Truth

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𝘋𝘦𝘷𝘪𝘭𝘴 𝘴𝘱𝘦𝘢𝘬 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘦 𝘸𝘢𝘺𝘴 𝘪𝘯 𝘸𝘩𝘪𝘤𝘩 𝘴𝘩𝘦'𝘭𝘭 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵
𝘈𝘯𝘨𝘦𝘭𝘴 𝘣𝘭𝘦𝘦𝘥 𝘧𝘳𝘰𝘮 𝘵𝘩𝘦 𝘵𝘢𝘪𝘯𝘵𝘦𝘥 𝘵𝘰𝘶𝘤𝘩 𝘰𝘧 𝘮𝘺 𝘤𝘢𝘳𝘦𝘴𝘴
𝘕𝘦𝘦𝘥 𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘷𝘪𝘢𝘵𝘦 𝘵𝘩𝘪𝘴 𝘭𝘰𝘯𝘦𝘭𝘪𝘯𝘦𝘴𝘴
𝘐 𝘯𝘰𝘸 𝘬𝘯𝘰𝘸 𝘵𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘱𝘵𝘩𝘴 𝘐 𝘳𝘦𝘢𝘤𝘩 𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘭𝘦𝘴𝘴

Ophelia sentiva agitarsi nelle viscere un oscuro e nefasto presagio, come se ciò che sarebbe venuto fuori da quell'incontro, rappresentasse una sentenza definitiva di distruzione totale.
Anche il leopardo che abitava dentro di lei era particolarmente nervoso: vagava nel suo spazio metafisico muovendo la coda a destra e sinistra con fare stizzito, o meglio che sarebbe sembrato stizzito se fosse stato un movimento umano. Inoltre piccoli ringhi intervallati da lunghi silenzi si alternavano in quel continuo muoversi irrequieto.
Ciò nonostante, la giovane Hargreaves rimase impassibile nella sua bellezza arrogante e selvatica, ed anzi sedette con calma davanti a quello sconosciuto, il cui viso più volte, l'aveva tormentata nei suoi strani incubi notturni. Inoltre in realtà, Ophelia era convinta di averlo già incontrato più di una volta, sia tra la folla a New Orleans che in Cornovaglia. Avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco, con la certezza matematica che non si sarebbe scottata.
L'uomo accavallò le gambe nel suo completo di sartoria fatto palesemente su misura, il quale lo faceva somigliare ad uno di quei vecchi proprietari terrieri del sud delle Americhe dei tempi passati, e le sorrise cordiale, tuttavia quando parlò, da lui si levò solo il più totale vuoto, come se nella sua gola risedesse un buco nero enorme capace di risucchiare ogni cosa nella sua oscurità.
La pelle della mutaforma si increspò per qualche secondo, tuttavia non si concesse nessun'altra reazione.
Lo aveva percepito già dall'energia che attorniava quella persona il fatto che non fosse umana, in quel momento però ne ebbe la conferma.
Si mosse allora? No.
Nonostante il brutto presentimento, dentro di lei sapeva che quell'incontro le avrebbe portato verità importanti e fondamentali.
« Finalmente ci parliamo Ophelia, ho atteso a lungo questo momento. »
« Continuo a ribadire che questa cosa che tu mi conosci, mentre io non ho idea di chi tu sia, mi da particolarmente sui nervi. »
Una risata gorgheggiante scosse il petto dell'uomo.
« Molte cose ti danno sui nervi a quanto mi è dato sapere. »
Odioso.
Odioso quanto Lucifero o forse anche peggio, il che era tutto un dire.
« Chi sei allora? Parla, forza. »
Tagliò corto la giovane, già spazientita da tutto quel teatrino.
« Il mio nome è Caino. »
Caino...? Il primo fratricida della storia? Oh per amore degli dei...
« Si, prima che tu lo chieda facendomi perdere considerazione nel tuo intelletto, sono proprio quel Caino, quello della Bibbia etcetera etcetera. Ormai dovresti essere avvezza a questo mondo. »
Da parte di Ophelia venne dapprima arcuato un sopracciglio con fare scettico. Si, ormai era avvezza a quel mondo, ma non per questo prendeva per oro colato tutto ciò che le veniva raccontato.
« E che cosa vorresti da me? »
Domandò quindi dandogli il beneficio del dubbio, dimostrandosi sbrigativa come sempre.
« Oh be, in realtà non desidero nulla, e non intendo farti del male se è questo che ti preoccupa. Non potrei mai ferire il sangue del mio sangue! »
Silenzio. Un attonito silenzio mentre la donna dai lunghi e selvaggi capelli neri assorbiva l'impatto di quanto udito, e ne registrava il significato.
Quante sciocchezze... altro che verità.
« Non dici niente, bella Ophelia? »
« Io non ti credo. »
« Ma quale dolore infliggi al tuo povero tris tris tris e ancora tris nonno! - Riprese lui aggiungendovi un po' di sceneggiata. - Sono il capostipite della tua famiglia, della nostra famiglia. Su bella Ophelia, non fare quella faccia! - Ed allargò anche le braccia con un falsissimo fare amorevole. - Vieni ad abbracciare il tuo antenato, così potrò svelarti il segreto che ci lega da sempre a Lucifero. E' una storia lunga millenni, ci vorrà un po' affinché io possa raccontartela tutta. »  

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