Capitolo 16

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Salii gli scalini per arrivare al pianerottolo del corridoio, lentamente. Non riuscivo a smettere di pensare a Joe ed io un quarto d’ora prima. Scossi la testa e alzai lo sguardo salendo l’ultimo scalino. Mi fermai alla vista di Mia seduta sul pavimento e con la testa appoggiata al muro.

«Hey, che ci fai lì per terra?» chiesi accennando un sorriso e camminando piano verso di lei.

«Bhè, ecco... George e Christy ci stanno dando dentro» rispose seria.

«Ah, allora ci metteranno un bel po’. Vieni.» Lei aprì la bocca come se cercasse qualcosa da dire, poi la chiuse e mi guardò annuendo e facendo un sorriso tirato. Fece forza sulla mano e si alzò raccogliendo le sue cose.

                                 ***

Eravamo seduti sul davanzale della finestra nel bagno e fumavamo una sigaretta. Le avevo appena raccontato della mia visita da Joe in ospedale.

«Sei stato molto duro con lui. Dirgli quelle cose... non avrebbe fatto piacere sentirle neanche a me» disse buttando fuori il fumo dalla bocca.

«Non so cosa mi sia preso.» Alzai il viso al cielo buttando il fumo lentamente e sentendo i muscoli delle spalle e la schiena rilassarsi.

«Ultimamente non ne va una giusta. Sto peggiorando nello studio e i miei voti ne risentono parecchio, penso che mi ritirerò, alla fine.» dissi annuendo leggermente.

-MIA’S POV –

«Penso che mi ritirerò alla fine» mi colpì maggiormente.

«Sai, posso darti una mano a studiare» dissi subito dopo, drizzando la schiena e facendo un tiro.

«Grazie, ma voglio farcela da solo e se non dovesse funzionare mi cercherò un lavoro» disse accennando un sorriso. Cominciai a sentirmi inutile riascoltando le sue parole nella mia testa. Non capivo perché reagissi in quel modo, ma non volevo che se ne andasse. Feci l’ultimo tiro e buttai il mozzicone giù dalla finestra. Il campus era deserto, come sempre a quell’ora. Rivolsi lo sguardo a Harry. Continuava a mordicchiarsi la pelle sul dito. Ormai era un’abitudine che notai altre volte. Cominciavo a rendermi conto di conoscerlo sempre più, ogni giorno che passava, sapevo sempre qualcosa di nuovo. Sospirai accennano un sorriso senza motivo e mi volta appoggiando i piedi sul pavimento del bagno e andando a buttarmi sul letto di George. Chiusi gli occhi assorbendo il fresco delle lenzuola. Mi tolsi le scarpe e mi sistemai vicino al muro. Poco dopo, vidi arrivare Harry e guardare nella mia direzione. Si fermò e disse:

«Sei già stanca?» sorridendo.

«No, vieni.» dissi battendo la mano sul materasso, facendogli posto. Ormai capitava spesso che io e lui ci trovassimo in quella situazione. Mi piaceva la sua compagnia e mi piaceva sentirlo vicino a me. Si sdraiò vicino a me e mise le braccia incrociate sotto la testa.

«C’è più fresco qui.»

«Già» risposi semplicemente. La mia mente era completamente vuota. Non riuscivo a pensare a nulla, come se stessi lasciando quella stanza. Mi voltai su un lato e misi un braccio piegato sotto la testa e cominciai a guardare il profilo di Harry. Naso dritto, labbra piene e rosee e ciglia lunghe che proteggevano i suoi occhi verdi. Era rilassante guardarlo.

«Perché mi fissi così?» chiese, provocando un mio sussulto. Come cazzo ha fatto?

«Eh?» dissi sgranando gli occhi.

«Perché mi guardi così?» disse sorridendo e fissandomi.

«Ah... così» risposi arrossendo. Io che arrossisco? Da quando?

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