Hᴜsʜ﹐ ʟɪᴛᴛʟᴇ ʙᴀʙʏ﹐ ᴅʀɪɴᴋ ʏᴏᴜʀ sᴘᴏɪʟᴇᴅ ᴍɪʟᴋ
I·ᴍ ғᴜᴄᴋɪɴɢ ᴄʀᴀᴢʏ﹐ ɴᴇᴇᴅ ᴍʏ ᴘʀᴇsᴄʀɪᴘᴛɪᴏɴ ғɪʟʟᴇᴅ
Dᴏ ʏᴏᴜ ʟɪᴋᴇ ᴍʏ ᴄᴏᴏᴋɪᴇs Tʜᴇʏ·ʀᴇ ᴍᴀᴅᴇ ᴊᴜsᴛ ғᴏʀ ʏᴏᴜ
A ʟɪᴛᴛʟᴇ ʙɪᴛ ᴏғ sᴜɢᴀʀ﹐ ʙᴜᴛ ʟᴏᴛs ᴏғ ᴘᴏɪsᴏɴ﹐ ᴛᴏᴏIl brusio della caffetteria somigliava vagamente al rumore di uno sciame d'api operose all'interno del loro nido, e l'analogia era particolarmente calzante visto che erano le otto del mattino, e quello era praticamente l'orario di punta di tutti coloro che possedevano una mansione impiegatizia e facevano colazione fuori casa.
Vivian dovette dunque farsi largo tra la calca per raggiungere la fila di chi ordinava d'asporto, e mentre era in coda si premurò di prendere dal portafogli il denaro contante che le serviva per pagare la propria ordinazione, così da essere più svelta: latte caldo con tanta schiuma, e pancake lisci, perché primo lo sciroppo d'acero o la cioccolata non erano granché comodi da mangiare in giro per la città, e secondo perché la giovane scrittrice preferiva sapori più semplici e poco sapidi.
La ragazza alla cassa la riconobbe ovviamente. Tutti i mercoledì e i venerdì infatti, Vivian si recava in quella caffetteria, ordinava sempre il solito, e lesta come una lince si dileguava, dimenticando costantemente lo scontrino sul bancone.
Una sola volta aveva ordinato qualcosa di differente, ed era stato un disastro sotto parecchi punti di vista.
Tutti le rompevano letteralmente l'anima affinché cominciasse a bere caffè.
Era un incubo, una questione di stato per una sciocchezza. Per coloro che la attorniavano infatti, non poteva essere possibile che a quasi trent'anni suonati una persona non bevesse quella magica bevanda nera e aromatica che era appunto i caffè, e poco importavano i gusti dell'imputata sotto accusa per l'alto tradimento alla caffeina.
Vivian veramente lo detestava. Troppo amaro per il suo palato. Eppure non c'era verso che gli altri lo capissero.
Così una mattina, per zittire una collega che si era fermata a fare colazione con lei, aveva deciso di prendere un cappuccino, giusto per dimostrare che almeno ci aveva provato.
Lo aveva chiesto molto chiaro: tanto latte, tanta panna e poco caffè. Niente cacao, troppo amaro anche quello. Per essere sicura di riuscire a bere l'intruglio poi, ci aveva anche buttato dentro ben due bustine di zucchero, per la serie il diabete non ci spaventa. Eppure... eppure dopo due soli sorsi lo aveva buttato via. Non c'era stato verso che riuscisse a buttarlo giù.
Perciò che la gente la prendesse per matta o aliena, pazienza.
Detestava il caffè, punto e basta, ed il mondo se ne sarebbe dovuto fare una ragione.
Così anche quella mattina lasciò allegramente alle spalle la cassiera, con in mano il suo bicchiere di cartone così caldo da apportare un po' di sollievo alle dita intirizzite per il freddo di dicembre, e si unì allo scalpiccio della folla che riempiva il marciapiedi, diretta alle scalinate della metropolitana.
La giornata era appena cominciata.
// piccolo annuncio, purtroppo quei dementi della telecom mi hanno tolto la linea adsl a casa per un errore tecnico, ma ci vorrano dieci giorni per il ripristino, perciò la pubblicazione per il writober a malincuore per il momento si ferma qui.
Ho anticipato questa storia che era già pronta, ma per il resto purtroppo non posso fare nulla.
Grazie a chi mi ha seguita fino a qui e spero di risolvere in fretta
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Writober 2018
RandomHo deciso di partecipare anche io a questa iniziativa indetta da Fanwriter.it Partirò col giorno 6 e non so se riuscirò a scrivere tutti i giorni, ma ce la metterò tutta -Prompt- Giorno 6: Missing Moments + Colazione (pairing scelto ChuuyaxDazai...