14. Rabbia

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Esco subito dopo di Nick e mi dirigo verso gli Orti. Ripenso alle parole di quei due e mio malgrado la rabbia torna ad impossessarsi di me. Ho voglia di fare a pugni con qualcuno. Non capisco come gli insulti di due sconosciuti mi facciano così arrabbiare, ma non riesco a calmarmi. Forse mi da fastidio il fatto che Oscar sia rimasto dalla loro parte e non mi abbia difeso. Non lo so.

Cambio direzione e mi dirigo verso le Faccemorte. Comincio a correre e mi fermo solo quando non sento più gli schiamazzi dei Radurai e l'oscurità della foresta mi avvolge. Urlo di frustrazione e mi scaglio contro un albero. Lo colpisco forte, incanalando la mia rabbia ad ogni colpo, immagino di avere la faccia di quelle teste di caspio davanti e colpisco ancora e ancora e ancora. Non sento nessun tipo di dolore, probabilmente dovuto all'adrenalina del momento. Non riesco più a smettere, colpire quest'albero mi fa sentire, mio malgrado, bene.

Dopo un bel po' di pugni la rabbia comincia a scemare e mi ritrovo a singhiozzare senza motivo. Sono davvero strana, questi sbalzi d'umore improvvisi mi fanno impazzire. Tiro altri due pugni al tronco e mi accascio a terra stringendo le ginocchia al petto e abbandonandomi ad un pianto liberatorio. Un dolore acuto alle mani mi riporta alla realtà e controllo come sono messe dopo tutti quei colpi: ricoperte di sangue e la pelle sulle nocche frastagliata. Inorridisco davanti a questa scena raccapricciante. Mi faccio paura da sola. Sono vuota, non sento niente, ne' emozioni ne' suoni e non ho proprio la forza di tornare alla Radura, quindi rimango semplicemente seduta sotto l'albero con cui me l'ero presa a guardare il vuoto davanti a me.

Non so quanto sono rimasta in questa posizione, ma mi riscuoto sentendo urlare il mio nome. E' Newt. Vorrei che mi lasciasse in pace, ma ho anche tanta voglia di stare con lui per un po', però ho paura, paura di ciò che penserà quando si accorgerà di quello che ho fatto. Il suo sguardo arrabbiato e triste che mi giudica, forse non vorrà più stare vicino a me e non potrei sopportare il suo allontanamento.

Voglio alzarmi e scappare, ma il mio corpo non mi vuole ascoltare. Ho così bisogno di lui che mi rimetto a piangere. Un altro richiamo riempie l'aria, ora è più vicino e posso sentire i suoi piedi spezzare i rametti a terra. Per paura del suo giudizio nascondo le mani sotto la maglietta e aspetto che mi trovi, perché sono sicura che mi troverà. Le lacrime continuano a scendere sulle mie guance.

"Irene, che cosa ci fai qui? Perché non hai risposto?" Tiro su con il naso e alzo lo sguardo su di lui, è tutto appannato e vedo solo una figura indistinta, ma la voce è sua. Non riesco a rispondere, sono come paralizzata. "Ma che hai?" si avvicina a me lentamente. Ma perché ci mette così tanto? Finalmente riesco a comandare il mio corpo e mi getto tra le sue braccia continuando a singhiozzare. Circondo il suo corpo con le mie braccia e lui mi lascia fare. Mi culla come si fa con una bambina e non dice più nulla.

Quando mi sono sfogata abbastanza si allontana da me quel tanto da guardarmi in faccia. Con i pollici asciuga le ultime lacrime solitarie che mi rigano le guance e mi da un bacio sulla fronte. Non ho mai avuto così tanta voglia di baciarlo in vita mia, vorrei dirgli quello che provo, ma non riesco a trovare le parole. Mi prende i polsi che sono ancora allacciati dietro la sua schiena e spalanco gli occhi terrorizzata. "No! Aspetta, stiamo ancora un po' così. Ti prego." mi affretto a dire e mi stringo di più a lui nascondendo la faccia nell'incavo del suo collo. Fortunatamente mi ascolta e porta le mani dietro la mia schiena, ma si irrigidisce di colpo.

"Che cosa hai fatto? Da dove viene questo sangue?" Tento di non spostarmi, ma è troppo forte e alla fine riesce a slacciare le mie mani con delicatezza, continuo a guardarlo mentre lui si rigira le mie mani tra le sue che lentamente si tingono di rosso.

E' allarmato e molto preoccupato allo stesso tempo e io mi sento uno schifo. "Chi ti ha fatto questa cosa? Come?" un lampo di rabbia gli attraversa gli occhi e mi guarda. In un sussurro gli rispondo "Io... sono stata io" deglutisco davanti all'espressione stupita che ha assunto adesso. Con un gesto del capo indico l'albero contro cui mi sono scagliata "Ma che caspio ti dice il cervello?" "Ero...ero arrabbiata, anzi furiosa."

Mi carica in spalla senza che io possa fare nulla e si dirige velocemente fuori dalla foresta e verso l'Infermeria. Mi siede su un lettino e fa per uscire dalla stanza. "Dove vai?" gli grido allarmata "A cercare Jeff" scendo velocemente dal letto e lo prendo per un polso "No, no, no. Non voglio che lo sappiano gli altri. Posso fare da sola." gli dico mentre cerco con tutte le forze di trascinarlo di nuovo dentro la stanza. Alza gli occhi al cielo e mi accontenta "D'accordo. Ma faccio io." Sospiro di sollievo e chiudo la porta alle sue spalle mentre lui si dirige verso l'armadio. Mi risiedo sul lettino e aspetto che ritorni.

Mi mordo il labbro inferiore per non lasciarmi sfuggire dei gemiti di dolore mentre mi disinfetta. Mi concentro sulla sua espressione concentrata mentre cerca di essere più delicato possibile e ogni volta che sussulto mi guarda con espressione dispiaciuta. Sussulto, questa volta ha schiacciato un po' troppo "Scusa" mi dice alzando di nuovo lo sguardo su di me "Non fa niente" gli rispondo.

Mi benda le mani: ora sembro proprio una mummia egizia anche se non sono sicura di averne mai vista una. Fortunatamente lascia fuori le dita, altrimenti non avrei potuto più fare niente da sola. Sistema tutto e si siede vicino a me.

*Angolo autrice*

Hei pivelli,

Volevo raccontarvi una cosa... giovedì sono andata a vedere Bumblebee al cinema!!!🎉🐝🐝

L'ho super adorato e lo consiglio a tutti!!!😍😍😍

Quanti sono andati a vederlo? A quanti piace transformers? Fatemelo sapere! Giuro solennemente che non manderò dei dolenti a casa di quelli a cui non piace. Vi voglio troppo bene, lo so😘😂

Ciao, a presto!!!

Irene💙🐝

Ricorda, Sopravvivi, Corri [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora