Strawberries and coffee

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𝓠𝓾𝓲𝓷𝓭𝓲, 𝓜𝓪𝓻𝓵𝓮𝓷𝓪, 𝓽𝓸𝓻𝓷𝓪 𝓪 𝓬𝓪𝓼𝓪, 𝓬𝓱𝓮 𝓲𝓵 𝓯𝓻𝓮𝓭𝓭𝓸 𝓺𝓾𝓪 𝓼𝓲 𝓯𝓪 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓻𝓮
𝓠𝓾𝓲𝓷𝓭𝓲, 𝓜𝓪𝓻𝓵𝓮𝓷𝓪, 𝓽𝓸𝓻𝓷𝓪 𝓪 𝓬𝓪𝓼𝓪, 𝓬𝓱𝓮 𝓷𝓸𝓷 𝓿𝓸𝓰𝓵𝓲𝓸 𝓹𝓲𝓾̀ 𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓪𝓻𝓮
𝓠𝓾𝓲𝓷𝓭𝓲, 𝓜𝓪𝓻𝓵𝓮𝓷𝓪, 𝓽𝓸𝓻𝓷𝓪 𝓪 𝓬𝓪𝓼𝓪, 𝓬𝓱𝓮 𝓲𝓵 𝓯𝓻𝓮𝓭𝓭𝓸 𝓺𝓾𝓪 𝓼𝓲 𝓯𝓪 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓻𝓮
𝓠𝓾𝓲𝓷𝓭𝓲, 𝓜𝓪𝓻𝓵𝓮𝓷𝓪, 𝓽𝓸𝓻𝓷𝓪 𝓪 𝓬𝓪𝓼𝓪, 𝓬𝓱𝓮 𝓱𝓸 𝓹𝓪𝓾𝓻𝓪 𝓭𝓲 𝓼𝓹𝓪𝓻𝓲𝓻𝓮

Il profumo del caffè riempiva la cucina silenziosa, illuminata dai timidi raggi del sole che si affacciavano al giorno appena sorto, mentre la città lentamente si svegliava nel suo cicaleccio indaffarato.L'appartamento era rimasto lo stesso di sempre: tende candide, mobili dal gusto moderno e minimal, televisore al plasma acceso su un canale di musica, foto in bianco e nero appese alle pareti. Ritratti di vita vissuta, momenti trascorsi insieme, scatti di gioia rubata.Non avevano mai fatto insieme colazione a quel tavolo. La vita di tutti i giorni, nella sua frenesia, li aveva sempre portati a incrociarsi di corsa tra quelle stanze.Eppure quel mattino la tavola era apparecchiata per due: due tovagliette di paglia srotolate sul piano in marmo, due forchette, due coltelli, due piatti colmi di pancake e frutta fresca, e due tazze che attendevano solo di essere riempite.
Il giovane dai capelli rossi sedette quindi con un leggero raschiare della sedia sul pavimento, e si guardò intorno, sistemando i polsini della camicia inamidata appena indossata.
Attese un minuto, ne attese due, ne attese tre... attese fino a che l'orologio non rintoccò le sette e la caffettiera richiamò la sua attenzione. A quel punto fu costretto ad alzarsi per spegnere il gas, e fu allora che venne investito dal vuoto della casa, un vuoto che non si sarebbe mai colmato.
Dazai non sarebbe mai più rientrato da quella porta. La sua voce non avrebbe più accarezzato le pareti. I suoi polsi bendati non si sarebbero più stretti attorno alle spalle di Chuuya.
E a lui cosa rimaneva? Una sedia vuota, un piatto che sarebbe rimasto intonso, e l'aroma del caffè, amaro come il sapore che impastava la bocca del dirigente della Port Mafia.
Non avrebbero mai fatto colazione insieme in quella cucina.
Il tempo era stato sprecato, dato per scontato, utilizzato in maniera errata.
E il mondo continuava anche se Chuuya era rimasto fermo e immobile ad attendere un futuro che non si sarebbe mai realizzato.
In quell'appartamento che ancora sapeva di loro, in un giorno qualunque come molti erano trascorsi, la realtà aveva spazzato via la dolce illusione, riportando il rosso alla nuda e dolorosa verità.
Non potè fare altro che sedersi nuovamente con un gesto meccanico, gli occhi spenti mentre addentava il primo boccone, e la tv passava beffardamente la canzone preferita di Dazai.
Ed al sapore del caffè, si mischiò una lacrima di sale.

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