Capitolo 15

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La voce di Christy e il suo volto vicino al mio erano rassicuranti, ma mi facevano sentire stupida.

«Vuoi parlarne?» chiese sottovoce e guardandomi con i suoi occhi azzurri. Scossi la testa imitando un no seguito da un piccolo sorriso tirato.

«Chry... andiamo» disse George dolcemente entrando nella sua camera. Ero stesa sul letto di mio cugino e tentavo di farmi piccola, stringendomi le gambe al petto e avvicinandomi più possibile al muro freddo. George aveva chiesto a Harry di tenermi d’occhio fino a quando non fosse tornato e fino a quando la mia sbronza non fosse passata, in parte. Christy si alzò delicatamente dal letto facendosi forza sulle mani e raggiunse George sul ciglio della porta. Cominciai a sentire i bisbigli tra Harry e George:

«Allora sei sicuro che voglia occupartene tu?».

«Si, George. Mi fa piacere passare del tempo con lei» rispose Harry.

«Okay, grazie mille. Ci vediamo stasera, allora» disse George andandosene. I miei occhi erano fermi, persi all’entrata. La figura alta di Harry sbucò da dietro la porta che si chiuse dietro di se.

«Scusami…» sussurrai tenendo lo sguardo perso nel vuoto. Lui si avvicinò al letto sedendosi al mio fianco. Mi alzai a sedere spostando lo sguardo sul suo viso, nei suoi occhi preoccupati.

«Perché lo hai fatto?» chiese sedendosi a modo.

«Forse perché mi sono sentita un oggetto. Usata e poi sbattuta via, o almeno lo sarei stata quando Joe non avrebbe trovato di meglio» espressi il mio pensiero incerto, sussurrando e guardandolo negli occhi.

«Solo uno stupido come Joe potrebbe pensare che ci sia di meglio. Ti ha usato? Dimentica questo particolare, ora tu sei libera di decidere quello che vuoi dalla vita. Non sa davvero che cosa ha fatto…» disse abbassando lo sguardo, giocherellando con un filo della sua maglietta.

Però, ora, è un problema per me. Sono passata per quella facile, andando a letto con lui. Le persone giudicano il comportamento femminile, gli uomini possono aggiungere nomi alle loro liste tranquillamente. Sono solo uno dei tanti premi.

«E tu perché lo hai fatto?» chiesi, dopo qualche secondo passato in silenzio.

«Fatto cosa?» disse.

«Perché hai cominciato a menarlo.» risposi incrociando le gambe. Il suo sguardo cominciò a vagare per la stanza soffermandosi su ogni oggetto che incontrava fino a quando non tornò a posarsi su di me.

«Non la so la risposta a questa domanda, Mia. Forse ho imparato a tenere agli amici, ho deciso di proteggerti, in qualche modo» disse. Stava sicuramente mentendo. Avevo notato che quando mentiva diceva tutto d’un fiato, guardando con lo sguardo spento una cosa o qualcuno. Perché lo hai fatto?

Gli feci un sorriso tirato a sguardo basso per poi bagnarmi le labbra con la lingua. Sentii il suo sospiro pesante sulla mia pelle. Fece per alzarsi, ma afferrai la sua mano appoggiandoci sopra la mia e dissi, evitando il contatto visivo:

«Resta qui, per favore.»

Sentii un sorriso leggero uscire a sbuffi dalle sue labbra e il suo corpo si distese al mio fianco, sistemandosi. Mi sdraiai dietro di lui appoggiando la fronte sulla sua schiena e avvolgendolo, tenendomi stretta a lui, con il braccio. Sentii la pelle del palmo della sua mano appoggiarsi sul dorso della mia e avvolgerla. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare, addormentandomi di colpo.

-HARRY’S POV –

Stava già dormendo. Sentivo il caldo del suo respiro trapassare la mia maglietta e scaldarmi lo stesso punto. Mi voltai cercando di non svegliarla. Mi girai sul fianco opposto cominciando a guardare il suo viso pallido. «E tu perché lo hai fatto?» La domanda di Mia riecheggiava nella mia testa e le susseguiva la risposta che volevo darle, ma penso che sarebbe meglio se lei non l’avesse senta:

Una ragazza diversa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora