9.

388 64 3
                                    


Harry prese in mano il cellulare, tolse la batteria e vi inserì un microscopico chip che aveva in tasca.

Dopo aver rimesso tutto a posto, disse a Louis:

" Adesso dobbiamo solo aspettare e sperare che quei due facciano una telefonata e ci rivelino che intenzioni hanno...."

" Ma se sei riuscito a metterci in contatto con l'esterno, non possiamo usare noi il telefono e chiamare la polizia? " chiese Louis agitato.

" No, non possiamo. Con il chip che ho inserito nella cornetta ho solo collegato il telefono di Horowitz e di Morant con il nostro e, se loro dovessero chiamare, suonerebbe il nostro telefono e io dovrei rispondere " spiegò Harry con calma.

" Ma come farai? " biascicò Louis terrorizzato " Non sai neanche a chi e cosa e come...io...io non capisco...."

Harry gli mise un dito sulle labbra e gli fece un dolce sorriso rassicurante.

" Sono un agente segreto, Louis " sussurrò calmo " e so quello che faccio. Ti prometto che ti tirerò fuori da qui in un modo o nell'altro, va bene? "

Louis annuì, perdendosi nel verde dei suoi occhi e, per cercare di calmarsi, si stese sul letto rannicchiandosi in posizione fetale e stringendosi le gambe con le braccia.

Harry gli si sedette accanto e, istintivamente, cominciò ad accarezzargli i capelli per alleggerire la tensione e per rendere l'attesa meno pesante.

Il tempo passò lentamente, troppo lentamente e le lancette dell'orologio che aveva al polso sembravano ad Harry non muoversi mai.

Quando aveva ormai perso le speranze, il telefono squillò.

Louis si mise subito seduto sul letto, Harry gli fece segno di stare zitto e, dopo essersi messo davanti alla bocca una specie di piccolo microfono estratto dalla tasca, sollevò il telefono e se lo portò all'orecchio.

" Pronto " disse utilizzando la sua normale voce.

" Signor Cowell? " chiese Horowitz dall'altro capo della linea.

" Sì, che cosa volete? "

" La sento malissimo, ma deve essere questa dannata nevicata che disturba la linea "

" Non perdere tempo e dimmi che cosa vuoi?"

" Abbiamo un problema " esclamò Horowitz concitato " oltre al ragazzo, c'è un altro tizio, un tale rimasto in panne con la macchina. Dobbiamo eliminare anche lui per forza, tanto, una volta incendiato tutto, la colpa ricadrà sul moccioso, che non potrà difendersi certo..."

" Agite come abbiamo concordato..." disse Harry e poi terminò la comunicazione, facendo finta che la linea fosse caduta.

Il mio nome è Harry, Harry Styles.....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora