È passata circa una settimana ad oggi, sono stati giorni lunghi e dannatamente tristi in quelle quattro mura d'ospedale. Pian piano c'è l'ho fatta a piccoli passi, fra incubi e crisi di rabbia ho iniziato a vedere i miei amici e mia madre, sembrava di non averli visti per mesi ed invece erano solo ore. Ho avuto i miei momenti, ma ho capito di dovermi rialzare quando vedendo la mia amata mamma piangere dietro quel vetro mi si è stretto il cuore nel petto e ho compreso quanto lei soffrisse per me.
La prima cosa che ho fatto non appena ho messo piede fuori dalla struttura è stata chiedere scusa ai miei compagni, a Nelly, a loro che mi hanno supportata e sopportata nonostante tante circostanze e accolta come se fossi una loro sorella invece che amica.
-Rosy torna sulla terra che siamo arrivati- mi riprende Jack ridacchiando, ritorno alla realtà rendendomi conto che siamo arrivati a casa nostra e un sospiro di sollievo abbandona le mie labbra -sei felice di tornare qui?- domanda il moro spegnendo il motore.
Mi volto a guardarlo con un sorriso sollevato in volto e annuisco -Si mi sento meglio- lui accenna un sorriso uscendo dall'auto, io lo seguo a ruota recuperando lo zaino con ciò che mi hanno portato per la mia permanenza lì.
Guardo l'imponente palazzo alto dieci piani illuminato dal sole caldo di questa mattina, ad esser sincera sono felice come non mai che non sia una brutta giornata così mi sento anche più di buon umore.
Saliamo e quando siamo dentro la sensazione di ambiente casalingo mi fa sentire in un certo senso protetta. Guardo Jack al mio fianco maneggiare con la maniglia della porta che si è inceppata -Ti serve una mano?- chiedo accigliandomi.
-No c'è la faccio da solo- risponde mettendo forza nel piegarla, infatti dopo due secondi gli resta la maniglia nella mano destra e la porta che non si chiude con la signora del piano di sopra che sta salendo le scale.
-Dovevi fare l'ingegnere da piccolo- mormoro salutando la zitella depressa e infilando di nuovo l'oggetto al suo posto, questione di pochi secondi e santa pazienza -voi uomini siete privi di delicatezza-
Mi dirigo in cucina per bere un bel bicchiere d'acqua e nel frattempo apro le tende e le finestre che un po' d'aria fresca non fa male a nessuno.
Il moro mi segue con lo sguardo assotrigliato di chi se le presa -Sono solo cinque minuti e già non ti sopporto più- borbotta scazzato mentre si rinchiude in bagno.
Alzo gli occhi al soffitto ridendo come un'ebete, quel ragazzo certe volte dimostra di avere un lato assai più scemo del mio. Guardo fuori dalla finestra scostando le tendine, sorrido pensando che sono contenta di essere tornata a casa e di potermi godere di nuovo le giornate con la mia solita routine da pazza furiosa sotto stress.
So che dovrò tornare a lavoro, tra oggi e domani, e la cosa mi diverte e inquieta allo stesso tempo perchè in fondo niente è più come prima ora. Non sarò pronta a ricominciare da capo come se niente fosse accaduto, questo è certo, ma non ho neanche intenzione di abbattermi o farmi scortare dal poliziotto ogni volta che devo mettere piede fuori dall'appartamento. So anche che dovrò vedere...io so chi, tutti i giorni durante gli allenamenti e a questo ci sto pensando così intensamente da farmi venire i mal di testa.
Sono pronta a rivedere Caleb?
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Oggi, un bel sabato di fine febbraio, la giornata é iniziata in modo un po' piu noioso di quanto pensassi e posso dire che non vedo l'ora di tornarmene a lavorare in compagnia dei miei adorati pazzoidi isterici.
Mi guardo allo specchio del bagno con intorno al corpo avvolto l'asciugamano, fisso ipnotizzata il mio riflesso dall'aria carica di adrenalina. Il buon umore ha fatto parte di me in questo lasso di tempo che ho sfruttato per riabituarmi al mondo che mi circonda, non lascio che mi abbandoni ogni volta che mi vedo in uno specchio o nel forno quando riscaldo la cena. Sorrido gettando un respiro profondo fuori dai miei polmoni, prendo i vestiti che mi ero preparata guardando l'effetto che fa vedermi in abiti diversi dalle tute di casa che ho indossato fino ad ora.
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Fake Bad Boy •Caleb Stonewall•
Fiksi PenggemarCaleb ha un carattere duro legato al suo passato, ma se trovasse qualcuno più tosto di lui? Rosy diventerà una delle manager della nazionale giapponese, fra i due non scorre buon sangue e tutto sembra andare per il verso sbagliato nella vita di entr...