5. Medicale

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"Ciao Jeff, Alby mi ha detto tutto, accetto, voglio essere un Medicale!" gli dico e sulla sua faccia si forma un sorriso soddisfatto. "Splendido, ci contavo molto" poi prosegue "Vieni, iniziamo subito, abbiamo già un paziente" e mi accompagna nella stanza che ormai conosco come le mie tasche.

Il Medicale appoggia la mano sulla maniglia, ma prima che spinga per aprire la porta lo prendo per un braccio e lo tiro indietro, mi guarda confuso e mi affretto a chiedergli "Come sta Newt?" non voglio che ci senta nel caso sia sveglio, quindi parlo a bassa voce. Ho paura che Jeff non mi abbia sentito, ma non è così. "Sta bene adesso, la febbre è calata e ora è sveglio." Sono molto sollevata e apro la porta.

Ci sono due brandine occupate: quella di Newt che sta disteso con le braccia incrociate dietro la testa a guardare il soffitto pensieroso e non si scomoda neanche di vedere chi è entrato. E l'altra con un ragazzino che non può avere più di dodici anni. In quel momento mi viene in mente che io non so quanti anni ho e nemmeno il mio aspetto, dato che non ci sono specchi. Questa rivelazione mi fa tremare le gambe e mi devo appoggiare al muro per non cadere. I Creatori non mi hanno lasciato niente.

"Ehi, stai bene?" mi chiede Jeff, probabilmente sono sbiancata così tanto da farlo preoccupare, scuoto la testa per scacciare quel pensiero, più tardi avrei chiesto a qualcuno di descrivermi dettagliatamente, ma ora dovevo aiutare il ragazzino. "Sì, sto bene" assicuro e noto che Newt mi sta guardando con uno sguardo preoccupato, mi sento avvampare, mi stacco dal muro per far vedere che non c'è niente di cui preoccuparsi e lui si rimette a guardare il soffitto aggrottando le sopracciglia.

Mi schiarisco la voce e comincio "Allora, che cosa abbiamo qui?" il ragazzino mi mostra il braccio su cui si trova un taglio di circa sette centimetri abbastanza profondo. Mi metto subito al lavoro, vado verso l'armadio e prendo una garza, un panno e il disinfettante. Dopo aver imbevuto il panno comincio a passarlo sul braccio del ragazzino "Come ti chiami?" "Oscar" comincio ad avvolgere la garza intorno al braccio "Bene Oscar, non è niente di grave, devi solo tornare tra due giorni per farti togliere la fasciatura. Ok?" "Va bene, grazie" finisco e lo lascio andare salutandolo con la mano mentre si allontana correndo.

"Bene Irene, sei stata molto brava. Sapevo che c'era del potenziale in te." arrossisco leggermente davanti a tutti quei complimenti, ma lui continua "Io vado da Frypan a prendere da mangiare, ti va di far compagnia al nostro paziente per favore?" chiede passandosi una mano sulla fronte e indicando Newt "Se vuoi vado a prendere la tua razione e te la porto qui" conclude sorridendo, ma mi sembra un po' implorante. Newt penserà sicuramente che lo stavo spiando 'sta notte, penso quasi in preda al panico all'idea di restare da sola con lui, ma Jeff ha proprio bisogno di una pausa, quindi accetto e lui se ne va.

Sembra che Newt non abbia sentito niente della conversazione, chissà a cosa sta pensando, mi sento una stupida a stare qui a guardarlo, devo assolutamente fare qualcosa. Di' qualcosa Irene, forza, una qualsiasi cosa... penso ormai in preda alla disperazione "Ehm ciao, io mi chiamo Irene, sono nuova, tu sei Newt giusto?" Che domanda idiota, davvero idiota. "Sì è così" a differenza dell'atteggiamento menefreghista, la sua voce è piatta e non tradisce nessun sentimento, inoltre non sembra far caso alla stupida domanda che ho fatto.

"Ho sentito che sei stata tu a stare attenta a me stanotte. Come mai eri sveglia?" Quindi non si ricorda di essersi svegliato e di avermi vista? O sta solo facendo finta? Mi siedo sul materasso vicino al suo e lui si tira su appoggiando la schiena e la testa al muro. Ha degli occhi fantastici, di un marrone scuro, caldo: non ti stancheresti mai di guardare "Allora?" chiede spazientito e mi accorgo di essermi incantata ad ammirarlo, mi riscuoto "Sì, scusa, ehm... ero sveglia perché mi ero appena ricordata il mio nome." "E come mai hai deciso di venire qui?" O caspio e ora cosa mi invento? Non posso di certo dirgli che volevo vedere se la sua bellezza era frutto della mia immaginazione. "Io..." "Ecco il vostro pranzo! Ho per caso interrotto qualcosa?" entra Jeff e mi salva, devo ricordarmi assolutamente di ringraziarlo più tardi. Mi porge la mia razione "No tranquillo, non stavamo facendo niente" rispondo. "Bene. Allora chiamami quando sei stanca di stare qui a far niente" mi fa l'occhiolino ed esce. Riporto l'attenzione sul biondino che, con un'espressione pensierosa e molto concentrata, sta distruggendo con la forchetta le sue patate e mi fermo a pensare a quanti anni potrebbe avere. Sicuramente non più di diciassette.

"Non hai fame?" chiedo mentre pungo una patata e me la porto alla bocca "In effetti non molta" "Però per rimetterti in forze dovresti mangiare qualcosa, lo so che sentirselo dire da me non è proprio il massimo, ma credo che anche Jeff direbbe la stessa cosa". Fa un mezzo sorriso e mette in bocca un piccolo pezzetto di cibo: "Così mammina?" Ok. Vuole buttarla sul ridere? Starò al gioco. "Ma che bravo bambino. Vuoi che la mamma ti imbocchi o sei così bravo da finire tutto da solo?" rispondo ironica e ci mettiamo ridere. Ha il sorriso più bello che abbia mai visto, con quei suoi denti dritti, piccoli e bianchi.

Mi viene, di nuovo, in mente che non so che aspetto ho, ma potrei chiedere a lui di descrivermi. Decido di tentare: "Newt?" "Sì?" "Volevo chiederti se... ecco" faccio un respiro profondo e finisco la frase tutto d'un fiato "Io non so come sono fatta, potresti descrivermi?" Mi guarda sorpreso forse dalla domanda "Certo." i suoi occhi mi fissano, ma non mi stanno realmente guardando "Mi ricordo che io l'ho chiesto ad Alby quella volta..." Mi rimette a fuoco e comincia a guarda attentamente, come se volesse imparare a memoria ogni mio singolo particolare "Puoi alzarti un secondo?" ora è il mio turno di essere sorpresa, ma obbedisco e appoggio il piatto di cibo sul letto

"Vieni più vicino" ha preso proprio sul serio la mia richiesta, è concentratissimo! Mi avvicino e quando mi fa un cenno con la mano mi siedo sulla sua brandina e aspetto che cominci a parlare, ma lui continua a fissarmi come ipnotizzato, gli passo una mano davanti agli occhi e si riscuote dai suoi pensieri. "Allora dottore, ha concluso l'analisi?" domando sarcastica e sorrido. Sorride anche lui, un po' forzato e imbarazzato, ma comunque un sorriso no? Si sistema meglio mettendosi completamente seduto, fa una piccola smorfia: probabilmente ha mosso la gamba rotta, ma il suo viso si distende subito dopo. "Dunque, avrai circa quattordici anni, sicuramente non di più di quindici. Sei alta circa un metro e cinquantacinque e sei... molto piccola." aggiunge sorridendo.

Mi prende la mano buona, la mette sopra la sua, come per darmi la prova che quello che dice è vero e infatti la mia mano è molto più piccola della sua. Riprende a parlare, ma non lascia andare la presa sulla mano e comincia ad accarezzarla, piccoli brividi mi percorrono la schiena e la pelle prende fuoco sotto il suo tocco, ma lui non sembra far caso alla mia reazione. "Hai gli occhi color cioccolato, le ciglia lunghe, un nasetto a patata e la bocca che sembra un bocciolo di rosa. In più hai tre nei sulla guancia: qui, qui e qui" dice toccandomi la guancia sinistra in tre punti diversi

"Hai le lentiggini e la carnagione chiara. I tuoi capelli sono lunghi lisci e morbidi" continua lasciandomi la mano e giocando con una ciocca dei miei capelli "Hanno un colore particolare: sono castano scuro, ma hanno dei riflessi ramati quando sono illuminati dal sole. Hai un buonissimi profumo: sai di pesca e... camomilla. Sembri fragile, ma credo che dentro di te si nasconda una tigre con denti e unghie ben affilati. Nel complesso sei molto graziosa e non credo ci sia qualcuno che non ti possa voler bene." Quest'ultima frase mi fa avvampare e abbasso lo sguardo. Dopo un po' aggiunge "E sei ghiacciata. Hai freddo?" "Sì sono fredda effettivamente, ma non ho freddo. Grazie per l'interessamento e per la descrizione, Newt" amo tropo il suo nome, nonostante sia strano.

Il fatto che lui continua a tenermi la mano, mi mette in imbarazzo, ho lo stomaco sottosopra. Non riesco a stare ferma e continuo a spostare lo sguardo ovunque, ma lui non sembra accorgersene, anzi ha ricominciato ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice! Ho bisogno assolutamente di uscire prima di fare qualcosa di veramente stupido, guardo l'orologio sul suo polso: segna che sono le due del pomeriggio.

"Forse è meglio che io vada, dovrei lasciarti riposare..." sto alzandomi, ma mi prende per un braccio e mi tira dolcemente giù facendomi risedere "Aspetta un attimo, ti prego" mi implora, ha un'espressione triste e non riesco a dirgli di no, fa scivolare la mano lungo il braccio fino alla fasciatura "Che cosa ti sei fatta? Sei riuscita a farti male in un solo giorno?" chiede e l'espressione triste fa spazio ad una curiosa. "Sì beh, dentro la scatola ho trovato un tubo di ferro e l'ho usato per minacciare Alby, ma non mi ero accorta che c'era una punta che sporgeva e me la sono piantata sulla mano" rispondo e mi viene da ridere immaginando la scena vista dagli occhi di Alby. "Cacchio... vedi? Come ti dicevo sei una tigre con l'aspetto di un gattino" e un sorriso, il primo vero sorriso spontaneo, gli spunta sulle labbra.

*Angolo Autrice*

Ciao pive,
scusatemi tantissimo per il ritardo, ma ieri sono stata via tutto il giorno.

Comunque ora sono qui!🎉

Come sempre scrivete sui commenti se vi sta piacendo la storia o se è noiosa e mettete stelline.

A presto😘

Irene 💙

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