Capitolo 3

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Erano ormai le otto e quaranta di sera e George aveva cominciato a riempirmi di messaggi. Presi il cellulare in mano e lo chiamai. Christy era in bagno a farsi una doccia, così ne approfittai.

«Hey...» Rispose lui accettando la chiamata «Allora, Vieni?» Chiese poi.

«Non lo so. Non conosco nessuno e poi dipende cosa fate lì...» Dissi riferendomi all’ultimo messaggio che mi mandò, chiedendomi per l’ennesima volta se volevo andare a quella festa di cui mi parlava questa mattina.

«Le solite cose che si fanno a una festa, Mia. Si beve un po', c’è la musica e il resto. Dai, ti faccio conoscere dei miei amici» Disse cercando di convincermi.

«No, per stasera sto qui. La prossima volta verrò volentieri, ma adesso sono troppo stanca...» Dissi sedendomi sul letto

«Okay. Come vuoi, ma ti perderai una cosa spettacolare».

«Pazienza...» Risposi «Ora vado, ciao cugino.» Aggiunsi chiudendo la chiamata. Preferivo fumare una sigaretta in santa pace e sola, quella sera, piuttosto che andare a rincoglionirmi a una festa il primo giorno.  Senza dire nulla, presi sigarette e accendino e uscii dalla stanza. Uscii dagli alloggi e andai a sedermi su un muretto. Nascosta nel buio potevo osservare quello che facevano gli altri senza essere ripresa o criticata. La solitudine era mia compagna da qualche tempo, ormai. Con la punta dei denti, sfilai una sigaretta dal pacchetto e la accesi. Feci una lunga tirata a tutti polmoni e, da li, cominciai a rilassarmi sentendo la tensione e lo stress scivolare via da dosso. Buttai fuori il fumo lentamente e continuai a fissare tutte quelle persone andare verso la festa. Pochi minuti dopo, il cortile era praticamente deserto. Il silenzio mi permetteva di poter sentire il vento autunnale cullarmi e il rumore delle foglie mosso da esso. Era come se mi seguisse ovunque andassi.

«Mi fai accendere?» Chiese una voce maschile dietro di me. Ero totalmente assorta nei miei pensieri e, quando sentii la presenza di qualcuno alle mie spalle, sussultai. Mi girai all’indietro cominciando a guardarlo. È  lui Pensai guardando quegli occhi verdi. Girai il busto e misi l’accendino sotto la sigaretta pendente tra le sue labbra. Feci girare la rotella e la fiamma scattò verso l’alto. Fece un tiro e lo trattenne per qualche secondo, ma poi ecco ancora quel gesto: buttò il fumo in modo lento e aprendo leggermente, in una piccola fessura, le labbra. Mise la sigaretta tra le labbra e facendosi forza con le braccia, scavalcò il muretto sedendosi vicino a me.

«Sei nuova?» Chiese buttando fuori un po' di fumo.

«Si» Risposi tirando e inspirando.

«Ecco perché, non ti ho mai visto prima d’ora» Disse girando il capo verso di me. Io continuai a tenere lo sguardo fisso sulla luce della festa che trapelava tra gli alberi fitti.

«Non vai alla festa?» Chiesi.

«Tu?» Domandò, sviando la mia domanda.

«No. Stasera non è il caso...»

«Sei sicura?» Disse sistemandosi i capelli ricci. Cominciò a scuoterli con l’aiuto delle lunghe dita curate spostando di lato il ciuffo di ricci che gli cadeva sulla fronte.

«Si» Risposi.

«Se cambi idea, potremo trovarci lì» Disse alzandosi e tirando l’ultima boccata di fumo. Buttò la cicca tra lo spazio fra i suoi lunghi piedi e la pestò con quello destro.

«Tu di che anno sei?» Azzardai a chiedergli.

«Terzo» Rispose guardandomi.

«Se cambio idea, ci vediamo là.» Dissi guardandolo negli occhi verde smeraldo.

«Okay...» Disse accennando un sorriso. Riuscii a intravedere la fossetta che accompagnò il sorriso malizioso di questa mattina. Mi alzai dal muretto buttando via la cicca della mia sigaretta e cominciai a camminare al suo fianco. Guardai la sua figura slanciata muoversi in modo sicuro con la coda dell’occhio. Mi scappò un sorriso, ma non riuscii a capirne la motivazione. Quando arrivai all’entrata dell’alloggio, dissi:

Una ragazza diversa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora