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Mi sveglio e nell'aprire gli occhi vengo avvolta da un raggio di sole abbaiante, luce calda che illumina la stanza dipinta di bianco. Sono così rilassata che mi stupisco di me stessa, non sono mai stata così bene appena sveglia in vita mia...ci voleva l'isola di Liocott a farmi calmare i nervi.

E anche qualcuno al tuo fianco, per esempio.

I ricordi della sera precedente mi raffiorano la mente rendendomi un unico sorriso, da un orecchio all'altro le mie labbra si distendono dando vita a qualcosa di inquietante.

"Buogiorno principessa" sento la voce roca e profonda di Caleb, voltandomi verso destra noto solo ora la sua presenza sotto il ciglio della porta del bagno.

Il suo corpo è avvolto solo dall'asciugamano, come ieri sera, mettendo in bella mostra tutto ciò che c'è da vedere. Mi si stanno sciogliendo gli occhi.

"B-buongiorno Cal" alza gli occhi al cielo e si viene a sedere vicino a me sull'enorme letto a una piazza e mezzo.

"Non sforzarti troppo di essere dolce mi raccomando" ribatte ridacchiando, ora mi rendo conto di averlo chiamato con il nomignolo che gli do sempre e appoggio le labbra sulla sua guancia.

"Dai, mi ci devo abituare" alzo le spalle e lui si gira per darmi un bacio a stampo.

"Anche a questo mi sa" sorride in modo alquanto malizioso ed io mi avvolgo nelle lenzuola bianche di lino con la testa sotto il cuscino.

Le sue mani mi prendo da sopra il lenzuolo per i fianchi attaccandosi a me, poggia il mento sulla mia testa e restiamo così.

La giornata è iniziata bene, anzi nel migliore dei modi.

Dopo pochi minuti viene qualcuno a bussarci alla porta, sentiamo vari ticchettii e credo proprio che il personale stia avvisando tutti della colazione. Dopo vari tentativi falliti riusciamo ad alzarci di malavoglia, io mi chiudo in bagno per darmi una rinfrescata mentre lui si veste nella stanza.

Indosso una canottiera nera semplice, sopra un giacchetto grigio scuro, i leggins neri e le scarpette del medesimo colore. Nonostante non facesse ne troppo caldo, ne troppo freddo qui preferisco non abituarmi troppo alle temperature calde altrimenti quando torneremo a casa prenderò una bronchite cronica.

Esco insieme al castano dalla stanza, percorriamo l'intero corridoio incrociando qualcuno di sfuggita ma sembrano tutti assonnati ed intenti ad andare a mangiare quindi scendiamo direttamente giù nella sala ristorante.

"Hei piccioncini" quella parola, arrossisco leggermente irritata per il tono alto che ha usato Xavier e lo brucio con lo sguardo facendolo tornare a ingurgitare cibo a volontà.

Ci sediamo in due posti vuoti separati l'uno dall'altra, io tra Mark a capotavola e Jude mentre lui è dalla parte opposta della tavolata lunghissima tra Torch e Nelly.

Dietro di noi ci sono le vetrate che affacciano ai lati dell'hotel dove si può intravedere da un lato l'enorme distesa di piante e fiori all'esterno dell'edificio, e verso il retro il mare. È quasi più bello della veduta dalla stanza, ma solo quasi.

Pochi minuti e ci servono di tutto e di più, da marmellate e cioccolata di ogni genere ai dolci più belli e buoni. Secondo me mia madre si è messa d'accordo con quelli del personale perchè mi vogliono far ingrassare, e chi più lo vuole se non una madre.

"Chi lo sa cosa ci attende oggi" mormora il rasta di fianco a me, rivolgendo lo sguardo un po a tutto il gruppo in cui siamo vicini. Mark alza lo sguardo dal suo piatto come se fosse stato colto in pieno da un fulmine, sembra così strano.

"Va tutto bene?" gli chiedo sottovoce afferrandolo sotto il tavolo per il braccio, lui sembra intontito più del solito deglutendo a fatica.

"S-si tranquilla" non convinta mi acciglio ma decido di non aporofondire la questione a tavola davanti agli altri.

Fake Bad Boy •Caleb Stonewall• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora