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"Quindi, fammi capire bene... ti sei fatto dei piercing alle orecchie... solo perché Taehyung ti ha detto che potevano starti bene?" chiese Jimin, alzando un sopracciglio. Jungkook era ancora intento a specchiarsi, questa volta con la fotocamera interna del suo cellulare, guardando come i piccoli anelli alle sue orecchie danzavano ad ogni movimento del capo.

"Mi prendi per uno stupido se rispondo di sì?" chiese con tono innocente il castano, distogliendo lo sguardo dal telefono e posandolo invece sul suo migliore amico, il quale sospirò nel vedere il sorrisetto che ornava le labbra del minore.

"Chiamarti stupido sarebbe farti un complimento." mormorò il moro, con lieve tono di rimprovero. "Sai che i tuoi saranno furiosi, vero?" chiese, guardando il sorriso sparire dal viso del più piccolo, rimpiazzato da una smorfia contrariata.

"Lo so..." rispose, lasciando cadere la testa sullo schienale del divano dov'erano seduti e coprendosi gli occhi con un braccio. "Però anche mio cugino li ha. E sai che i miei genitori amano tutto quello che fa. Quindi non si arrabbieranno poi così tanto. O almeno spero." aggiunse. Jimin lo guardò e scosse la testa, pensando che sarebbe stato perdere lasciar perdere l'argomento 'piercing'.

"Piuttosto... che mi dici di tuo cugino? Come va la sua attività?" domandò, mettendosi seduto più comodamente sul divano, prendendo il proprio cellulare, sbloccandolo con l'impronta digitale.

"L'ultima volta che ho parlato con lui, mi ha detto che andava a gonfie vele." mormorò il moro, stiracchiandosi, per poi prendere il telefono. "A proposito... non parlo con lui da un po'. Ti va se lo chiamiamo?" disse, guardando il proprio migliore amico.

"Mh, ottima idea." rispose quest'ultimo, accennando un piccolo sorriso. Jungkook si stese sul divano, appoggiando comodamente la testa sulle gambe del maggiore e compose il numero di suo cugino. Il telefono fece in tempo a squillare un paio di volte e la voce squillante del ragazzo si fece sentire.

"Jungkookie!" esclamò a mo' di saluto, facendo sorridere istintivamente il castano, il quale attivò il vivavoce e si stese più comodamente sulle gambe dell'amico.

"Ciao Seokjin hyung." disse allegramente. "Sei in vivavoce, sono con Jimin." aggiunse.

"Ciao Seokjin-ssi." salutò Jimin, chinandosi leggermente verso il telefono per essere sicuro di essere sentito dal maggiore.

"Ciao Jimin. Anche voi siete in vivavoce, sono con Namjoonie." rispose quest'ultimo. La voce profonda del suo fidanzato fece eco poco dopo, salutando i due ragazzi più piccoli.

"Ah! Namjoon hyung! Sono contento di sentirti!" esclamò Jungkook, spalancando gli occhi come un bambino.

Il castano era sempre stato molto legato a suo cugino Seokjin e, negli ultimi due anni, da quando quest'ultimo si era fidanzato con Namjoon, aveva stretto un forte legame anche con l'altro ragazzo più grande.

Jungkook e Seokjin avevano una differenza d'età non indifferente, di cinque anni. Quando il castano aveva appena un anno, il maggiore stava già per compierne sei, quindi è ben immaginabile che nella più tenera età era improbabile che tra i due potesse nascere un'amicizia. Nonostante questo, al bambino più grande piaceva guardare il cugino dormire tranquillamente tra le braccia della madre, e a volte era capitato proprio a lui di prenderlo in braccio con occhi emozionati e adoranti.

Crescendo, la differenza d'età tra era diventata sempre meno un problema, tanto che i due erano diventati amici, più che cugini. Più che altro ormai era la distanza un problema non indifferente tra loro, in quanto, mentre la famiglia di Jungkook si era trasferita a Seoul, Seokjin era rimasto a Busan, dove aveva incontrato Namjoon e dove, con lui, aveva aperto la sua attività: un ristorante, anche abbastanza famoso, che offriva diversi tipi di pietanze da ogni parte del mondo.

Sinner || taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora