Dirty Little Secret

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𝐼 𝑔𝑜𝓉 𝓉𝓌𝑜 𝓁𝑒𝓉𝓉𝑒𝓇𝓈 𝒻𝓇𝑜𝓂 𝓎𝑜𝓊
𝐿𝒶𝓈𝓉 𝓌𝑜𝓇𝒹𝓈 𝑜𝒻 𝓉𝒽𝑒 𝓇𝓊𝓃𝒶𝓌𝒶𝓎
𝒴𝑜𝓊𝓇 𝓁𝑜𝓋𝑒 𝓌𝒶𝓈 𝓌𝓇𝒾𝓉𝓉𝑒𝓃 𝓈𝑜 𝓉𝓇𝓊𝑒
𝒜𝓃𝒹 𝓃𝑜𝓌 𝐼 𝒸𝒶𝓃'𝓉 𝓈𝓅𝑒𝒶𝓀 𝓎𝑜𝓊𝓇 𝓃𝒶𝓂𝑒
𝐼 𝒻𝒶𝒸𝑒𝒹 𝒹𝑒𝓈𝓉𝓇𝓊𝒸𝓉𝒾𝑜𝓃 𝒶𝓃𝒹 𝓎𝑜𝓊
𝒿𝓊𝓈𝓉 𝓀𝒾𝓁𝓁𝑒𝒹 𝓂𝑒 𝒶𝓃𝒹 𝓌𝒶𝓁𝓀𝑒𝒹 𝒶𝓌𝒶𝓎
𝐼 𝑔𝒶𝓋𝑒 𝓂𝓎 𝒽𝑒𝒶𝓇𝓉 𝓉𝑜 𝓉𝒽𝑒 𝒸𝓇𝓊𝑒𝓁
𝒩𝑜𝓌 𝒾𝓉 𝓌𝒾𝓁𝓁 𝓃𝑜𝓉 𝒷𝑒𝒶𝓉 𝒶𝑔𝒶𝒾𝓃

Chuuya, Dazai, Oda.
Tre destini incrociati sotto un'unica nera bandiera, quella della Port Mafia. L'organizzazione illegale era l'unica cosa che avevano in comune in effetti, visto quanto erano differenti in gesti, animo e idee.
Chuuya era una tempesta in movimento, sempre pronto alla rissa, rabbioso come una belva in catene, e con un potere distruttivo tra le mani, tale da consumarlo completamente ma solo dopo aver portato la fine di ogni altra cosa oltre lui.
Dazai dal canto suo era un'anima tormentata, in costante bilico tra noia e disperazione, intento a camminare su un filo sottilissimo tra la vita e la morte, perennemente in cerca di risposte su quella natura umana che riusciva ad essere per lui estremamente prevedibile, e al tempo stesso incomprensibile.
Ed infine Oda, idealista a un punto tale da apparire quasi ingenuo, il delinquente senza macchia e colpa, il cui sguardo serafico era capace di placare persino il giovane compagno dai capelli castani.
Eppure per quanto dissimili, quei tre erano finiti con il legarsi uno all'altro. O per meglio dire Dazai aveva fatto da strano collante tra loro, creando una pericolosa catena d'amore ed odio.
Chuuya non capiva.
Era lui il partner del giovane dai capelli castani, lavoravano fianco a fianco per la Port Mafia, ottenendo oltretutto risultati grandiosi, maggiori rispetto a quelli di chiunque altro. Mori era assolutamente soddisfatto dal loro operato, e all'interno dell'Organizzazione ormai si erano fatti una nomea solida e intoccabile.
Ciononostante quel maniaco suicida passava il suo tempo libero con lo scrittore fallito amante degli orfanelli. E si anche con quell'altro sfigato occhialuto. Lui però non era rilevante, anzi era una figura totalmente marginale. Gli occhi, o meglio l'unico occhio visibile di Dazai non si accendeva di vita quando incontrava lo sguardo del quattrocchi. Quando era Oda invece ad entrare in una stanza... No, Chuuya proprio non riusciva ad accettarlo, e benché non lo avrebbe mai fatto davvero, gli sarebbe piaciuto prendere il castano per il bavero della giacca e cominciare a scuoterlo con forza urlandogli addosso: perché non guardi me così???Non era solo l'orgoglio a bloccare il rosso dal fare una cosa del genere però. Un sentimento molto più infido gli chiudeva la gola: paura. Paura della risposta che avrebbe potuto ricevere.
Così semplicemente si era chiuso nella sua rabbia, tramutando l'amore in in rivalità. Fingendo odio e fastidio quando avrebbe solo voluto... perfino ammetterlo a se stesso era difficile. Quel sentimento nemmeno riusciva a pronunciarlo.
Se ne sarebbe mai accorto il suo partner? L'altra metà del doppio nero? Oppure in realtà aveva già compreso ogni cosa, lui che sembrava essere in grado di trapassare un'anima alla prima occhiata? Lui che prevedeva sempre pensieri, azioni ed eventi con tanto anticipo, possibile che non si fosse accorto di ciò che era nato nel rosso? Qualcosa che in realtà era chiaro quasi quanto la luce del sole del mattino.
Ma la verità forse, era che a Dazai semplicemente non interessava. Forse aveva già fatto la sua scelta, e quella scelta non era Chuuya.In ogni caso faceva male, faceva male davvero.
Eppure il giovane in quel tormento vi sarebbe rimasto sempre, per sempre, consapevolmente e volutamente. Non avrebbe mai e poi mai potuto dire basta, non avrebbe mai potuto sciogliere il loro duo, farsi trasferire altrove e dimenticare. La luce oscura di Dazai ormai lo aveva incatenato a lui, e non vi era più modo di sfuggirgli.
Si sarebbe opposto a lui, avrebbe finto odio, ma sarebbe rimasto parte di quel doppio nero che era tutto ciò che gli restava. Almeno questo Sakunosuke Oda non avrebbe potuto averlo. Era comunque una vittoria, no?
Questo perlomeno era ciò che si sarebbe raccontato per riuscire a dormire la notte, cullandosi nell'illusione di possedere qualcosa di speciale, nonostante le proprie dita non avessero nulla da stringere oltre il cuscino vuoto al proprio fianco.
Patetico.
Il suo patetico segreto.
Il patetico segreto a cui non avrebbe mai rinunciato.


// Questa storia in particolare l'hoscritta pensando a @LatSakunosuke  che mi ha seguita in questopercorso e mi ha incoraggiata con i suoi commenti sempre moltogentili.
Spero ti piaccia, e grazie ancora per tutto <3 //

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