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Harry osservò la disposizione delle camere al primo piano e, come se lo facesse casualmente, scelse la stanza accanto a Louis, che era l'ultima del corridoio.

Horowitz e Morant, per non creare sospetti, furono costretti a scegliere due camere di fronte alle loro, anche se i loro visi tradivano il più vivo risentimento.

Harry fece finta di entrare nella propria stanza assonnato e triste, si chiuse la porta alle spalle e diede due rumorosi giri di chiave, per far capire che le sue intenzioni erano quelle di dormire e di non disturbare nessuno.

Lasciò passare una ventina di minuti, poi si avvicinò alla porta finestra e la aprì, mettendo fuori la testa.

Per fortuna la bufera di neve era cessata e i fiocchi cadevano in quel momento lenti e regolari.

In completo silenzio sgusciò sul balcone e osservò la distanza a cui si trovava quello di Louis.

Certo, non era vicinissimo, ma nulla di impossibile, almeno per lui che era preparato ed allenato.

Si congratulò con se stesso per aver indossato un paio di comodi scarponcini, poi si arrampicò sulla balaustra e, evitando volutamente di guardare in basso, si diede la spinta e saltò dall'altra parte, atterrando, agile come un gatto, sul balcone accanto al suo.

Spiò all'interno e non vide alcun movimento, se non una piccola luce accesa sul comodino.

Non poteva rischiare di bussare al vetro, perché, nel silenzio ovattato della notte, si sarebbe potuto sentire, così estrasse dalla tasca del suo giaccone un coltellino svizzero.

Lo aprì rivelando che si trattava di un modello non certo comune e, una volta trovato ciò che gli serviva, lo avvicinò alla porta finestra.

Con un coltellino realizzato con una punta di diamante tagliò una porzione rotonda di vetro, larga una ventina di centimetri e poi, applicandovi una piccola ventosa estratta sempre dal suo strumento di lavoro, tirò delicatamente, staccando la parte di vetro tagliata e depositandola sul pavimento del balcone, in mezzo alla neve.

Dopo aver fatto ciò, ripose in tasca il coltellino, infilò una mano nell'apertura che aveva creato nel vetro, raggiunse la maniglia della porta e la girò, aprendola in silenzio.

Sgattaiolò nella stanza come un'ombra, individuò Louis sdraiato sul letto che gli dava la schiena e gli fu subito addosso.

Lo bloccò, gli mise una mano sulla bocca per evitare che gridasse e gli sussurrò nell' orecchio:

" Sono Harry e sono un agente della CIA. Non fare rumore e stai tranquillo, capito? "

Louis annuì, Harry tolse la mano e si ritrovò il ragazzo fra le braccia.

Il mio nome è Harry, Harry Styles.....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora