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Il lavoro come Auror si era dimostrato più impegnativo del previsto per Harry Potter.
Si era sempre immaginato di entrare a far parte del corpo di sicurezza del mondo magico, ma non aveva mai pensato alle effettive incombenze che questo poteva implicare.
Si accorse ben preso che non c'erano solo continui inseguimenti o pericolose battaglie con maghi oscuri da completare, ma anche ricerche lunghe e noiosissime che avevano ricoperto la sua scrivania di scartoffie fin dal primo mese di lavoro.
Anzi, essendo ancora un novellino, aveva potuto partecipare solo ad una effettiva battaglia, per catturare un Mangiamorte ancora in libertà, ma era dovuto rimanere in disparte come spettatore per ' imparare il mestiere'.
Come se 'il ragazzo sopravvissuto, colui che ha vinto la guerra e sconfitto Lord Voldemort', avesse bisogno di 'imparare il mestiere'.
Aveva comunque deciso di non obbiettare, troppo felice e troppo desideroso di tenersi stretto il lavoro che aveva sempre sognato.
Fortunatamente il primo anno da 'novellino' era passato in fretta, anche grazie al suo partner lavorativo, Spencer King, nonché suo stagista e supervisore.
Era lui, con il suo carisma, che lo aveva introdotto velocemente nei ritmi del nuovo impiego.
Harry aveva trovato in lui, da subito, un certo fascino che aveva reso le ore di lavoro molto più interessanti.
Questo Spencer, non solo era divertente e affascinante, ma anche uno buon modello per un inizio di conversazione; infatti, comincerò proprio a parlarvi di Harry Potter, seduto in una tavola calda alle nove di sera, alle prese da più di dieci minuti con un monologo, cui protagonista era il signor Spencer King.
Hermione Granger e Ronald Weasley ascoltavano distratti, mangiando in silenzio Hamburger di sottomarca.
"Harry..." lo chiamò infine, stufo, il rosso. Dovette ripetere il nome a voce più alta quando il corvino lo ignorò.
Finalmente ebbe la sua attenzione, sospirò e riprese "Per favore, ora mangia e smetti di parlare di questo King. Inoltre a me sembra solo un pallone gonfiato e anche pigro"
Harry aprì la bocca pronto a rispondere a tono, ma decise all'ultimo di riempirla con un sorso di birra.
"Sembra che tu ti sia preso una bella cotta" parlò Hermione, al posto suo.
Harry rischiò di soffocare, cominciò a tossire, tentando comunque di controbattere a quelle parole, gorgogliando birra "No! Io...non...lui non mi...piace"

Era risaputo ormai che Harry Potter era bisessuale. Lo aveva ammesso lui stesso ad un intervista, quando aveva dovuto spiegare da cosa fosse dovuta la meravigliosa affinità tra lui e il suo ex capitano della sua vecchia squadra di Quiddich, nonché suo primo amore maschile.
Infatti gli scambi di opinioni e tattiche di gioco tra i due, avvenivano sotto la doccia degli spogliatoi della squadra e non serve dire che non usavano le parole.

Finalmente Harry si ricompose e riprese fiato. Guardò con serietà Hermione, che riusciva sempre a metterlo a nudo, anche quando credeva che la cosa non si notasse.
"È il mio collega Hermione. Non mi piace, ma anche se fosse non potrei farci niente"
La riccia scosse lentamente il capo e tornò a mangiare.
"Comunque, smettiamo di parlare di lavoro. Avete sentito della festa di primavera che organizzano questo weekend al 'Magiclub'?" cambiò discorso Ron, rendendo gli altri due più tranquilli ed interessati.
"Si! Sembra che sarà una festa indimenticabile. Chissà..." rispose Harry, sorridendo all'amico con sguardo sognante.
"C'è solo un modo per scoprirlo. Andiamoci!" Esclamò Hermione, sapendo benissimo che gli altri non vedevano l'ora di sentire quella proposta.
"Sarebbe bello, ma è una festa esclusiva. Inoltre il giorno dopo dovrò lavorare e..."
Ron lo interruppe sbuffando "Non fare il vecchio! Con te possiamo entrare ovunque".
Allo sguardo poco convinto di Harry, Hermione aggiunse "Per una volta, cerca di sfruttare la tua fama".

Così, si ritrovarono sabato tutti e tre davanti alla discoteca più esclusiva della città, vestiti eleganti, verso le 10 di sera.
Hermione, a braccetto con Ron, era la più bella, ovviamente. Indossava un abito di seta bianco aderente e molto scollato sulla schiena; Harry scoprì in seguito che aveva dovuto litigare molto con un Ron geloso, per poterlo finalmente indossare.
Come previsto, riuscirono ad entrare quando Harry sfoggiò la sua famosa cicatrice a forma di saetta che aveva sulla fronte, sfruttandola per la prima volta in vita sua.
Il clima all'interno del Club era caotico e afoso. Gente sudata, sbronza e festosa, girava e ballava ovunque.
Harry ci mise un po' ad abituarsi alle luci intermittenti, ma alla fine si lasciò andare e si divertì a ballare con i suoi migliori amici fino a sentirsi le ginocchia cedere dalla stanchezza.
Si buttò di peso su uno sgabello del bar per riprendersi e per scolarsi qualche bicchierino di whisky incendiario.
"Guarda guarda, sembra che lo sfregiato più famoso d'Inghilterra abbia deciso di intraprendere attività da comuni mortali"
Harry si riscosse sentendo quel soprannome che nessuno gli aveva più affibbiato da quando aveva finito di andare ad Hogwarts.
"Malfoy?"
"Ci si rivede, Potter" il biondo snob che aveva sempre detestato e che non vedeva da anni, era seduto accanto a lui, nel bar di una discoteca.
Harry prese il bicchiere che aveva ordinato e fece roteare pensieroso il contenuto "Non ti vedo da..."
"Da quando hai vinto la guerra? Si, sono stato un tantino impegnato"
Il silenzio che seguì dopo, carico di tensione, gli lasciò il tempo di riflettere su cosa dire.
"Beh...come stai allora?" Chiese infine, esponendo uno dei suoi peggiori repertori di inizio conversazione.
Malfoy ridacchiò serio "Ma fammi il piacere, come se ti importasse. Piuttosto, ho saputo che hai cominciato a lavorare con gli Auror"
Harry si risvegliò, felice di poter parlare di qualcosa che conosceva bene "Si! E sai devo dire che va piuttosto..."
"Non ti ho chiesto come andasse o cosa ne pensassi" lo interruppe Malfoy, misto tra l'acido e il divertito.
Harry alzò gli occhi al cielo, vuotò il bicchiere di whisky e si alzò dalla sedia. "Beh, felice di averti rivisto"
"Non è vero" sbuffò Malfoy
"Hai ragione".

Tornò in pista, con ancora in testa Malfoy e la sua faccia tosta. Strinse i pugni fino a sbiancane le nocche e sentì una strana sensazione, come se il provare odio per Malfoy gli fosse mancato, dopo tutti quegli anni.
Intercettò Ron appoggiato ad un muro, con un calice di vino rosso in mano.
"Hey amico." Richiamò la sua attenzione, avvicinandosi.
"Ah Eccoti." Lo accolse Ron, con la faccia di chi ha appena ricevuto il peggior insulto della sua vita.
"Che succede?" Domandò Harry, aspettandosi un lungo racconto, che arrivò subito dopo: "Ero stanco, volevo riposarmi, ma Hermione continuava a dire di voler ballare ancora un po'. Così, all'ennesima preghiera, un tipo si è avvicinato e ha detto di poter prendere il mio posto, e si è messo a ballare con lei"
Harry sospirò e studiò il muso dell'amico. "Ron, lascia che si diverta" questo non sembrò calmarlo, ma non ebbe il tempo di preoccuparsene, perché sentì delle flebili urla molto famigliari provenienti dal mezzo della sala.
Uno strano presentimento lo invase e già preoccupato, prese Ron per un braccio e lo trascinò in pista.
Riuscì a scorgere Hermione giusto in tempo, mentre si ribellava agli abbracci di un grosso uomo dalla pelle color nocciola "No! Lasciami! Sono sposata!"
Ron perse completamente il controllo e si avventò sull'uomo prima che Harry potesse evitarlo.
Subito la musica cessò e la gente si rispose a cerchio, per poter guardare a distanza la rissa.
Hermione tirò fuori la bacchetta e tentò con coraggio di aiutare suo marito.
Anche Harry fece lo stesso, dopo essersi assicurato che Hermione stesse bene e averla convinta a restare in disparte.
Tentò di separare cautamente i due, che avevano intrapreso un combattimento corpo a corpo, finché vide del sangue sgorgare dalla fronte del suo migliore amico; allora la rabbia gli invase le membra, usò le tecniche che aveva imparato al lavoro e immobilizzò l'uomo.
Prese Ron per la vita è si affrettò ad uscire dal locale, seguito da Hermione, con il vestito strappato sull'orlo e una spallina riversa lungo il braccio.
Preoccupato a pensare a Ron e a quanto quell'uomo fosse stato viscido, sentì a malapena una voce famigliare e aspra commentare "Ovunque Potter vada, non potrà mai evitare di attirare l'attenzione su di se"

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Primo capitolo, spero che vogliate scoprirne di più, dovrete aspettare perché accada ciò che desiderate.

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