20. Finalmente felici

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"Quando tocca a me chiamatemi e risponderò"

A borbottare nel sonno, era stato il mastro Chiappa, disteso su un prato verde illuminato dal sole d'estate, le orecchie lunghe avevano abbandonato la tua testa, la barba bianca era tornata color del grano, e i ragli avevano lasciato la sua ugola.

"Devo dire il mio raggiante Priamo- il tessitore si svegliò guardandosi intorno spaesato- eilà? Pietrozeppa? Ciuffolo? Beccuccio calderaio?! Mort'impiedi? Ma buon Dio sono andati via tutti mi hanno lasciato qui a dormire...ho avuto una visione straordinaria...ho fatto un sogno, ma nessun cervello umano riuscirebbe a spiegarlo"

Si toccò la tanca del panciotto, e vi trovò un anello in oro, con del pelo d'animale ancora attaccato.

"Sarebbe un asino chiunque volesse incaponirsi nel provarci...mi demandava di essere...un asino...l'occhio dell'uomo non ha mai visto, l'orecchio dell'uomo non ha mai sentito la mano dell'uomo non è capace di assaggiare né la sua lingua di concepire né il cuore dell'uomo di raccontare cos'era il mio sogno, voglio che Pietrozeppa scriva una ballata sul mio sogno verrà chiamata..."Chiappa...ha sognato" perché niente ha acchiappato"

Si rimise in piedi prendendo la carriola su cui la sera precedente avevano portato i loro attrezzi di scena, e si incamminò verso Atena.

"Voglio cantarla poco prima della recita, davanti al Duca"

E mentre il tessitore faceva ritorno nella sua città, i suoi amici si disperavano nelle ricerche, si tiravano i capelli perché senza il loro protagonista lo spettacolo sarebbe andato a monte, ma chiappa non si fece attendere poi molto, causando la gioia de suoi colleghi non appena lo videro arrivare con tutti i loro attrezzi di scena, i suoi "ragazzacci" corsero ad abbracciarlo.

"Raccogliete le vostre cose! Date una ripassata alla parte! Tisme deve avere una camicia pulita, e lui che fa la parte del leone non deve spuntarsi le unghie, devono sembrare come artigli!"

Gli attori si impegnarono al massimo quel pomeriggio, e Pietrozeppa fece del suo meglio per creare una ballata dal sogno del tessitore.

Mentre i mastri si impegnavano per il loro spettacolo, nel giardino della corte del Duca si stava svolgendo un ricevimento meraviglioso.

"È strano mio Teseo il racconto di questi innamorati"

"Più strano che vero mia Ippolita io non ho mai creduto a questi racconti di favole e fate, ma sai la mente degli amanti è imprevedibile"

Purtroppo tutti accettarono il matrimonio dei nostri avanti meno il padre di Alexander, che abbandonò il ricevimento durante il Brindisi di Magnus.

"Orsù quali spettacoli, quali danze avremo per consumare L'eternità di queste tre ore che ci separano dal tramonto?"

Il consigliere di corte propose le varie scelte fra gli spettacoli al nobile Teseo, che tuttavia li rifiutò tutti, tranne quello più artigianale e grezzo, interpretato da mastri operai dalle mani callose, e da un Priamo sognatore.

Gli attori stavano pregando da ormai dieci minuti buoni, sia gli Dei che i santi e si bloccarono solo quando la musica nunziale annunciò l'arrivo delle coppie di sposi.

Beccuccio, che interpretava il muro, si era arrampicato su un palo di scena nella speranza di nascondersi, ma, nonostante fosse ben aggrappato al palo, i suoi colleghi lo fecero scendere e lo mandarono in scena.

"N-nello spettacolo che segue io B-Beccuccio r-rappresento un muro, un muro che per tutta l'opera con una fessura...attraverso cui gli amanti...a-attraverso cui gli amanti..."

Nella sala si alzò un leggero polverone di risate mentre Pietrozeppa provava a suggerire la battuta, ma Beccuccio, troppo emozionato, non la sentiva neanche.

"PIRAMO E TISME!"

Urlò in fine il baffuto, cosicché il "muro" andò avanti con il suo prologo, seguito dall'uomo della luna, dato che si era scoperto la finestra fosse murata, dal leone, da Piramo e in fine da Tisme.

Nonostante tutto l'impegno che ci misero in quello spettacolo, capitarono disastri su disastri, addirittura il cane dell'uomo della luna voleva partecipare allo spettacolo, se solo non fosse finito in braccio al Duca.

Al fine del lavoro, erano già preparati a ricevere un umiliazione, ma così non fu, il Duca scrisse personalmente una critica "in esecuzione egregia" il loro lavoro era stato apprezzato, e molto.

Quella sera gli attori festeggiarono, brindarono e ballarono, felici e spensierati come non mai.

"È ora di andare a letto tra poco è l'ora delle fate"

Sorrise Teseo agli sposi, allontanandosi con la sua diletta verso la loro camera.

Le tre coppie di sposi festeggiarono la loro unione, protetti dal calore delle lenzuola, e dalla benedizione di piccole lucciole, a donarsi ed amarsi l'un l'altro.

Fino allo spuntar del giorno ogni magra stia qui attorno, da ogni talamo noi andremo e la benedizione porteremo, e la prole lì creata, sia sempre fortunata e le tre coppie di amanti in amore sian costanti, e ogni stanza sia irrorata di rugiada consacrata, della casa poi il signore, sempre liete abbia le ore, su andate, non sostate e all'alba da me tornate.

Mentre gli sposi si amavano, vegliati dalle fate di Oberon e Titania, mentre gli attori festeggiavano, un folletto dispettoso si aggirava per le strade di Atena, Puck guardò davanti a se e con un sorriso si tolse il cappello inchinandosi.

"Se noi ombre vi abbiamo irritato, fate fate conto, così accomodato, di aver schiacciato un pisolino, mentre le visioni vi eran vicino, e questa debole, è vana, storia che solo di un sogno è la memoria buona notte signori e signore"

Così si allontanò il folletto, per le strade di Atena diretto chissà dove a portare scompiglio.

Questa storia è giunta al termine,
Ho amato scriverla con tutto il mio cuore, amo quest'opera e ho amato trasformarla in una fanfiction, spero piacerà a voi tanto quanto è piaciuto a me scriverla.

Votate e commentate ^-^

Cupido

Sogno d'una notte di mezza estate||Malec|| ||Saphael|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora