capitolo 10

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Paride Pov's

Entro finalmente nella reggia dei Capuleti. Con mia sorpresa ero anche capace di orientarmi, seguivo Tebaldo ovviamente, ma ricordavo tutte le strade, in fondo non sono un caso così perso. Chissà dove saremmo andati, non conosco tutte le stanze, di conseguenza non riesco a immaginarmene nemmeno una in cui si possa tenere il tipo di lezione che mi avrebbe fatto Tebaldo. Ci imbuchiamo in un corridoio che non avevo mai visto, era più spento del solito, nè una finestra, nè una porta, solo una piccola candela ogni 2 metri, che non permetteva la visione chiara di tutto l'ambiente. Camminiamo sempre dritti, fin quando non compare una figura dal buio.

"Buongiorno Tebaldo, buongiorno Paride, che fate qua?"

Non ci vedevo nulla, ma avrei riconosciuto quella voce tra mille, era il Conte.

"Non sono affari tuoi."

Penso che Tebaldo, imparerà il modo di porsi alle persone educatamente, quando il mondo finirà, cioè mai. Dò una pacca a Tebaldo sulla spalla, era suo zio ok, ma la maleducazione ha un limite.

"Beh se non me lo vuoi dire tu, me lo dirà Paride."

Cosa? Io? Cosa devo dire? Perché io? Cosa c'entro? Che devo fare? Qualcuno mi salvi. Perché ha chiesto proprio a me? Divento rosso in viso, come al solito, e non riesco a spiccicare parola. Qualcosa la dovevo pur dire, non avrei fatto di nuovo la figura del cagasotto.

"C-ci siamo dati appuntamento per d-discutere di varie c-cose, tra un po' ci sarà il ballo, e voglio fare b-bella figura, così ho chiesto a T-Tebaldo di darmi alcune d-direttive."

Da quando balbetto? Cioè in tutta la mia vita ho sempre detto tutto d'un fiato, arrivo davanti a lui e BALBETTO. MA CHE UOMO SONO? Vabbè, almeno ho dato una risposta.

"Ah bene, buon divertimento allora"

Ci sorride e se ne va. E anche oggi, evito di fare figure di merda domani! Mi giro verso Tebaldo e mi guarda male. Ma precisamente questo ragazzo cosa sa fare oltre lamentarsi, minacciare, sbraitare e guardare male? Cioè proprio a lui dovevano capitare tutte queste doti?
Proseguiamo e giungiamo davanti a una porta, di un rosso molto più intenso, quasi sangue, che trasmette un inquietudine terribile, sul pomello della porta, placcato in oro c'è incisa una lettera, una "T". È probabilmente la stanza di Tebaldo allora. La apre, ed entriamo. Lugubre è forse l'aggettivo che gli si addice meglio, è completamente rossa, con alcuni accenni quà e là di nero, come se avesse ammazzato i suoi amici peggiori proprio su quelle pareti. Perlomeno c'è una finestra, che tende a illuminare tutto l'ambiente. Sono presenti vari armadi, rigorosamente rossi, decorati con varie fantasie, simili a quelle che ha sulla sua giacca. Il letto, completamente nero. Gli angoli sono appuntiti, il materasso sembrava cemento,ma le coperte che lo circondavano, apparivano morbide, e le lenzuola, intravedibili a malapena, erano completamente trasparenti, decorate con del pizzo, anch'esso rosso.
Tebaldo si butta sul suo letto, e mi invita a sedermi vicino a lui con un gesto. Cosa dovrei fare? Glielo dico che la stanza mi fa inquietudine e che se prova ad ammazzarmi scappo dalla finestra? Decido di stare zitto e mi siedo affianco a lui, che inizia a parlare.

"Allora, dobbiamo parlare quindi dell'approccio che devi avere con Giulietta no?"

"Sì, sono stato con varie ragazze, ma non ne sono mai stato veramente innamorato, vorrei sapere come comportarmi"

"Va bene, ma tutto dipende dalla tua personalità, ognuno ha un modo diverso di rapportarsi come le persone, io andrei subito al punto, non farei nessuno dimostrazione plateale, la prenderei, la porterei in camera mia e le direi tutto ciò che mi passa per la testa, tu?"

"Mmh... non si può ballare e basta?"

"Le devi rivelare i tuoi veri sentimenti, come credi di conquistarla altrimenti?"

"Quali sentimenti?"

"Aspetta, prima di tutto, tu sei innamorato di Giulietta?"

Bella domanda. Non me lo sono mai chiesto. Ho sempre dato tutto per scontato, che dovessi conquistarla per dovere, non perché mi piaccia veramente, ciò che mi spinge a farlo è solo un bisogno di attenzioni e amore da parte di un genitore. Faccio spallucce. Perché effettivamente non lo so.

"Aspetta, vuoi dirmi che dopo tutto questo casino, Giulietta non ti piace?"

"Non so che tipo di sentimenti si provino quando sei innamorato, perché non lo sono mai stato."

"Nemmeno una piccola cotta? Scusa, perché ti sei fidanzato da piccolo?"

"Vedevo i miei amici vantarsi delle proprie ragazze, inoltre baciarle e accarezzarle mi sembrava una cosa molto carina, l'ho fatto solo per esperienza"

"Ma allora... sei sicuro di essere etero?"

Woh. Non mi aspettavo una domanda così. Mi piaceva baciare le femmine, ma non significa che provassi dei veri sentimenti per loro effettivamente. E se fossi bisessuale? O ancora peggio omosessuale? Chi lo direbbe ai miei?

"Non sono certo neanche di questo."

Era la verità. Non ho mai sperimentato il vero amore, e ora che mi trovo davanti a una grandissima opportunità per la mia vita, ancora ho intere lacune su questo argomento, ma perché?

"Allora vale la pena fare esperimenti."

"Che intendi?"


Spazio autrice
Si l'ho interrotto in mezzo perché ho sonno e non mi va di continuarlo AHAH non vedo l'ora di scrivere per il prossimo capitolo perché ho già un idea in mente sclero troppo ^\\w\\^

Giulietta o... conte Capuleti? [Paride x Conte Capuleti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora