10.

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Harry aspettò paziente fuori dal portone della villa Malfoy, finché il biondo si decise ad aprirla, lo sguardo annoiato e una mano dentro la tasca del costoso completo nero.
"Potter"
"Malfoy".

Avevano deciso di andare a fare alcune domande ad un uomo che sembrava fosse stato un testimone importante per il loro caso, cosí Malfoy aveva chiesto ad Harry di passare di fronte a casa sua quella mattina presto; Harry non aveva discusso e si era presentato all'ora esatta.
"Sei pronto? Andiamo?" Chiese, come se si stesse rivolgendo ad una principessa. Malfoy alzò gli occhi al cielo ed uscì dalla villa, dopo essersi infilato il cappotto.
Chiuse la porta e tirò fuori le chiavi dalla tasca per sigillarla, ma prima che potesse farlo si bloccò e inclinò all'indietro la testa "No! Potter ho dimenticato una cosa...dai entra, aspetta che la vado a prendere."
Disse, riaprendo la porta e spalancandola per farlo entrare.
Harry esitò.
"Paura Potter?" Chiese immediatamente Malfoy, forse con un po' di delusione nella voce.
Harry scosse energicamente la testa "ti piacerebbe" ed entrò, ritrovandosi nell'enorme e buio atrio di quella villa infernale, proprio sotto il lampadario in vetro che Dobby fece precipitare dal soffitto sopra un mucchio di mangiamorte durante la guerra magica.
Milioni di ricordi gli invasero la testa, mozzandogli il fiato e facendogli sentire ,per qualche secondo, urla e voci inesistenti.
Proprio in quella dimora, molti anni fa, erano state imprigionate persone innocenti, tra cui Luna, per essere torturate a scopo di estorcere informazioni.
La cicatrice gli pizzicò leggermente a quei ricordi e tutto gli parve come un incubo lontano, a cui non aveva pensato da molto tempo.
Come riusciva Malfoy a vivere dietro quelle mura piene di così brutti ricordi e cariche di un'energia che per qualche ragione gli ricordava la morte?
Si riscosse quando una mano gli si poggiò sulla spalla e si accorse di avere gli occhi lucidi; sbattè più volte le palpebre e si costrinse a guardare Malfoy negli occhi.
Un'ombra di preoccupazione gli attraversò il volto per un istante, prima che ritornasse l'espressione di scherno maligno.
"Ci metterò cinque minuti, vedi di non svenire nel frattempo"
Harry mostrò una smorfia di disprezzo, prima di vederlo sparire dentro una delle stanze della casa.
Si guardò intorno, davanti a lui si estendeva una scalinata che portava al piano superiore, così imponente da fargli credere di essere dentro ad un palazzo reale.
Sbuffò "Ecco perché ad Hogwarts non c'era un ragazzino più viziato di lui. Scommetto che dorme in un letto a baldacchino gigantesco".
Avanzò di qualche passo e si vide curioso di scoprirlo; constatò che Malfoy era sparito da un paio di minuti e così si accinse a salire lentamente le scale.
Arrivò in mezzo ad un corridoio lunghissimo, tappezzato di carta da parati verde scuro e così buio da far sembrare l'Hotel di 'Shining' un posto grazioso dove passare l'inverno.
Mosse qualche passo e guardò a destra e sinistra più volte, prima di decidere di intraprendere la strada del corridoio a destra.
La porta della prima stanza era aperta, così ci sbirciò dentro senza troppe scuse.
Capì subito di trovarsi dentro la vecchia cameretta di Malfoy: era coperta di poster di squadre famose di Quiddich, sopra il letto era stato dipinto lo stemma di Serpeverde e appoggiata su una sedia c'era ancora la vecchia divisa di Hogwarts di Malfoy.
Sorrise involontariamente, all'idea del piccolo Draco nell'intento di fare tranquillo i compiti alla sua scrivania o a sfogliare riviste di Quiddich sul suo letto; il sorriso gli si smorzò, quando si accorse che quel bambino era dovuto crescere in una dimora tanto fredda e paurosa, con dei genitori a stretto contatto con l'assassino più pericoloso di quei tempi.
Passò oltre e decise di curiosare dentro un'altra cameretta, questa volta dalle pareti rosa, il letto a baldacchino dello stesso colore e un'enorme specchio che sovrastava tutta la stanza.
Corrucciò la fronte e ci mise un po' per intuire che quella doveva essere la camera di Jessica, per quando veniva a trovare Malfoy alla villa, con Pansy.
Malfoy l'aveva resa allegra e colorata, quasi per nascondere alla bambina il tremendo buio solitario della villa, ritagliandole un angolo dove potesse sentirsi tranquilla.
Sorrise ancora con dolcezza e uscì con il cuore più leggero rispetto alla prima camera.
Tutte le altre stanze erano vuote oppure tenute in ordine per ospiti che non sarebbero mai arrivati, così attraversò di nuovo il corridoio per visitare l'altra ala del piano superiore.
Si sentì soddisfatto quando trovò finalmente l'attuale stanza da letto di Malfoy, vedendo che in effetti era occupata da un letto a baldacchino a due piazze e coperto da lenzuola nere di seta.
Entrò ghignando e immaginandosi, per qualche motivo, Malfoy addormentato tranquillamente tra quei cuscini dall'aria morbidissima.
Aprì la cabina armadio e ispezionò a lungo i diversi completi e camicie di marca del biondo, con tanto di commenti a voce alta e alterata, per imitare il tono di un critico di moda.

"Ti diverti si?"
Sussultò sentendo quella voce e si girò imbarazzato verso il biondo, che lo squadrava e giudicava con lo sguardo da testa a piedi.
"Vedo che non hai perso il vizio di curiosare tra le cose che non ti appartengono" disse Malfoy, avvicinandosi a lui con le mani intrecciate al petto.
"Mi dispiace... ci stavi mettendo troppo ed ero..."
"Curioso" terminò Malfoy per lui, con un sorriso di scherno sul volto.
Harry si sentì un bambino e odiò veramente tanto quella sensazione, era come se Malfoy facesse uscire il suo lato più stupido e si dovesse sentire sempre in imbarazzo davanti a lui.
Uscì a testa bassa dall'armadio e Malfoy lo chiuse per lui.
Alzò di nuovo gli occhi confuso quando lo sentì ridere, una risata così genuina e differente da quelle maligne di scherno, che Harry si sentì le gote infiammarsi, più di quanto fossero già.
"Dovresti vedere la tua faccia. Sembra veramente di aver beccato un bambino a rubare delle caramelle".

Malfoy era così bello quando rideva.
Gli occhi grigi brillavano come diamanti e la carnagione si colorava di rosa, togliendogli quell'aria stanca che spesso aveva.
Lo guardò per un'istante come se avesse scordato come si respira, poi scattò verso di lui, prendendogli il volto tra le mani e unendo le loro labbra in un bacio.
Malfoy si irrigidì per i primi secondi, sorpreso per quel gesto così improvviso; poi lo ricambiò, appoggiando le mani sui fianchi di Harry e inclinando la testa verso di lui per diminuire il più possibile la distanza che c'era tra loro.
Harry era poco più basso del biondo di qualche centimetro, ma in quel momento così intenso, si vide costretto ad alzarsi sulle punte dei piedi, sempre stringendo tra le mani il viso bollente di Malfoy.
Mentre le loro lingue continuavano a giocare tra loro, Harry cominciò ad avanzare e spingere Malfoy verso il suo letto, deciso a voler provare la morbidezza di quelle lenzuola e magari renderle più vivaci, essendo di un triste color nero.
Quando Malfoy andò a sbattere contro il bordo del materasso, usò tutte le sue forze, mentali e fisiche, per allontanare il moro da lui.
Harry si prese un attimo per rallentare il proprio respiro "Hai paura Malfoy?" gli sussurrò poi all'orecchio, rosso quanto i capelli di Ron, con voce provocante, mentre sentiva il cuore martellargli dolorosamente nel petto.
Malfoy deglutì saliva e aria prima di parlare "si."

Quell'unica parola invase le viscere di Harry, passandogli per le orecchie.
Non avrebbe mai creduto di poter sentire Malfoy rispondere in quel modo a quella domanda.
Ancora una volta scontrò lo sguardo contro i suoi occhi e vi si perse dentro, dentro quella tempesta di emozioni e paure mai uscite prima.

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