Capitolo 2

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Cosa aveva combinato Jonah? Non può aver detto sul serio una cosa simile, è impazzito per caso?
"Seriamente? Il suo ragazzo? Nah non credo sia possibile che uno come te stia con una come lei" Si intromesse anche Amanda Simpson, la odiavo con tutta me stessa. Anche lei faceva parte della combriccola di Noah.
"E che dovrei stare con una persona così odiosa come te?"
Lei fece una risata amara.
"Sei appena arrivato e già ti permetti di etichettare le persone? Potrai essere anche molto carino ma con me non attacca, non mi dai minimamente fastidio, ti sto solo facendo capire chi comanda e sono sicura che se non capisci al più presto chi sono le persone da frequentare finirai ad essere un ragazzo invisibile, come la tua presunta fidanzata qui presente. Si ci vede in giro... Ah come hai detto che ti chiami?"
Fece le virgolette su fidanzata, era ovvio che non ci credeva nessuno. Jonah è decisamente troppo per una come me, e poi è mio fratello, cosa più importante di tutte.
"Non l'ho detto."
"Beh dillo adesso. Puoi farlo."
"Posso farlo? Oh wow, incredible, adesso che tu mi hai dato il consenso ti dirò senz'altro il mio nome."
Lei lo guardò in segno di sfida. Peccato che per Amanda non esistevano le sfide, erano tutte delle guerre, e questa stava per diventare una guerra con Jonah.
"Piacere Amanda Simpson, in realtà non è un vero e proprio piacere ma dovresti accontentarti."
"Mi sarei accontentato anche se tu non fossi mai venuta a questo tavolo, la tua presenza mi urta un po'. Adesso credo sia meglio che tu vada via, vorrei stare un po' con la mia ragazza, quindi considerando che questo è il mio tavolo ti consiglio di andare via da qui visto che tutti ti stanno guardando e stai sicuramente facendo una brutta figura. Wow, umiliata dal tipo nuovo. Va al tuo tavolo, Simpson."
Lei lo guardava malissimo, ho davvero paura per mio fratello ma a quanto pare sa cavarsela abbastanza bene.
"Il tuo nome, non posso chiamarti ragazzo nuovo."
"Puoi anche non chiamarmi. Andiamo Claire, certe persone sono così ossessionate che non vanno via neanche se lo chiedi gentilmente."
Fece il suo solito ghigno, mi prese per mano e andammo sotto le scale a chiarire.
Era completamente pazzo.
"Cosa diavolo ti è saltato in mente?" Lo rimproverai, se qualcuno avesse scoperto che stava solo fingendo e che è mio fratello sarebbe diventato tutto peggio di prima.
"Fidati di me. So come funzionano queste cose, quando una ragazza si fidanza magicamente tutti i ragazzi le vanno dietro e cominciano a notarla. Lo dico perché lo faccio anch'io."
"Sei spregievole Jonah, come puoi fare una cosa del genere?"
"Non lo faccio mica spesso eh. Comunque, fingerò di essere il tuo ragazzo fino a quando sarà necessario, tu ti prenderai molta più cura di te stessa e riuscirai finalmente a trovare qualcuno adatto a te, nel mentre daremo una lezione a quella vipera di Amanda Simpson e faremo vedere a Noah Mitch chi è davvero Clarisse Marais."
"Si ma Jonah, siamo fratelli."
"Nessuno lo sa qua, il fatto che ci chiamiamo entrambi Marais è solo una coincidenza."
"Si ma nessuno ci crederà."
"Lo faranno perché noi ci comporteremo come una vera e propria coppia."
"Ma sei pazzo? Fratelli. Siamo fratelli."
"Se mi darai qualche bacio non sarà terribile, stesso per me. Sono solo dei baci."
"Uhm, va bene."
"Perfetto, adesso ti accompagno in classe come una bravissimo fidanzato e poi ti darò un bacio sulla fronte, preparati psicologicamente sorellina. Dai andiamo."
Ovviamente mi accompagnò in classe dandomi la mano e fece tutte le cose che mi aveva preannunciato prima.
Non pensavo potesse fare qualcosa del genere, Jonah mi stupisce sempre di più.

Amanda era lì che ci fissava mentre noi fingevamo di essere fidanzati, aveva sicuramente capito che c'era qualcosa sotto. Ovviamente scoprì il nome di mio fratello, fortunatamente solo il nome, niente cognome, se no sarebbe stato davvero terribile.
Ad un certo punto la vidi alzare la testa soddisfatta dal computer e dirigersi verso me e Jonah che in queste ultime settimane ci eravamo fatti tanti amici.
"Buongiorno. Ad entrambi. Anzi, a tutti."
Faceva davvero tanta paura.
"Si, buongiorno anche a te" disse Jonah.
"Sapete, sono qui per dirvi qualcosa di davvero importante."
Si sedettete sui posti davanti noi due e dopo circa quindici minuti esordì cosa stava per dire.
"È Marais il tuo cognome, non è vero? Potreste essere fratelli voi due. Non state realmente insieme."
Bingo.
"Quindi fammi capire, due che hanno lo stesso cognome ma che non hanno nessun grado di parentela non possono stare insieme perché lo dici tu?"
"E allora potevi benissimo dirmi subito il tuo cognome se non avessi avuto il bisogno di nasconderlo."
"Non ho bisogno di nascondere nulla, piuttosto ho evitato per queste tue pare mentali insensate che mi stanno urtando parecchio.Quindi adesso basta, ci si vede."
Cercava di non ridere, e ci riuscì almeno fino a quando non ci fummo allontanati dagli altri.
"Sapevo che era una pessima idea."
Dissi anche un po' divertita.
"Oh andiamo quando ti capita che tuo fratello fa finta di essere il tuo ragazzo per aiutarti un po'?"
"Direi che non capita spesso, sarebbe strano se fosse così."
Ci mettemmo a ridere fragorosamente, con Jonah stavo davvero bene, è il fratello migliore che qualcuno possa mai desiderare, non mi sarei mai aspettata tutto questo da lui.
"Voi due, cosa fate qua? Correte subito in classe su su."
Era Martin, il bidello, lui sapeva che noi due eravamo fratelli, ci aveva sentiti parlare e gli abbiamo chiesto di non dirlo a nessuno e lui, fin ora, sta mantenendo la sua promessa, ottimo lavoro Martin, sei tutti noi.
Ah eh si, grazie a Jonah il mio umorismo si è alzato di circa del 10%. Mio fratello è semplicemente il mio eroe.
Davvero, senza di lui non so in che situazione mi troverei in questo momento, probabilmente in quella "normale", ovvero come ho passato i primi tre anni del liceo, oppure magari avrei deciso di non andare più a scuola ma di farmi fare delle lezioni private perché non sopportavo più gli insulti. Ma per fortuna era arrivato Jonah.

Eravamo a lezione e ad un certo punto mi arrivò un bigliettino di carta con scritto: "So la verità. Vediamoci alla villa comunale alle 21:37 esatte, non mancare o non sarò l'unic* a saperla."
Okay, questo sì che era un vero e proprio casino. Sarebbe andato tutto a rotoli e stava andando così bene.
Perché succede tutto esattamente a me?

Ei, scusate per eventuali errori ma sono stanchissima e non ho riletto il capitolo. Domattina, non appena rileggerò il capitolo aggiusterò gli errori (ovviamente se ci sono).
Spero tanto vi stia piacendo questa storia.
— D 💭

Brother - Jonah MaraisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora