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Rivolgo uno sguardo furente all'enorme finestrone della sala mensa, ieri è stata una giornata a dir poco strana e catastrofica per i vari eventi strani che sono accaduti ed oggi mi sono svegliata tutt'altro che di buon umore.

I nervi mi pulsano sulle tempie nel frattempo che il fumo caldo e profumato del caffè in tazza mi arriva alle narici,la caffeina è l'unica in grado di tenere un pò a bada questa mia rabbia. Poco alla volta sorseggio ammirando la pioggia leggera accompagnata da un cielo cupo, è proprio vero che sembra rappresentarmi in questo momento.

Sento un bruscio e delle voci, arrivano molti della squadra italiana che fanno la loro entrata all'interno della mensa che sicuramente hanno smesso di allenarsi per il brutto tempo, domani ci sarà addirittura una partita e non credo annulleranno anche quella. Li guardo uno ad uno mentre si siedono ognuno a riempire i tavoli con le divise tutte bagnate non solo per la pioggia.

Dio, la puzza si sentirà anche nel continente australiano in questo preciso istante...

-Rosy- sto per fulminare chi mi ha nominato,ma mi ritrovo davanti i visi dolci e amichevoli di Shawn, Silvia e Nelly insieme a Torch.

-Ciclata, si vede da chilometri- borbotta il rosso guardando la castana di fianco a lui che ridacchia per la battutina, una mia occhiataccia truce serve a farli zittire in fretta.

zGiornata iniziata male?- il tono amorevole dell'albino che si accomoda accanto a me, è così carino e tenero che non mi esce neanche un insulto ma un semplice e piccolo sorriso.

-Purtroppo si- faccio spallucce.

Mi appoggia una mano sulla spalla carezzandola, gli sorrido e torno al mio caffé. La sala inizia a riempirsi di tutti i ragazzi che da prima erano assenti, molti inzuppati dalla testa ai piedi e altri invece già puliti e cambiati.

Una figura pero non appena incombe all'interno attira tutta la mia più completa attenzione, Caleb. Lo vedo con il suo solito passo felpato e deciso dirigersi verso la cucina dove Celia e qualcun altra servono bevande calde. Vedo i suoi occhi scorrere da una persona all'altra, sono così cretina che mi balena l'idea di poter essere colei che sta cercando con lo sguardo impaziente.

Mi sento così terribilmente in colpa, avrei dovuto parlargli, domandargli perché e invece come una cogliona la mia reazione é stata la solita e stupida. Allintanarmi. Non me ne rendo conto, sento dei borbottii dal nostro tavolo e mi ritrovo a realizzare che tutti mi stanno guardando mentre lo fisso.

Gli sguardi furtivi dei miei amici mi fanno capire che ormai la situazione sembra ovvia ed io sono una povera disperata.

-Perchè non ci parli da persona civile quale non sei?- chiede Nelly, ingurgitando come un cammello il tè caldo, mentre Torch annuisce.

-Non credo sia una buona idea- dico tornando a guardare il castano, peccato che lui mi ha preceduta puntando i suoi occhi ambra nei miei.

zÈ incazzatoz deduce intelligentemente Silvia guardandolo -si vede, però vi guardate come se speraste che l'altro faccia il primo passo per far pace- sorrido, è vero.

Prendo fiato e coraggio, non so cosa mi prende ma ho bisogno di parlare.

-Io e lui siamo strani, il nostro rapporto è strano- il mio sorriso di allarga distogliendo lo sguardo per prima per guardare la ragazza di fronte a me -ci prendiamo, ci molliamo, ci cerchiamo ma subito dopo spariamo l'uno dalla vita dell'altro...non so perchè continuiamo a farlo, non so cosa siamo se amici, conoscenti o ci piacciamo semplicemente, ma io sono sicura che è qualcosa di tanto strano quanto forte- mi trattengo dal cominciare a piangere come una bambina, mi sento davvero un'adolescente alle prese con il primo amore della sua vita.

Fake Bad Boy •Caleb Stonewall• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora