Prologo

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Classico venerdì mattina: la sveglia suona alle 7:30, il mio fratellino di 10 anni è in cucina ad urlare contro mia madre perché ha fame ed io sto guardando il soffitto sperando che questo incubo chiamato scuola finisca. No, non odiavo la scuola per via dei vari compiti che lasciano ogni giorno, odiavo la scuola per le persone che ci stavano dentro.
Frequento un liceo scientifico, amo la mia scuola, mi piacciono perfino i professori ma i compagni non riescono a farli andare giù, o meglio, sono loro che vogliono farmi andare giù.
Non sono il massimo della bellezza, i miei voti sono altissimi e ho un senso dell'ironia pari a zero.
Credo sia per questo che i miei compagni mi prendano in giro, certamente di più per il fatto che la mia bellezza non sia il massimo.
Faccio il terzo anno e non ho mai avuto un ragazzo, breve storia triste eh?
Vivo con mia madre, Alexander, il suo nuovo marito, e il bambino che ha avuto con Alexander.
Già nuovo marito, lei e mio padre hanno divorziato quando io avevo due anni e mio fratello maggiore quattro, esatto ho anche un fratello maggiore che però vive con mio padre.
Si chiama Jonah, ricordo pochissime cose di lui, avvolte che sentiamo per messaggio ma nulla di più, invece riguardo a mio padre non ho nessun rapporto con lui, anche di lui ricordo vaghe cose e se provo a chiedere a mia madre lei mi zittisce e cambia discorso, quindi dopo un po' ho smesso di chiedere.
Lei invece si sente con Jonah qualche volta, mamma dice che io e Jonah ci somigliamo ma in realtà io penso di no, Jonah è un bel ragazzo, molto simpatico e con tanti amici mentre io sono tutto il contrario, il mio unico "amico" è il mio fratellino di 10 anni.
"Clarisse, scendi a fare colazione" mia madre che mi urla dalla cucina alle 7:40 del mattino è davvero fantastico.
Non mi sono ancora presentata, mi chiamo Clarisse Marais e ho 16, quasi 17, anni.
Non molto alta, con occhiali, vestita in modo un po' squallidino e un po' bruttina.
Si, so di vestirmi in modo non piacevole per gli altri però è il mio stile, per cui mi accontento.
"Arrivo mamma"
Che la giornata abbia inizio.
"Matthew voleva i waffles per cui ecco a voi i waffles"
Matthew è il mio fratellino.
Si avvicina con quel piatto pieno di waffles caldi che mi fecero venire l'acquolina in bocca.
"Dammene solo uno per cortesia, non voglio rischiare di prendere qualche chilo."
"Dovresti smetterla con queste cose Claire, sei in perfetta linea, non hai bisogno di mangiare poco."
Ebbene sì, il mio fisico era l'unica cosa che mi piaceva di me.
"Ne voglio ugualmente una."
"Domani io e tuo padre andr-"
"Non è mio padre."
Mi dispiaceva interromperla mentre parlava ma le ho sempre detto che non l'avrei mai considerato come padre ed il fatto che lei ci provi ogni santa volta mi da sui nervi.
"Io e Alexander andremo al centro commerciale, vuoi venire anche tu?"
"E Matthew?"
"Ha una festa di compleanno"
"Preferirei rimanere a casa a studiare"
"Tesoro, se per una volta non studi i tuoi voti non caleranno di certo, sono sicura che i professori chiuderanno un occhio per una volta. Vieni con noi a fare shopping, sono sicura che troverai qualcosa di carino da indossare."
Ah ecco dove voleva andare a parare.
"No, sto bene così. Grazie lo stesso"
Non disse niente, così dopo aver finito la colazione mi diressi verso scuola.
Appena entrai in classe ci fu una risata generale, come tutti i giorni direi, ma ormai non ci facevo più caso.
"Dove hai lasciato l'apparecchio Marais?"
Ecco, se tu fossi più sveglio sapresti che non ho mai portato l'apparecchio, avrei voluto rispondere.
"Hai mai fatto una ceretta o credi che i peli vadano via da soli?"
Puntualmente ogni mese faccio la ceretta, avrei voluto rispondere anche a lui.
Continue battute e risatine che potevano piacere solo a loro. Certo si, inizialmente ci stavo male ma poi ci ho fatto l'abitudine.
Dopo 6 tremende ore tornai a casa e ad aspettarmi ci fu mia madre con le braccia incrociate seduta sul divano.
"Mamma, è successo qualcosa?"
"Si. Tuo padre è morto."
"Alexander è morto?"
"No Clarisse, ho detto tuo padre."
Certo non lo conoscevo ma mi dispiaceva tantissimo, è pur sempre mio padre anche se non l'avevo mai conosciuto.
"Come?"
"Incidente stradale."
"E tu come stai, mamma?"
"Io sto bene, tu invece?"
"Oh beh, anche se non lo conosco per niente mi dispiace per lui."
Restammo per variati minuti in silenzio ma dopo lei ricominció a parlare.
"C'è dell'altro."
"Dimmi."
"Tuo fratello verrà a vivere da noi."
"Oh beh è una bella notizia."
"Speriamo."
"Perché questo 'speriamo'?"
"Non voglio che Jonah si possa sentire a disagio qui. Insomma, dopo 14 anni venire a stare qui a Londra è un po' dura per lui, dovrebbe cambiare tutto."
"Sono sicura che riuscirà ad ambientarsi per bene, lui è un ragazzo molto socievole. Sono sicura che piacerà a tutti."
"Si, proverò a pensare positivo."
"Mamma, davvero non hai motivo per non farlo. Ho parlato con Jonah alcune volte ed è davvero il ragazzo più socievole che abbia mai visto, si troverà bene."
In tutto questo non avevo ancora chiesto quando sarebbe arrivato.
"Sta sera, è già in viaggio. Tuo padre è morto cinque giorni fa ed io ho avuto la notizia solo adesso."
Okay, mio fratello maggiore, che non vedo da 14 anni, sta per trasferirsi qui con noi definitivamente, penso.
Forse la mia vita potrebbe migliore un po'.

Ei, questo è il prologo della mia nuova ff. Spero tanto vi piaccia e non preoccupatevi: con il tempo diventerà sempre più interessante (o almeno spero) ahaha.
Inoltre vorrei ringraziare tantissimo aliceboarotto per la fantastica copertina che ha realizzato. ❤️

Brother - Jonah MaraisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora