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Jungkook controllò un'ultima volta i libri all'interno della sua cartella, per essere sicuro di aver preso tutto il necessario per affrontare la giornata di scuola e annuì tra sé, chiudendo con un gesto rapido la zip e mettendosi lo zaino in spalla. Lanciò una rapida occhiata alla sveglia poggiata sul suo comodino e sorrise nel vedere che era in orario, come sempre.

"Jungkook! Scendi, è arrivato Jimin!" lo richiamò sua madre dal piano inferiore e il ragazzo afferrò al volo uno dei suoi tanti cappelli di lana, mettendosi di fronte allo specchio e aggiustandoselo in testa. Jungkook non era particolarmente amante della moda, preferiva indossare abiti comodi, piuttosto che abiti eleganti. Per questo si trovava più che bene con una delle sue vecchie felpe, un paio di jeans e le solite Timberland, che usava talmente spesso da averle quasi consumate.

Una volta soddisfatto di come si era messo il cappello in testa, facendo in modo che il suo ciuffo castano scuro gli ricadesse sul viso, il ragazzo scese rapidamente al piano inferiore. Fermo sulla porta, insieme a sua madre, c'era il suo migliore amico, Park Jimin.

Jimin era un ragazzo di carattere molto simile a Jungkook, per questo i due andavano parecchio d'accordo. Entrambi condividevano l'indifferenza per ciò che era considerato alla moda, entrambi erano scrupolosi e amanti dello studio, entrambi preferivano passare le serate a casa, giocando ai videogiochi e mangiando schifezze, piuttosto che andare in discoteca a ubriacarsi, ma soprattutto non erano i tipi di persone che cercavano la popolarità nella loro scuola. Si consideravano due persone come altre, due visi qualunque nei corridoi del loro liceo, di certo non quei ragazzi che fermi per farti firmare l'annuario scolastico. Erano normali. Ma a loro andava bene così.

"Eccomi, sono pronto!" disse, raggiungendo il migliore amico e avvolgendogli un braccio intorno alle spalle.

"Finalmente." mormorò il ragazzo, mettendo le mani nelle tasche della giacca. "Stavo per mettere le radici qui a furia di aspettarti." si lamentò, dando una giocosa gomitata nel fianco di Jungkook, il quale per tutta risposta lo spinse via.

"Sei il solito esagerato. Ci ho messo al massimo un paio di minuti a scendere." ribatté, fingendosi offeso. Jimin roteò gli occhi, scuotendo la testa.

"Un paio di minuti di troppo. Adesso muoviti, o faremo tardi." disse, afferrando lo zaino di Jungkook e strattonandolo, tirando con sé il ragazzo, il quale emise un lamento infastidito. "Arrivederci signora Jeon." salutò educatamente Jimin, mettendo su quel suo sorriso angelico che piaceva tanto ai genitori del suo migliore amico.

"Ciao mamma." mugugnò Jungkook, riuscendo a liberarsi dalla presa del moro e dirigendosi con lui verso il cancelletto che delimitava il giardino di casa Jeon.

"Ciao Kookie, ciao Jimin, passate una buona giornata a scuola!" li salutò la donna, per poi rientrare in casa. I due ragazzi iniziarono a camminare verso il loro liceo, stringendosi nelle giacche che indossavano. Dicembre era alle porte e il clima gelido della città rendeva ogni giorno il tragitto verso scuola una vera e propria tortura.

"Pensi che quest'anno nevicherà?" chiese Jungkook, guardando il cielo. Il sole, nonostante fosse sorto, era completamente coperto da una coltre di nuvole bianche e spesse, facendo sì che l'aria fosse fredda e umida, combinazione che il ragazzo detestava.

"Non lo so. Per il momento no. Credo che forse, tra qualche settimana potrebbe nevicare." rispose Jimin, alzando anche lui lo sguardo verso il cielo. Il castano si voltò a guardare l'amico e annuì piano, per poi distogliere lo sguardo.

Se c'era una cosa che Jungkook proprio non riusciva a spiegarsi, era perché Jimin non fosse popolare. Era uno dei ragazzi più belli che il castano avesse mai visto, ai livelli degli attori e dei cantanti che si vedevano in televisione. I suoi capelli neri ricadevano graziosamente sulla sua fronte, nonostante al moro piacesse sempre spostarseli con la mano. Il viso, solitamente abbronzato, adesso era arrossato, a causa del freddo, così come la punta del naso piccolo. Le labbra rosee carnose in quel momento erano arricciate in un'adorabile smorfia pensierosa. Non c'era particolare nel viso di Jimin che non fosse perfetto, Jungkook l'avrebbe potuto definire etereo.

Sinner || taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora