni agitavano le mani verso l’alto mentre altri ballavano senza sosta intraprendendo mosse impossibili da fare, almeno per me. Il mio sguardo era fisso sulle luci che giravano e illuminavano i visi sconosciuti delle persone davanti a me. Una luce blu colpì il mio viso facendomi socchiudere gli occhi per un paio di secondi. Sentivo il disagio di Christy vicino a me e il suo corpo muoversi spesso cambiando posizione. Le braccia incrociate al petto e la sua espressione mi faceva capire che si sentiva a disagio e fuori posto. In poco tempo avrebbe cambiato sicuramente idea e si sarebbe trovata a proprio agio e come a casa sua. Cominciai ad annoiarmi e a sentire i miei pensieri che giravano a sproposito nella mia testa. Bevetti un sorso incoraggiatore dal bicchiere tra le mie mani e mi buttai.

«Ti va di uscire da qui?» Chiesi girandomi del tutto verso il ragazzo al mio fianco. Mi annuì e feci un cenno a Christy mimandole che ci saremo viste più tardi. Cominciai a seguire il ragazzo dalla statura slanciata e muscolosa verso l’esterno. Non andammo all’entrata di poca prima, ma mi portò dal lato opposto dell’edificio. Le luci colorate ci seguivano come volessero spiare i nostri movimenti. Uscimmo e la tranquillità cominciò a incombere tra di noi.

«Di che anno sei?» Mi chiese sedendosi su un muretto e bevendo dal bicchiere.

«Primo. Tu, invece?» Chiesi imitandolo.

«Terzo.» Rispose abbassando lo sguardo e cominciando a sorridere. Perché devono fare così? Pensa di approfittarsene? Non penso proprio, caro mio. Mi dissi bevendo un altro sorso di birra.

«Conosci quel pivello di Shelley?»

«è mio cugino e non è un pivello...» Dissi tranquillamente prendendo le sue difese

«Oh, bene » Disse ridacchiando. Si alzò mettendosi a posto il ciuffo con le punte all’aria e disse guardandomi con quello sguardo incantevole, un po' cupo e malizioso. Troppo malizioso.

«Ti va di fare un giro?» Accennando un sorrisino perverso. Senza dare una risposta cominciai ad avvicinarmi a lui e così, cominciammo a camminare. Buttati. Ricorda che la timidezza fa perdere molte occasioni. Dopo una decina di minuti chiesi:

Una ragazza diversa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora