Per un attimo ho perso completamente il respiro essendo stata presa alla sprovvista da quel bigliettino, poi ho messo da parte la mia parte più diffidente e ho dato modo alla razionalità e al coraggio di sopraffare le altre emozioni.
Infilo un giacchetto di felpa larghissimo di Caleb, che gli ho gentilmente rubato dalla valigia e lo lascio semi aperto con sotto in evidenza la canottiera nera che non possiede una scollatura, sotto ho un semplice pantalone di tuta e i calzini che non mancano mai che mi fanno anche da pantofole.
Esco fuori dalla stanza incamminandomi verso quella del biondo, non so quale sia quindi provo a girovagare senza farmi vedere dagli altri che stanno scendendo ora per andare a cenare e faccio finta di nulla. Gli unici che mi vedono sono Mark e Nathan, ma a loro non presto molta attenzione perché non mi hanno neanche vista talmente che erano impegnati nella loro conversazione sottovoce e profonda.
Devo parlare con Mark...
Per fortuna, per modo di dire, trovo il biondo appoggiato allo stipite della porta che sbatte un piede per terra in modo nervoso e si guarda le mani.
-Ciao Axel- dico attirando la sua attenzione,gli occhi nero pece si aprono di poco per lo stupore e tornano normali poco dopo.
-Oh, eccoti, credevo non saresti venuta- fa spallucce aprendo dinannzi a se la porta della sua camera, io a passo decido entro dopo di lui senza attendere il suo permesso.
-Prima che cambi idea, che cosa vuoi?- chiedo incrociando le braccia al petto per sembrare più determinata di quello che sono.
Dio se sto tremando, non per la paura di qualcosa in particolare, il suo gesto di oggi quando eravamo soli mi ha messo uno strano senso di inquietitudine.
Diciamo che mi metto all'allerta facilmente, non digerisco il fatto che si sia aporofitatto della mia gentilezza nell'accompagnarlo per provarci spudoratamente senza badare al fatto che ora ho un ragazzo non ufficialmente però.
La sua risata mi riporta alla realtà, resto in piedi a fissarlo sconcertata mentre il biondo si accomoda sul bordo del letto con un espressione da vittima dipinta sul volto.
-In realtà quel biglietto era una scusa- afferma con nonchalance, facendomi spalancare la bocca di getto -volevo parlarti faccia a faccia, senza peli sulla lingua- continua col dire rivolgendomi tutta la sua completa attenzione, quando parla spesso tende a non guardarmi mai negli occhi.
Sospiro profondamente prendendo possesso del mio cervello andato un attimo a quel paese, mi avvicino a lui facendolo alzare da sopra il materasso perchè evidentemente si è creduto che volessi andare via.
-Cosa devi dirmi? Vai al punto- lo incito restando a pochi centimetri dal suo corpo, che è tanto alto ma anche troppo vicino.
Si gratta la nuca, sembra quasi imbarazzato ma non so se darmela a bere.
-Rosy io ti amo-
Per poco la mascella non mi crolla per terra, Axel Blaze mi ha appena detto ti amo?
-È una candid camera?- domando sentendo le mani sudaticcie per l'ansia, i suoi occhi si incupiscono non comorendendo la mia razionalità.
-No non lo è, è tutto vero- borbotta abbassando il tono, con esso la testa mostrandosi dispiaciuto della mia domanda.
Non mi rammarico di certo, mi voleva saltare addosso in un boschetto mentre eravamo soli, mi ha mentito con un biglietto trovando la scusa per farmi venire in camera sua e la sua giustificazione a tutto questo, è l'amore.
-Non credo tu possa amarmi, non è possibile- agito le braccia davanti a me indietreggiando di qualche passo per allontanarmi dalla sua figura, ma non sembra voler mollare e si avvicina prendendomi entrambi i polsi.
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Fake Bad Boy •Caleb Stonewall•
FanfictionCaleb ha un carattere duro legato al suo passato, ma se trovasse qualcuno più tosto di lui? Rosy diventerà una delle manager della nazionale giapponese, fra i due non scorre buon sangue e tutto sembra andare per il verso sbagliato nella vita di entr...