Capitolo 8

153 14 3
                                    

Era quasi mezzanotte. Molto probabilmente, Harry avrà pensato che non sarei andata, ma voglia di rimanere chiusa in stanza non ne avevo. Misi qualcosa di comodo e uscii. Cominciai a camminare tranquillamente nel corridoio arrivando alle scale e cominciando a scenderle. Dopo quasi una decina di minuti arrivai al laghetto. Mentre mi avvicinavo, facendo passi leggeri nel sentierino, cominciai a vedere delle luci e a sentire della musica, non molto alta. Riuscivo a sentire l’odore della marijuana nell’aria e i suoni delle voci di ragazzi ubriachi. La prima cosa che vidi fu un gruppetto di ragazzi seduti sul tavolo di legno, davanti a me, passarsi uno spinello. Prima faceva un tiro uno e poi, mentre tratteneva il fumo nei polmoni, passava quel piccolo involucro, imbottito di erba, al ragazzo al suo fianco. Dal lato opposto c’era il gruppetto di ragazzi e ragazze che bevevano casse di birra e nel frattempo buttavano giù qualche pasticca. Alcool e droga non hanno una buona fine se mischiati assieme.

«Hey! Ciao cugina, come stai?» chiese George avvicinandosi a me barcollando. Era un po’ che non vedevo mio cugino, ma trovarlo così mi faceva uno strano effetto.

«Hai assunto della droga, George?» chiesi portandomi un suo braccio sulla spalla e attirandolo a me, appoggiando una mano sul suo fianco.

«No, ho solo bevuto e fatto due o tre... quattro tiri» rispose ridendo e chiudendo gli occhi. Era talmente fatto e ubriaco che era come trascinarsi un peso morto. Lo portai vicino al tavolo da pic-nic tra i ragazzi fatti e lo feci sedere su una panchina che lo circondava.

«Stai qui» dissi, ma poi mi venne in mente una cosa e chiesi, abbassandomi per guardarlo negli occhi: «sai dov’è Harry?».

«Laggiù, penso» rispose appoggiando la fronte sul palmo della mano sinistra e con la destra indicandomi verso la riva del laghetto. Socchiusi gli occhi cercando di individuarlo, ma non vidi nulla. Lasciai lì George e mi avvicinai all’acqua. Sdraiato per terra, senza sensi, c’era Harry.

«Cristo...» sussurrai mettendo le mani davanti alla bocca. All'improvviso la preoccupazione m’invase completamente. Mi chinai sulle ginocchia velocemente e gli spostai i ricci dal viso. Le sue labbra erano socchiuse e notai che vicino a lui c’erano alcune bottiglie vuote di birra e una bustina trasparente.

«Merda» Imprecai sottovoce. «Merda.» Misi il mio braccio sotto il suo collo e gli alzai la testa. Gattonai con la sua testa attaccata al petto, trascinandomi il suo corpo dietro, verso l’acqua. Con la mano libera presi un po' d’acqua fredda e gliela buttai sul viso. Continuai fin quando, buttandogliela sul naso, non si riprese. Riprese fiato e cercò di alzarsi.

«Cristo... ma sei scemo?» gli chiesi alzando appena il tono della voce. Mettendosi una mano sulla fronte si girò verso di me cerando di riconoscermi e disse, strizzando un occhio per la luce proveniente alle mie spalle:

«Chi cazzo sei?»

«Mia, rqzza di idiota» risposi acida. Come si può mischiare così questa roba? Solo gli stupidi incoscienti fanno cose del genere.

«Ah, sei venuta...» disse.

«Si» risposi mettendo le mani aperte sulle mie cosce. Mi alzai e misi una mano dietro al collo di Harry dicendo:

«Aspetta...» e gli infilai la testa sotto l’acqua. Due secondi dopo tirai fuori dall’acqua quella massa di ricci bagnati che ricadevano sul viso pallido di Harry.

«Che cazzo fai?» disse urlando e prendendo fiato

«Ti aiuto.» risposi ripetendo il gesto. Lo feci altre due volte prima di avvicinarmi a lui e spostargli i capelli dal viso. Tossì leggermente chinando il viso verso destra evitando di tossirmi in faccia. I suoi occhi verdi rimasero fissi nei miei per alcune minuti. La sua espressione era così accigliata, ma allo stesso tempo così cupa, misteriosa e sincera. Mi sarebbe veramente piaciuto poter ascoltare quello che mi stava dicendo con quello sguardo, anche se fossero stati accidenti per il mio gesto.

Una ragazza diversa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora