Capitolo 1

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<Anaїs mi daresti una mano in cucina per favore?> mi chiamò mia sorella facendomi quasi scattare sull'attenti <Certo!> mi alzai dal tappeto su cui ero sdraiata sguaiatamente per intrattenere i bimbi. Mi lisciai la pesante gonna a tubino grigia e andai in cucina.

<Potresti pelare queste patate? I bambini potranno fare a meno di te per qualche minuto, ho bisogno di aiuto qui, ora> ricambiai il sorriso e mi diressi verso il ripiano su cui giacevano le patate novelle.

<Come va al lavoro? Trovi del tempo per rilassarti durante la settimana?>
<Non c'è male, è un lavoro semplice e ho delle pause durante il giorno> mi guardò in silenzio prima di ricominciare a impastare la pastella delle frittelle.

<Sai credo di aver sentito che questa domenica sera ci sarà la festa di quartiere nel tuo e nelle vie vicine, ne sai qualcosa?> seppi fin dall'inizio che mi avrebbe indotto ad andarci, avrebbe voluto che io mi facessi delle amiche perché di certo non potevo vantarmi di averne a bizzeffe ma non ne sentivo la necessità.

<Credo di aver sentito anche io la stessa voce ma non ci andrò, devo svegliarmi molto presto lunedì> ci furono delle occhiate di telepatia tra lei e Trevor, che durante tutta la conversazione rimase in silenzio riparando una piccola perdita dal lavandino, erano complici del fatto che quella sarebbe stata esattamente la risposta che avrebbero ricevuto.

La cena fu squisita, Annika era molto brava ai fornelli, io lo ero molto meno, imparai l'indispensabile, negli anni in cui lei già si perfezionava.

<Ho recentemente cambiato cuoco al ristorante, Luke si è trasferito in Canada da suo fratello purtroppo. Vorrei testassimo la nuova cucina. Che ve ne pare se domani andassimo a pranzo lì?> Trevor guardò me e Annika distraendosi dal tagliare la sua fetta di carne
<Certo mi sembra una buona idea, per te va bene Anaїs?>
Annuii <Certo, anche se amavo la cucina di Luke>, mia sorella si finse offesa <Pensavo amassi la mia>
<Sono due amori differenti e poi nel mio cuore c'è spazio per entrambi> ridemmo, era una bella sensazione ridere ogni tanto, loro mi facevano sentire più leggera, ero grata ad averli.

<Allora ci vediamo domani?!> presi il cappotto e il capello pesate preparandomi alle fredde temperature che mi avrebbero avvolto una volta uscita fuori di casa.
<Sei sicura che tu non voglia rimanere qui stanotte? Ormai è tardi> Annika face il suo ultimo tentativo vano
<No, tranquilla Annie ci vediamo domani>.
Ci abbracciammo per poi guardarci negli occhi qualche secondo.

Era proprio bella la mia Annika, occhi grandi e scurissimi con delle ciglia lunghe e dei capelli arricciati perfettamente in delle onde sinuose di un castano scuro, praticamente il contrario di me che avevo occhi azzurri e capelli tendenti al biondo.

Trevor mi aspettò sulla strada con il motore acceso così da farlo riscaldare un po'. Mi allacciai la cintura e sprofondai sul sedile morbido dell'auto.
<Annika è solo preoccupata per te, non prenderla male se fa qualche domanda di troppo, vorrebbe che tu avessi più compagnia e meno solitudine> fu Trevor che ruppe il silenzio iniziale.
<Sì, so che vorreste vedermi sempre felice, ma non posso lamentarmi, sto bene e per me va bene così, è il massimo a cui avrei potuto aspirare dopo questi anni> cercai disperatamente altre parole da aggiungere, avevo tirato tutto troppo in fretta e troppo duramente, ma non riuscì ad alleggerire quelle parole aspre.

<Sai, delle volte -fece un respiro profondo, voltandosi verso di me per poi tornare sulla strada- vorrei essere stato in grado di impedire a mio fratello di arruolarsi. Ero suo fratello maggiore avrei potuto avere potere su di lui in una scelta così impegnativa. In questo momento Lewis sarebbe potuto essere qui al mio posto in quest'auto, dopo una cena divertente a casa nostra, intento a farti ridere ancora con qualche sua tipica battuta perché adorava la tua risata. Forse -prese un altro respiro profondo senza mai voltarsi dal mio lato, probabilmente per non incontrare i miei occhi già vacillanti- forse al sedile posteriore ci sarebbero stati anche dei bambini...>

<Basta, non dire altro Trevor -non lo feci continuare, forse i ricordi bruciavano ancora molto una volta spolverati- non è colpa tua, nessuno avrebbe potuto farlo desistere da quella sua scelta, e poi non c'era nessun pericolo apparente, non potevamo saperlo>
<Immagino di sì Anaїs, immagino di sì>

Sprofondammo nuovamente nel silenzio iniziale, era necessario per entrambi, queste cose non ce le eravamo mai rivelate, il mio dolore era evidente anche se silenzioso mentre il suo ha cercato di celarlo fin da subito, per proteggere Annika e me, un tempo noi quattro eravamo una squadra.

Una coppia di sorelle che si era innamorata di una coppia di fratelli. Al di là dei rapporti di coppia vi era una sana amicizia tra me e Trevor e tra Annika e Lewis. Con lui se ne andò la serenità di tutti.
<Credo che conoscere gente nuova ti farebbe bene, nuove amiche con cui passare il tempo o magari un nuovo amore... non puoi sopravvivere per sempre, devi porti dei nuovi obbiettivi>

Non riuscii ad immaginare come fosse possibile che queste parole potessero uscire dalla sua bocca, doveva essere uno sforzo inimmaginabile.
Non risposi, non avevo nulla da dire, se non tanti pensieri confusi in testa. Per fortuna accostò di fronte casa mia e mi congedai finalmente <Buonanotte a domani!> <A domani Anaїs>.

Una volta aperta la porta di casa, Trevor ingranò la marcia e ripartì mentre io entrai in casa e per primissima cosa rimossi le scarpe con il tacco nel giro di pochi secondi, mi accasciai sul divano che giaceva a pochi metri dalla porta d'ingresso, in soggiorno, e le lacrime che avevo cercato di reprimere vennero a galla silenziose.

Dopo qualche secondo mi costrinsi a raggiungere il piano di sopra, si era fatta una certa ora ed era quella di dormire. Misi i vestiti sulla poltrona ad angolo del letto e indossai una vestaglia più pesante del solito, dati i forti brividi che castigavano la mia schiena.

Dalla fretta e dalla poca grazia, dalla mia collana dorata si sganciò il ciondolo che negli ultimi giorni aveva iniziato ad allentare la sua presa alla catenina. All'interno vi erano a sinistra una foto di Lewis, fiero nella sua divisa da luogotenente, a destra la fotografia di una bambina, Edna, che suscitava in me la voglia di sapere sempre più se fosse ancora viva o se fosse serena e felice, dopo anni che non avevo sue notizie.

ᴛɪᴍᴇʟᴇss⏳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora