capitolo 15

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Paride Pov's

Io e Mercuzio rimaniamo per due orette in camera nostra, grazie al cielo non mi ha chiesto se voglio pranzare, o se voglio mangiare, oggi particolarmente non ho fame dopo tutto quello che è successo. Io sono rimasto steso sul letto a guardare il soffitto, i quadri e i mobili, pensando e ripensando a ciò che mi ha detto Mercuzio, non devo sentirmi in colpa, non è un problema se Giulietta non mi piace, o se ancora peggio, mi piacesse una persona del mio stesso sesso.
Mercuzio è rimasto affianco a me a leggere uno strano libro chiamato "Iliade", sulla parte destra del libro era scritto tutto in greco, l'ho riconosciuto perché l'ho studiato qualche anno fa, mentre dall'altra parte i versi  erano scritti in lingua locale nel così detto "esametro dattilico" o almeno, Mercuzio lo ha definito così. Ogni tanto i miei pensieri venivano interrotti da lui che richiamava la mia attenzione dicendo "guarda! C'è un personaggio che si chiama come te!" e mi raccontava delle sue gesta poco virili come, scappare davanti al nemico, rubare la sposa di un altro e non entrare in guerra nonostante ne fosse lui la causa. Mi chiedo perché i miei genitori mi abbiano chiamato così, se fosse stato per quel "Paride" sarebbe stato un problema, io non sono così codardo, o almeno lo spero.

"Mercuzio, secondo te io sono come il Paride di quel libro?"

"Ma cosa ti viene in mente?! Tu sei molto meglio, sei bellissimo, sei gentile, coraggioso e sono sicuro che non ti tireresti indietro davanti ai pericoli!"

Queste parole mi rassicurano,almeno c'è qualcuno che ha chiaro chi e come sono.

"Che dici di uscire?"

Da dove se ne esce? Sono stato tutta la mattinata fuori,non ho proprio voglia!

"Non mi va tanto... sono stanco"

"Ma sei stati due ore a non far nulla! Almeno io ho letto!"

Effettivamente ha ragione,ma sono stanco proprio per questo, e non riesco ancora a mettere tutti i pensieri in ordine, forse ho solo bisogno di distrarmi, magari se incontrissimo Benvolio mi risolleverebbe il morale.

"Dai va bene, lo faccio solo perché sei tu"

Ci alziamo contemporaneamente,ci aggiustiamo i vestiti che sono stropicciati e decido di uscire senza trucco, chi avremmo mai potuto incontrare?
Ci avviciniamo alla porta ma prima di uscire Mercuzio mi ferma.

"Sento delle voci provenire da fuori, forse abbiamo ospiti"

"A quest'ora? Forse sta parlando solo con qualche guardia, non sarà nessuno"

"No fidati, con le guardie non parla così tranquillamente, se ci parla è per rimproverarle o dare ordini"

"Ma dai, stai dipingendo una figura di tuo zio che non é! Non penso che sia così cattivo"

"Perché non ci convivi e non lo conosci! Se parla così è solo perché sta parlando con qualcuno con cui non ha confidenza, il che significa un ospite, ossia qualcuno che non conosciamo!"

"Si, va bene! Ma apri sta porta! Diventeremo degli scheletri se aspettiamo che se ne vada!"

"Va bene, ma prima controlliamo chi è, e poi scendiamo"

"Come vuoi tu cugino!"

Apre la porta e usciamo, mettendoci rannicchiati a terra e sporgendo i nostri sguardi dalle scale, e in quel momento realizzo che forse prima non avrei dovuto prendere la questione così alla leggera, poiché l' "ospite" era proprio il conte Capuleti.

Cerco di rimanere il più calmo possibile, inizio e tremare e non riesco più a tenermi accovacciato, tanto che cado di culo per terra.

"Oddio Paride! Tutto ok?"

Giulietta o... conte Capuleti? [Paride x Conte Capuleti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora