Deep Water

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𝐴𝑛𝑑 𝐼'𝑚 𝑛𝑜 𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑎 𝑠𝑖𝑛𝑛𝑒𝑟 𝑡𝘩𝑎𝑛 𝑎𝑛𝑦 𝑚𝑎𝑛 𝘩𝑒𝑟𝑒,
𝐼'𝑚 𝑛𝑜 𝑙𝑒𝑠𝑠 𝑎 𝑠𝑎𝑖𝑛𝑡 𝑡𝘩𝑒𝑛 𝑡𝘩𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑒𝑠𝑡 𝑎𝑡 𝐺𝑜𝑑'𝑠 𝑒𝑎𝑟.
𝑁𝑜𝑤 𝐼 𝑎𝑚 𝑠𝑛𝑎𝑟𝑒𝑑, 𝑡𝘩𝑒𝑦 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑖𝑠𝘩 𝑚𝑒 𝑤𝑒𝑙𝑙
𝑊𝑖𝑡𝘩 𝑎 𝑙𝑎𝑑𝑑𝑒𝑟 𝑡𝑜 𝘩𝑒𝑎𝑣𝑒𝑛 𝑎𝑛𝑑 𝑎 𝑟𝑜𝑝𝑒 𝑑𝑜𝑤𝑛 𝑡𝑜 𝘩𝑒𝑙𝑙

Il corpo gelido giaceva rigido sulla spiaggia, una statua senza vita e senza anima.
Il petto muto, dove fino a poco prima batteva il cuore, immobile come tutto il resto di lui.
« Non respira. Non respira. »  
Una voce di donna ricolma di panico a stento trattenuto riempiva il silenzio sceso su tutti i presenti come una coltre pesante e impenetrabile, ma nemmeno quel richiamo disperato sembrava riuscire a fendere le tenebre in cui il rivoluzionario stava ancora affogando.
La battaglia sul ponte, la caduta in mare, braccia che ad un certo punto lo trascinavano via dall'oblio, e poi il buio, un'oscurità soffocante che gli bruciava i polmoni.
Una parte della sua coscienza era ancora accesa da qualche parte, gli permetteva di percepire il dolore dei propri arti pesanti come macigni, ma non aveva idea di dove iniziasse una parte del suo corpo e dove finisse l'altra. Cercava la propria bocca nell'ombra, i propri occhi, le proprie mani, ma non vi era nulla se non la consapevolezza della fine.
La luce però sopraggiunse inaspettata, sebbene fece ancora più male di tutto il resto.
Il pugno gli colpì infatti lo sterno, con tanta violenza da farlo sobbalzare. Fu così  però che Sabo ritrovò la via per la propria gola riarsa, e riversandosi su di un lato cominciò a sputare l'acqua che gli aveva ostruito le vie respiratorie.
Una mano più delicata gli colpì appena le spalle per aiutarlo in quel brusco ritorno alla vita, mentre cominciava a percepire nuovamente se stesso, i vestiti fradici appiccicati alla pelle, il bruciore che lo aveva assalito tra le onde, i rumori dapprima ovattati e poi sempre più vividi.
E il petto, il petto che doleva come se avesse qualche osso rotto. E forse era proprio così.
Tornato a distendersi sulla schiena respirando profondamente, sebbene ogni boccata d'ossigeno fosse puro fuoco, provò a sollevare le palpebre pesanti, in cerca di quella mano che con ferocia lo aveva strappato alle spire della fine.
Poteva appartenere solo a una persona, non ne aveva alcun dubbio.
E finalmente Kidda entrò nel suo campo visivo, i lunghi capelli rossi a scivolarle attorno alle guance più pallide del solito, lo sguardo arrabbiato come sempre.
« Non ti azzardare mai più a farmi uno scherzo simile. »  
Ingiunse con quello stesso tono incrinato dalla preoccupazione, che così contraddiceva quelle iridi tanto furiose.
« Tu piuttosto, la prossima volta che provi a salvarmi la vita vedi di non spaccarmi le costole. »  
Gracchiò lui con voce gutturale per lo sforzo e l'affogamento, tossicchiando ancora un po'.
Il braccio della pirata sopraggiunse allora a sollevarlo, lasciandogli trovare nuovo appoggio sulle sue gambe, mentre gli altri filibustieri si allontanavano sia per soccorrere gli altri feriti sia per lasciare loro un attimo di tranquillità.
Sabo socchiuse di nuovo gli occhi allora. Voleva mostrarsi forte anche in quel momento, non voleva essere di peso e non voleva essere accudito, per questo provò a sollevarsi, ma la capitana fu inamovibile nel trattenerlo a sè.
« Dove pensi di andare? Non ci muoviamo da qui adesso finchè non arrivano con una portantina.»
« Non serve, posso far... - »   
« Guarda che ti do un pugno in testa così ti addormento di nuovo.»   
Una minaccia soave e amorevole, che ebbe l'effetto di farlo ridere, e di conseguenza tossire di nuovo.
« Va bene, va bene. Non mi muovo. Certo che potresti essere un po' più gentile visto che sono quasi morto affogato.»   
Perchè a quel punto tanto valeva approfittarne e punzecchiarla. Non poteva certo dire di essere scomodo lì tra il calore della pelliccia che gli sfiorava le braccia e le curve della pirata che gli facevano da cuscino. Magari per una volta poteva davvero farsi accudire un po'. Forse...
E poi in effetti si sentiva davvero stanco, come se avesse camminato per giorni e ogni suo muscolo fosse stato squarciato nello sforzo.
« E' stato Killer a tirarti fuori dall'acqua. »   
- Perchè io non potevo venire a salvarti. -
Il resto della frase non venne pronunciato, ma arrivò ugualmente alle orecchie del rivoluzionario nonostante le parole fossero rimaste racchiuse tra le scarlatte labbra della giovane.
« Più tardi ricordami di ringraziarlo. »   
« Mh »
« Kidda... sto bene. »
La rassicurazione giunse con il nuovo sollevare delle palpebre per poter raggiungere con lo sguardo quelle iridi ambrate in cui era certo di trovare l'angoscia.
Ciò che vi lesse tuttavia fu qualcosa di diverso.
« Ma stai piangendo? »   
« No che non sto piangendo! »   
La manata gli arrivò dritta sulla guancia e gli fece contrarre il viso in una smorfia.
« Oh, mi hai fatto male! »   
Protestò quindi allontanando le dita della pirata, le quali però si strinsero attorno alle proprie quasi con un tremito. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, lui lo sapeva bene, ma era evidente quanto fosse scossa.
« Dammi un bacio. »  
« Eh?? »   
« Non fare quella faccia e dammi un bacio ho detto. »   
Benchè la voce del giovane non fosse ancora tornata quella di sempre, non vi era tentennamento in lui e Kidda, seppur vagamente stranita, si chinò a sfiorargli le labbra con delicatezza, quasi temesse di fargli male sul serio.
Esattamente come Sabo aveva sospettato.
Fu per questo che fu lui a reclamare con molto più impeto quella bocca morbida il cui sapore ormai era parte di lui, fino a che questa volta il fiato non mancò entrambi.
« Visto? Sono tutto intero e sono qui. Non è successo niente. »   
Un sussurro in cui i loro respiri si mescolarono ancora, mentre dalla pirata giungeva un lieve annuire, accompagnato da un sorriso e uno sfiorarsi delle loro fronti.
« Adesso mi posso alzare? »   
« No. »   
Le ciocche cremisi scivolarono ancora ad accarezzargli le guance, intrecciandosi alle indomite onde bionde, e fu così che salutarono il sopraggiungere dell'alba che con il suo chiarore rischiarò le tenebre di quella notte. 


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