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Louis raggiunse l'hotel Pini Sognanti nel tardo pomeriggio e trovò ad accoglierlo il proprietario, con cui aveva parlato al telefono poco prima, il signor Cowell.

A pelle lo trovò antipatico e scostante, ma non ci fece caso più di tanto, anche perché avrebbe dovuto sopportarlo solo pochi giorni.

Dopo aver firmato un contratto davvero vantaggioso per lui, Louis, guidato da Cowell, fece il giro dell'enorme hotel ormai chiuso e apprese tutte le incombenze che doveva svolgere.

Essenzialmente il compito più importante era quello di controllare costantemente che i tubi di acqua e gas non ghiacciassero durante l'inverno e Louis ritenne di poterlo fare agevolmente.

Cowell gli riferì che il segnale di computer e cellulari, con l'arrivo della brutta stagione, avrebbe funzionato ad intermittenza, ma lui non si preoccupò più di tanto, perché aveva notato che l'hotel possedeva una biblioteca ben fornita.

Cowell gli comunicò che, due volte alla settimana, sarebbero venuti dal paese due commessi del supermercato e che poteva preparare una lista con ciò che gli serviva.

Loro avrebbero provveduto a portargli il necessario la volta successiva.

Louis appurò comunque che in cucina e in dispensa c'erano provviste abbondanti, quindi non si preoccupò neppure di quello.

Simon Cowell se ne andò dopo tre giorni e Louis si trovò da solo nell'immensa struttura dell' hotel.

Per qualche ora passò il tempo girando per le varie stanze e curiosando qui e là, poi telefonò a sua madre e le raccontò ogni cosa e infine si preparò da mangiare.

Fu quando fuori cominciò ad imbrunire che iniziarono i primi problemi.

Infatti Louis non aveva fatto i conti con la struttura in cui si trovava, una struttura vecchia di sessan'anni.

Iniziarono a sentirsi i primi cigolii dei mobili di legno, il rumore del frigorifero e della caldaia e lo sbatacchiare delle imposte colpite dal vento.

Un po' di paura cominciò a farsi strada in lui, soprattutto perché, da sempre, era vissuto in una famiglia numerosa e non sapeva nemmeno cosa fosse la solitudine.

All'inizio aveva pensato che gli sarebbe piaciuta, adesso, invece, rimpiangeva le urla dei suoi fratelli più piccoli.

All'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, si ricordò di non aver cambiato il cartello sulla porta d'ingresso dell'hotel.

Aveva lasciato ancora quello che diceva che era aperto!

Si precipitò a sostituirlo con quello che segnalava la chiusura, quando sentì suonare il campanello.

Il mio nome è Harry, Harry Styles.....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora