6.

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I ritmi al piano superiore erano di sicuro più frenetici.
Harry se ne accorse non appena si affacciò nel corridoio dove avrebbe passato il resto di quell'anno.
Si guardò intorno con la bocca aperta e gli occhi che brillavano.
La prima cosa che si notava era che vi erano innumerevoli porte e la carta da parati cambiava colore ogni volta che ti avvicinavi ad una di esse.
Uomini e donne entravano e uscivano da tutte le parti, alcuni comparivano persino da botole nascoste.
Harry fu felice nel notare che nessuno girava dietro a pile di scartoffie e moduli.
Quel luogo sembrava più che altro una stretta palestra dove ci si esercitava con le fatture più difficili e potenti; alcune Harry non le aveva mai sentite, anche se era difficile distinguere una sola voce dentro quel vociare e gridare maledizioni.
Ai lati dei muri si ergevano figure composte e vestite di bianco; probabilmente guaritrici in attesa del primo piccolo incidente.
Harry si girò verso Malfoy emozionato come un bambino e con un sorriso così grande da contagiare chiunque, perfino quel biondo di ghiaccio, sempre troppo rigido e composto.
Malfoy rise brevemente, girandosi dall'altra parte e coprendosi la bocca con alcune dita della mano.
"Dai Potter, andiamo a cercare il nostro nuovo ufficio" disse, ricomponendosi all'istante ed ignorando il rossore delle gote di Harry.
Percorsero il corridoio, schivando ogni tanto qualche colpo, ed arrivarono davanti ad una porta circondata da carta da parati argentea e dorata.
"Non male" sussurrò Malfoy "Non credevo che mettere insieme i colori di Serpeverde e Grifondoro avrebbe fatto un così bell'effetto" proseguì Harry, appoggiando la mano alla maniglia per entrare.
La stanza in cui entrarono non aveva per niente l'aria di un ufficio: vi erano due poltrone di pelle nera al centro, una sola scrivania a ridosso del muro ed un'enorme caminetto di marmo.
I muri erano completamente sgombri, fatta eccezione per una piccola lavagna coperta di puntine colorate.
Harry poggiò le sue scatole in un angolo della stanza e si guardò intorno. "Mi aspettavo qualcosa di meno...semplice" ammise, non proprio deluso.
"Toc Toc! È permesso?" una donna dai capelli color paglia e molto attraente entrò in ufficio, raggiungendoli a passo aggraziato, nonostante si reggesse su dei tacchi piuttosto alti.
"Grace Waterbury, benvenuti al quartiere generale degli Auror. Provenite dagli uffici per l'uso improprio delle arti magiche giusto?"
Harry annuì sorridendo mentre le stringeva la mano "Piacere."
La donna ricambiò il sorriso ed indugiò lo sguardo per qualche secondo sulla sua cicatrice, prima di salutare anche Malfoy.
"Allora. Qui è molto semplice" cominciò poi, dirigendosi verso l'unica scrivania presente.
"Ogni mattina troverete i particolari suoi casi a cui lavorerete; vuoi li studiate, organizzate incontri e spedizioni a seconda delle necessità. Se dovete ricevere o raggiungere qualcuno, non esitate ad usare la metropolvere" terminò, indicando il grande caminetto alla sua destra.
Harry si limitò ad annuire ancora.
"Possiamo consultarci con qualcuno qui, oppure..." Malfoy fu interrotto gentilmente da Grace "Certo, rivolgetevi pure a me se avete bisogno. I documenti sul primo caso di cui dovrete occuparvi arriveranno a breve."
Si spostò stancamente una ciocca di capelli biondi dal viso e riprese a sorridere subito dopo "Vi consiglio di impegnarvi al meglio per questo caso. L'hanno scelto apposta per mettervi alla prova"
Harry sbuffò "non è bastato salvare il signor White?" Chiese, evitando di aggiungere 'e tutto il mondo magico'.
"A quanto pare no. Bene. Signor Potter, Signor Malfoy; avrei degli impegni da sbrigare, se vi serve aiuto chiamatemi" disse infine, uscendo di fretta dalla stanza.
Nel momento in cui richiuse la porta alle sue spalle, un piccolo schioppo fece sussultare i due; si girarono verso la scrivania e vi trovarono due pile di quegli odiati documenti che erano soliti a compilare e preparare.
Harry si avvicinò e fece scorrere le dita sui bordi "Pensavo che ce ne saremmo liberati" disse sospirando.
"Ci saranno utili. Leggi di che cosa tratta il caso" suggerì Malfoy, raggiungendolo, intento a non perdere tempo.
Harry si prese il tempo di leggere e capire la prima pagina del modulo e poi spiegò al biondo "5  babbani sono stati accusati per furto questo mese, ma niente di cui è stato rubato è stato rinvenuto. Sembra che nessuno di loro si ricordi nulla".
Malfoy consultò l'altra pila e si massaggiò il mento per qualche secondo "Le persone derubate erano tutte maghi o streghe. E sono stati rubati oggetti magici oscuri di valore" continuò, prendendo delle foto, raffiguranti pezzi di gioielleria dall'aria antica e appendendoli al muro con le puntine.
"Direi di metterci subito al lavoro. Ho paura si tratti di maledizione Imperius".

È inutile che vi racconti ogni particolare di quel pomeriggio; sappiate solo che fu molto produttivo e che alla fine della giornata avevano ricoperto tutto il muro di foto e informazioni utili.
La loro voglia di dimostrare che erano degni di quell'incarico era così forte che non fecero nemmeno una pausa.
Harry si buttò sfinito su una poltrona non appena guardò l'orologio, che segnava le sei e mezzo.
Si passò una mano tra i capelli e si prese qualche secondo di pausa mentale, osservando la figura di Malfoy appoggiata al muro davanti a lui.
"Malfoy che ne dici di continuare domani?" Chiese infine, dopo l'ennesimo sbuffo del biondo.
Anche lui si sedette sulla poltrona rimasta libera, senza mai smettere di guardare quei mattoni ricoperti di collegamenti di ogni genere.
"Si, forse è meglio. Però domani volevo andare a fare un giro nel quartiere dove sono avvenuti i furti" rispose infine Malfoy, guardandolo finalmente negli occhi; Harry annuí curioso.
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Entrambi si stupirono quando si materializzarono nel piccolo quartiere; anche se abitato principalmente da streghe e maghi, sembrava ordinariamente babbano.
Il sole fece lentamente capolino dai tetti delle piccole abitazioni, annunciando tiepido l'alba.
Harry si prese del tempo per ammirare come tutto si stesse dipingendo di arancione; perfino i capelli di Malfoy mostravano riflessi aranciati, ed Harry non potè fare a meno di pensare che quella luce gli donasse molto.
Si riscosse dai suoi pensieri e affrettò il passo per raggiungerlo "Adesso mi vuoi dire perché siamo qui a quest'ora del mattino?" Domandò più curioso ed impaziente che mai.
"Per non d'are nell'occhio, mi sembra ovvio. Inoltre tutti i furti sono avvenuti di mattina" spiegò calmo Malfoy.
"Un attimo...vuoi aspettare che accada qualcosa?" Chiese Harry, fermandosi di colpo e guardandolo poco convinto.
"Credo che oggi accadrà qualcosa, Potter. I furti sono avvenuti con un'alternanza di giorni ben precisa".
Harry si stupì di essersi lasciato scappare un dettaglio così importante.
"Come puoi sapere che ci sia ancora qualcosa da rubare? Certo, è assurdo che tutti quei cimeli di magia oscura fossero tenuti nello stesso quartiere, ma..." Malfoy gli appoggiò una mano sul petto e con l'altra fece segno di tacere, senza mai smettere di guardare davanti a se; poi, senza esitare, gli afferrò il polso e lo trascinò dietro ad un recinto.
Harry sentiva il cuore pulsagli nelle orecchie e si chiese perché Malfoy sembrava essere più sicuro di lui, come se sapesse esattamente cosa fare.
Una figura vestita di nero si fece vedere dopo qualche secondo, mentre si aggirava intorno ad un'abitazione poco distante da loro.
Harry trattenne il fiato, poi non potè resistere e sussurrò "Malfoy ieri sono stato tutto il tempo accanto a te, perché non mi hai detto dei tuoi sospetti? Adesso avremmo un piano" vide Malfoy mordersi il labbro e aspettò che parlasse "Non lo so...volevo essere sicuro. Poi sono abituato a lavorare solo." Ad Harry salì una domanda in gola, ma la ricacciò giù quando vide la figura fare irruzione dentro a quella casa.
"Cosa facciamo?" Chiese, sperando che Malfoy avesse già pensato ad un piano, ma il suo sguardo vuoto gli fece capire che non era così.
Intanto scorse con la coda dell'occhio un'altra figura, questa volta vestita con un mantello e con in mano una bacchetta.
La indicò in silenzio e vide gli occhi di Malfoy accendersi "Deve essere lui che costringe i babbani ad andare a rubare al posto suo. Mi chiedo, però, perché abbia deciso di venire di persona questa volta".
Harry si strinse nelle spalle e afferrò deciso la bacchetta "andiamo a scoprirlo" uscì dal nascondiglio e si diresse silenziosamente verso l'altra casa, ignorando i richiami muti di Malfoy.

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