Capitolo 9

162 12 0
                                    

Mi svegliai all’improvviso con il fiatone. Il petto si alzava e abbassava velocemente e il respiro mi mancava. Misi una mano sul petto sentendo il cuore battere all’impazzata. Notai la luce del bagno accesa, ma la porta socchiusa. Non mi piaceva intromettermi, ma pensai che potesse essersi sentito male durante la notte. Schiacciai il tasto di blocco del cellulare e la schermata s’illuminò mostrando le 02:24 di notte. Mi alzai e camminando piano andai davanti alla porta del bagno, appoggia delicatamente una mano sulla porta di legno bianco con l’intenzione di aprirla, ma poi bussai.

«Avanti» disse una voce roca molto fievole. Spinsi appena la porta e guardai all’interno. Vidi Harry con un pantaloncino e una canotta grigia indosso, seduto sul davanzale della finestra intento a fumare.

«Non riesci a dormire?» disse buttando il fumo dalle labbra. Girò il capo e cominciò a guardarmi.

«No, ho fatto un incubo…» risposi facendo una piccola pausa.

«Io non ho sonno» disse dandomi spiegazioni. Rimasi ferma in quel punto a fissarlo mentre contemplava il paesaggio illuminato dai lampioni che costeggiavano il perimetro del campus. I muscoli delle braccia ben accentuati e abbronzati, la luce lunare gli donava quel qualcosa in più che solitamente nessuno vedeva in lui. Sentivo i miei pensieri prendere il sopravvento, ma li bloccai in tempo. La voce roca di Harry interruppe il silenzio che ci circondava dicendo:

«Stavolta sono io a doverti ringraziare.»

«Per cosa?» chiesi veramente confusa, piegando la testa di lato. La massa di ricci si mosse e in un attimo davanti a me avevo il suo sguardo sincero.

«Per prima, per avermi portato qui. Chi sa che fine avrei fatto, ma penso proprio che mi avrebbero lasciato lì» disse abbassando lo sguardo e accennando un sorriso amaro.

«Non credo» risposi voltandomi e cercando di bloccare i suoi pensieri negativi lì da dove partivano. Tornai a immergermi nel buio dirigendomi verso il mio cellulare, verso il letto. Mi sedetti incrociando le gambe sulle coperte arruffate e presi in mano il cellulare sbloccandolo. Era tardi e sarei dovuta andare a letto, ma il sonno era scomparso. Non era il caso di rimanere lì. Sarebbe stato più opportuno andare via e stare fuori tutta la notte. Mi scappò una risata leggera, uscita a sbuffi dalle narici, pensando una cosa impossibile: “Potrei chiamare Jade e Clark per passare il tempo...”

Aprii la cartella dei messaggi e cominciai a scrivere velocemente a Jade dicendole:

“Hey stronzetta,

Non ho sonno e mi annoio. Cosa ne dici di venire fin qui per passare il tempo, alla nostra maniera?” premendo invio.

Mi alzai dal letto prendendo i miei vestiti e avvicinandomi alla porta del bagno. Quando ci arrivai davanti, essa si aprì completamente trovandomi a pochissimi centimetri dal petto di Harry. Cercai di dire qualcosa, ma la voce rimase rinchiusa nel profondo della mia gola. Sentivo il suo sguardo sopra di me, ma lo ignorai tenendo le distanze.

«Come mai i vestiti?» chiese dopo avermi fatta entrare, scostandosi.

«Non ho sonno e credo che andrò a fare un giro» dissi avvicinandomi a uno sgabello di legno e appoggiandoci gli indumenti sopra. Rivolsi uno sguardo veloce alla figura ferma immobile davanti alla porta spalancata.

«Ah» rispose alzando il mento e continuando a squadrarmi da capo a piedi. Gli chiedo se vuole venire? Non saprei,  pensai. Lasciai stare. Harry chiuse la porta e andò nella stanza adiacente lasciandomi sola. M’infilai velocemente i pantaloncini facendoli aderire bene alla mia pelle. Sfilai la maglietta e presi la canotta che indossavo prima di andare a letto, sistemandomi le spalline del reggiseno. Di là avevo il cardigan corto e le scarpe. Mentre raccoglievo la maglietta da terra piegandola bene, sentii la voce di Harry appena fuori dalla porta.

Una ragazza diversa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora