Capitolo 14

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-MIA’S POV –

Mi sento veramente diversa. È come se tutto di me stesse cambiando, ma ora ho bisogno di staccare la spina davvero. Presi il pacchetto delle mie sigarette e l’accendino, aprendo la porta e andando verso l’esterno. 

Buttai il fumo fuori dalle mie labbra lentamente guardandolo mescolarsi insieme alla nebbia leggera che pian piano saliva nell’aria. Camminavo senza una meta precisa, ma avevo voglia di qualcosa di tranquillo anche se pieno di ricordi ed emozioni. Camminavo sotto i lampioni andando in direzione del parchetto mentre feci l'ultimo tiro e buttai il mozzicone sull'asfalto. Cominciai a sentire delle voci in sottofondo e delle figure fievoli in lontananza vicino alla capannina, dove era solito sedersi Harry. Due ragazzi con i capelli ricci prendevano a calci un altro ragazzo sdraiato a terra mentre, un altro ancora, rimaneva fermo immobile a guardarli.

«Che gente di merda...» dissi a bassa voce continuando a guardarli. Improvvisamente sentii una voce famigliare urlare a squarciagola:

«Ne hai avuto abbastanza, lurido verme?». George. Cominciai a correre tra l’erba bagnata fregandomene delle scarpe. La mia più grande paura era quella che il ragazzo a terra potesse essere... Harry. Non so come mi potesse venire in mente una cosa del genere, ma mai dire mai. Cominciai a vedere meglio man mano che mi avvicinavo. Socchiusi gli occhi cercando di riconoscere i due ragazzi con George. Mi fermai all’improvviso come se fossi in stato di shock, ma allo stesso tempo sollevata. Non avevo idea di chi potesse essere il ragazzo a terra, così cominciai ad avvicinarmi iniziando a chiamare mio cugino.

«Hey! Hey George!» urlai correndo verso di lui. Arrivai alle sue spalle, proprio sotto la luce del lampione.

«Hey, basta George, fermati» dissi rimproverandolo come lo farebbe una ragazza qualunque in modo tranquillo, ma cambiai subito tono. Vidi il viso di Joe sporco di sangue, avvicinandomi. Corsi davanti a lui e mi arrivò la scarpa di mio cugino sulla gamba. Cominciai a guardare come potesse stare spostandogli i capelli dal viso. Mi bloccai guardando le mie mani sporche del suo sangue. Mi alzai di colpo e mi avvicinai rabbiosamente a George, spingendolo dalle spalle e lasciandogli le impronte di sangue sul giubbotto di jeans.

«Fai veramente schifo, George!» urlai continuando a spingerlo con tutta la mia forza, «sei un mostro!»

«Lascialo stare, Mia! Tornatene in camera tua!» urlò contro di me. Puntai il mio sguardo su Harry fulminandolo. La sua espressione era dispiaciuta nei miei confronti, ma quando guardò Joe era solamente capace di provare disprezzo e amarezza nei suoi confronti.

«Che cazzo è successo?» urlai avvicinandomi a Harry e spingendo anche lui.

«Mia, calmati.» disse alzando appena il tono della voce e afferrandomi i polsi. Mi liberai dalla sua presa e dissi sussurrandoglielo con disprezzo:

«Siete dei luridi bastardi. Meritate di marcire da soli...» allontanandomi in seguito e avvicinandomi a Joe.

«Mia, Mia aspetta... ti prego, aspetta.» disse Harry alle mie spalle.

«Non rivolgetemi mai più la parola.» risposi calma, ma con le lacrime agli occhi piegandomi verso Joe, steso a terra senza sensi. Presi il cellulare dalla tasca e chiamai un’ambulanza.

«Harry andiamocene, muoviti» disse George cominciando ad allontanarsi da noi insieme all’altro ragazzo.

«Mia...» disse in un sussurro.

«Vattene» risposi, prendendomi cura di Joe. Cominciò a farmi impressione il sangue che cominciava a coagularsi sulla sua pelle. Come potevano avere così tanta cattiveria?

«Che cosa ti hanno fatto?» dissi sottovoce continuando a guardare il viso di Joe.

                                    ***

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