Quando li ho visti è come se lì per lì i miei occhi quasi non li stessero realmente vedendo, come se il mio cervello avesse voluto convincersi che quella non era realtà e che talmente dello stress che mi sono addossata per colpa di Camelia avessi iniziato ad avere delle visioni, a soffrire di allucinazioni. Magari fossero state quelle...magari.
Per un minimo la fortuna mi ha supportata, quando Lex è uscito dalla stanza colto dall'ira di vedere così tanta gente in un reparto così delicato come quello dove è ricoverata mia madre e dico, per un pelo non l'hanno vista in faccia.
Forse sarò stupida ma non voglio che la vedano per un semplice motivo, è quel motivo ha un nome: mio padre. Il mio principale timore è che sappiamo dov'è, in che ospedale e in quale stanza perchè non posso sapere chi c'è dietro ognuno di loro e da quando Camelia ha rivelato di sapere ogni cosa non posso non iniziare a dubitare di tutti quanti.
-Stai meglio?- mi chiede Axel riportandomi alla realtà, porgendomi un tazza con un infuso di tè caldo con una fetta di limone dentro per insaporirlo.
La afferro sorridendogli debolmente, sento le vene della testa pulsarmi ancora per il nervosismo nonostante sia passato l'intero pomeriggio ed io e il biondo ci siamo ritirati a casa sua per passare la serata.
Appoggio le labbra sul bordo della tazza, guardandolo accomodarsi al mio fianco mentre ne regge una anche lui con dentro della cioccolata calda fumante. Mi rivolge un'occhiata strana quando incontro il suo sguardo e mi acciglio guardandolo un po male.
-Cosa c'è?- chiedo alzando le spalle, anche un po confusa a dir a verità.
-Non hai risposto alla mia domanda e anche se lo avessi fatto avresti detto di stare bene ma mi pare evidente che tu stia tutto tranne che bene- afferma tutto d'un fiato facendomi spalancare la bocca per lo stupore, non mi ha lasciata neanche un secondo per controbattere.
Sorrido sospirando un po in ansia -Tranquillo Axel, giuro che un giorno la smetterò di causarti problemi- dico alzando gli occhi al soffitto, sapendo di essere ormai diventata una specie di peso enorme che si porta sullo stomaco ogni giorno che passa.
Appoggia delicamente la mano con cui non regge la tazza, avvicinando il busto, sul mio viso mentre con le dita percorre i suoi lineamenti.
-Tu non mi causi alcun problema, stupida- borbotta accennando un lieve sorrisino -ma vederti così dopo che hai lottato per settimane mi pare un po stupido, no?- inclina la testa di lato, come un bambino quando chiede qualcosa a sua madre ed io annuisco addolcita dalla scena.
-Si biondo hai ragione- lo abbraccio di mia spontanea volontà, sentendolo irrigidirsi al contatto delle mie mani sulla pelle del suo collo scoperto.
Caleb
Faccio oscillare di nuovo il mazzo di chiavi preso dalla nervatura, guardo fisso il soffitto verniciato di un bianco scintillante mentre udisco il rumore del getto della doccia cessare di colpo facendomi sbuffare.
Da quando i suoi occhi hanno incontrato i miei oggi non ci ho capito più nulla, ma peggio è stato quando al suo fianco ho visto Axel Blaze. Vederli vicini, insieme, lei che gli stringeva il maglione con la mano mentre sorrideva guardandolo di profilo e solo Dio ha saputo trattenermi dal prenderlo a cazzottoni in faccia vedendo quell'espressione da ebete che si ritrova svanire nel nulla.
Immagino di nuovo la scena talmente smielosa da ficcarmi due dita in gola, facendo cadere le chiavi per terra provocando il rumore stridulo del metallo contro le mattonelle di un colore vicino al marroncino.
-Ancora pensieri?- la domanda mi arriva come una pugnalata alla testa, facendomi voltare a guardare il rosso sul ciglio della porta del bagno con l'asciugamano addosso e uno con cui si strofina i capelli bagnati.
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Fake Bad Boy •Caleb Stonewall•
FanfictionCaleb ha un carattere duro legato al suo passato, ma se trovasse qualcuno più tosto di lui? Rosy diventerà una delle manager della nazionale giapponese, fra i due non scorre buon sangue e tutto sembra andare per il verso sbagliato nella vita di entr...