Capitolo 8

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Era venerdì e dovevo ancora trovare una scusa da dire a Jonah per uscire con Daniel domani. Non sono sicura di volerlo fare, insomma, mentire a mio fratello per uscire con un ragazzo non è affatto del mio genere, ma lo sto facendo per lui, per scoprire cosa lo turbava così tanto.
Nel frattempo le prime tre ore erano passate ed arrivava la fatidica ricreazione.
Odiavo la ricreazione, non per cosa ma è davvero orribile strusciarmi con mio fratello ogni giorno per un quarto d'ora, ed anche più quando lo becco in giro.
"Clarisse, vieni qua su."
Va bene, che cominci lo spettacolo.
"Dammi un bacio su."
Ma è uscito fuori di testa per caso?
Lo guardai come nel dirgli se fosse serio o meno.
Mi sussurró un "fidati di me."
E allora lo feci, baciai mio fratello, di nuovo. Era davvero una cosa un po' triste da dire.
Daniel guardò in modo disgustato.
Cosa vuole? Sa in che situazione sono.
Il teatrino finí e tornammo tutti in classe.
"Potreste almeno evitare di fare determinate cose, almeno davanti la mia persona."
Ma come parla? Bah.
"Siamo o no liberi di fare ciò che vogliamo?"
"Si ma non davanti a me, è disgustoso."
"Non è comunque affar tuo."
"Hai deciso cosa dirgli per domani?"
"Continuano a non essere affari tuoi."
"Dio mio, che acidità."
"Si si."
"Volevo solo aiutarti Clarisse."
"Non c'è n'è bisogno, vienimi a prendere alle 19:30 e basta, grazie mille."
"Diventi sempre più gentile, mi fa piacere questo."
"E tu sempre più simpatico."
"Eh si, è una qualità."
Decisi di ignorarlo e lasciarlo perdere.

Sabato mattina.
Questa sera sarei dovuta uscire con Daniel e non avevo ancora detto nulla a Jonah.
Potrei agire e improvvisare, oppure potrei studiare un discorso ben preciso e metterlo in atto.
Vada per la prima.
"Jonah."
Ma esattamente dove avevo preso il coraggio?
"Clarisse, dimmi."
"Esco con un ragazzo sta sera."
"È della nostra scuola?"
"Sì."
"Non sa che stiamo insieme?"
"Sa che fingiamo."
"Come scusa? Sei pazza?"
"No, so cosa faccio."
"Chi è?"
"Se diventa una cosa seria te lo dirò."
"No Clarisse, voglio sapere se ci si può fidare o meno."
"Si, puoi."
"Voglio sapere chi è."
"Te l'ho detto Jonah."
"Ed io ho detto che voglio sapere chi è."
"Devo andare."
"Ferma dove sei."
Uff. Dovevo uscire e basta.
"Daniel Seavey. Adesso smettila di rompere e lasciami vivere la mia vita."
"Ah ah ah. Tu non esci da questa casa per uscire con lui."
"Non voglio sapere nulla Jonah, è la mia vita, non la tua, e fino a prova contrario faccio quello che voglio."
Me ne andai decisa a non sentire le altre sue scuse.
Non mi feci tutti quei complessi su cosa mi sarei messa, misi la prima cosa che mi capitò davanti gli occhi, volevo solo delle spiegazioni, nulla di più.
Erano le 19:30 e, puntualissimo, Daniel suonò.
Giù c'era Jonah che mi aspettava per farmi cambiare idea, ma invano, ovviamente.
Quindi salii subito in macchina ignorandolo.
"Cosa hai detto a Jonah?"
"La verità."
"E l'ha presa bene?"
"No, ma l'ho ignorato."
"Questa non me l'aspettavo."
Decidi di cambiare discorso.
"Dove mi stai portando?"
"A casa mia."
"Come?"
"Sì, ho un terrazzino niente male, ho pensato che fosse carino."
"Una pizza è troppo semplice?"
"Sì."
Uff.
La sua casa era davvero carina per quello che avevo visto di sfuggito, la terrazza non è "niente male" come lui la descriveva, era davvero molto bella.
"Allora? Sono qui per un motivo Daniel."
"Come potevo pensare che tu fossi perché ti interessassi almeno solo un po'?"
Non ho capito bene.
"Avevamo un'accordo no? Non parlare così, come per farmi sentire in colpa. Sono qui per aiutare mio fratello e lo farò. Quindi, cortesemente, parla."
"A mia sorella non piaceva Jonah, faceva finta di facerlo per non farlo stare male visto che lui ne era pazzo."
"Eh?"
"Sí. Abbiamo ideato questo piano per non farlo stare più male, visto che se avesse saputo che mia sorella non era innamorata di lui sarebbe uscito pazzo."
"Quindi l'hai fatto per lui?"
"È quello che cerco di dirti da un paio di giorni, Clarisse."
"Dovresti dirlo a lui adesso che è passata."
"No, potrebbe non credermi. Penserebbe che lo faccio solo per farmi permettere di stare con te."
"Io e te non staremo insieme."
"Questo è tutto da vedere."
Mi fece un sorriso. Faceva così tanto ridere?
"Io ho già visto, fidati."
"Tu parli un po' troppo."
Cercò di baciarmi ma mi allontanai. Forse non ha capito bene.
Era una classica frase di un film, ma noi non siamo in un film.
"Non capisco.."
Cosa esattamente?
"Cosa non capisci nella frase "noi due non staremo insieme"? Davvero, spiegamelo."
"Niente, lascia stare. Io pensavo che- no, nulla."
"Cosa? Cosa pensavi Daniel?"
"Nulla."
"Si è fatto tardi."
La mia frase da film era più credibile della sua.
"Sicuro. Ci vediamo domani."
"Perfetto. A domani."
Mi accompagnò alla porta dicendomi un "mi dispiace.".
Varcato la soglia di quella porta ero confusa: c'era una parte di me che vedeva solo Daniel come un semplice amico, ma c'era una parte, una piccolissima parte, che si è pentita di quello che ho fatto perché avrebbe voluto che lo baciassi.
Ero davvero confusa, ma insomma, è solo una piccola parte di me stessa che si pente, quindi avrò fatto sicuramente bene, no?
Forse avrei fatto meglio a baciarlo, forse però.
Ma a me non piace Daniel, ne sono più che convinta, mi dispiace per lui ma tra noi due non ci potrà mai essere assolutamente nulla.

Ei eiii, sono riuscita ad aggiornare anche se il mio telefono è rotto e sto scrivendo da un altro.
Scusatemi molto per il ritardo :(
Cosa ne pensate di questo capitolo? Mi dispiace che non sia il massimo, vi prometto che nel prossimo mi rifarò (almeno spero).
Bacii 💖
— D

Brother - Jonah MaraisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora