Sto annegando: non riesco a respirare, cerco di uscire dall'acqua, ma una lastra di vetro mi separa dalla superficie. Cerco di romperlo battendo con i pugni, ma sono troppo debole, urlo e l'oscurità mi avvolge.
Un rumore sferragliante mi sveglia di colpo. Ho il respiro affannato e tossendo butto fuori tutta l'acqua che mi è entrata nei polmoni. Mi viene da vomitare, deglutisco ed è come aver mandato giù dei chiodi che mi hanno graffiato la gola.
Non vedo assolutamente niente.
Ho paura: mi rannicchio facendomi più piccola possibile. Sposto una mano, sussulto e la ritraggo quando la sbatto contro qualcosa. Mi faccio coraggio e cerco di capire che cos'è. Muovo la mano avanti e indietro seguendo il profilo dell'oggetto: è liscio e lungo all'incirca come il mio braccio: è un tubo di metallo. Lo afferro e me lo poso in grembo: più tardi potrebbe servirmi.
La gabbia deve mi trovo, perché è di questo che si tratta: una gabbia che sta velocemente muovendosi verso l'alto, sobbalza e io mi ritrovo stesa a terra con il mento che pulsa in quanto l'ho sbattuto a terra, ma almeno non era la faccia, no?
Finalmente il mio cervello decide di mettersi in funzione e comincia a formulare le prime domande: dove mi trovo? Perché sono tutta bagnata? Ma soprattutto perché non mi ricordo niente della mia vita? Mi rendo conto della verità di quest'ultima domanda, mi sale un groppo alla gola e un peso mi comprime lo stomaco tanto che quasi non riesco a respirare. Voglio piangere, vomitare, gridare a squarcia gola, ma non faccio niente di tutto ciò, rimango ferma, pietrificata come una statua. Il panico ormai mi ha travolto, ma cerco di tranquillizzarmi pensando che è impossibile non ricordarsi niente e che mi verrà in mente tutto tra poco. In parte questa tecnica funziona.
Intanto la gabbia continua la sua oscillante ascesa e ogni tanto viene scossa da fremiti violenti seguiti da cigolii inquietanti.
Non so quanto sia passato, sembrano ore, forse solo qualche minuto da quando la gabbia ha iniziato a muoversi e ad un tratto si ferma facendomi perdere nuovamente equilibrio, ma non la presa sulla mia arma difensiva.
Aspetto, ma non accade niente. Mi rendo conto che forse è più inquietante l'assenza di suoni, rispetto a tutto il rumore di prima, così mi faccio forza e grido con tutta la forza che ho: "C'è qualcuno? Aiuto!" e batto qualche colpo per terra con il tubo. Smetto appena sento un secco rumore metallico che proviene dal soffitto, guardo verso l'alto, ma una luce accecante mi obbliga a coprirmi gli occhi con un braccio, mentre stringo forte il tubo con altra mano in modo da essere pronta a colpire chiunque voglia farmi del male.
*Angolo autrice*
Ciao a tutti!
Ho voluto inaugurare il primo giorno di scuola con la mia prima fanfiction per renderlo meno traumatico. E' da un po' che ho voglia di scriverne una e finalmente ho trovato il coraggio e il tempo di farlo.
Visto che è un prologo non ho voluto rivelare molto, anzi direi che non ho rivelato niente, ma state certi che i prossimi capitoli saranno più belli. Mi scuso per gli errori grammaticali che potreste troverete: qualcosa mi è sfuggito di sicuro.
Cercherò di pubblicare un capitolo alla settimana, probabilmente di domenica (oggi è stata un'eccezione😉), ma a volte potrei avere dei ritardi a causa degli impegni scolastici.
Spero vivamente che vi piaccia e che non sia noiosa. Scrivetemi nei commenti qualsiasi sia la vostra opinione sulla mia storia: recensioni positive o negative, purché siano costruttive!
Ci sentiamo domenica con il prossimo capitolo.
A presto Pive❤️
Irene
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Ricorda, Sopravvivi, Corri [SOSPESA]
FanfictionTutti i mesi la scatola risale portando con sé un Fagiolino impaurito e dimentico di tutto ciò che lo riguarda tranne il suo nome. Ma questa volta qualcosa è cambiato, nella Radura arriva per la prima volta una ragazza: Irene. Durante la sua permane...