19.

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Jungkook's POV
Osservo il mio riflesso allo specchio, deglutendo nuovamente.
Non credo di essere mai stato così nervoso in vita mia. Forse solo la mia prima volta su un palco.
Osservo le mie scarpe, lo smoking e infine il mio viso. Poi ricomincio da capo.
È mezz'ora ormai che ricontrollo il tutto, per paura che anche il minimo dettaglio sia fuori posto.
Voglio fare bella impressione sulla famiglia di Eleanor e per riuscirci tutto deve essere perfetto.
Ricordo di non aver dormito ieri notte, dopo che mi ha dato la notizia. E oggi per tutto il giorno non ho pensato ad altro.
Voglio che mi accettino. Che capiscano che sono quello giusto per Eleanor. Che siamo fatti per stare insieme.

<< Sei perfetto. Smettila di torturarti>>

Alzo lo sguardo sul suo riflesso.
È avvolta in un elegante tubino nero, abbinato a dei tacchi dello stesso colore.
I suoi capelli sono raccolti in un'ordinata coda alta e i suoi occhi sono leggermente truccati.
Non potrebbe essere più bella.
Mi osserva, appoggiata allo stipite della porta.

<< E se qualcosa andasse storto?>> chiedo, tornando a guardarmi.

<< Jungkook...>> mi raggiunge, facendomi voltare verso di se.
<< Nulla andrà storto.
Mio padre ti adorerà. Ne sono certa>> mi rassicura.

Annuisco, per niente convinto.

<< Sei bellissima>> dico, osservandola meglio ora che è davanti a me.

Sorride, abbassando lo sguardo, mentre le sue guance si colorano di rosso.
Le faccio alzare il viso, posandole due dita sotto il mento, poi le lascio un dolce bacio sulle labbra.

<< Sei pronto?>> sussurra quando ci stacchiamo.

Prendo un grande respiro, poi annuisco.

<< Si>>

Lei mi sorride.
Infine incrocia la sua mano con la mia.
Mi guida verso la porta di casa, mentre sento l'anello che le ho dato contro le mie dita.
Sorrido involontariamente, ripensando a quello che le ho detto e che lei per fortuna non ha sentito.

<< Non ti aspettare che mi metta in ginocchio. Quello lo farò in un'altra occasione...>>

Non che non voglia farle sapere che vorrei passare il resto della mia vita con lei, ma arriverà il momento giusto per dirglielo, spero.

Sale in macchina, portandosi il telefono all'orecchio, mentre io mi metto alla guida, partendo.
Non c'è bisogno che mi dia indicazioni.
Mi ha spiegato più o meno dove si trova l'hotel dove alloggia la sua famiglia e, conoscendo Seul meglio di lei, ho capito all'istante che si tratta dell' Salazar Hotel.

<< D'accordo, tra poco saremo lì...ciao>> dice, per poi chiudere la chiamata.

<< Tuo padre?>> chiedo.

<< No, il mio fratellastro. Non vedono l'ora di conoscerti>> mi sorride.

Io ricambio, un po' preoccupato.
Arriviamo al Salazar fin troppo presto. Eppure ho cercato di guidare il più lentamente possibile.
Scendo dalla macchina, aiutando Eleanor a raggiungermi.
Poi le porgo il braccio, che lei stringe sorridendomi. Infine ci avviamo verso l'entrata.
Arrivati nella hall, noto tre corridoi differenti.
Uno davanti a noi che arrivato in fondo si divide nuovamente in due.
Quello a destra, ha davanti una porta scura che non permette di vedere nulla.
Mentre quello a sinistra, ha un piccolo cartello nero con su scritto la parola "ristorante" in oro, accompagnata da una piccola freccia dello stesso colore.

𝐑𝐞𝐰𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐡𝐞 𝐒𝐭𝐚𝐫𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora