🔯La bambola🔯

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   ~~~~~~Eloise~~~~~~

Poggio la mano sulla porta e entro nella mia vecchia stanza, è assurdo... Saranno passati ormai non più di tre giorni e già l'hanno usata come garage... Le mie mani iniziano a togliere lentamente la vestaglia che avevo messo prima, la lasciano cadere per terra e i miei piedi vanno verso il letto.

Riesco a far sfuggire via dalle mie labbra un sospiro, odio davvero troppo tutto ciò. Non controllo neanche il battito delle mie ciglia... Prima mi metto a sedere e poi mi stendo lungo il letto, mentre il mio sguardo rimane fisso sulla porta. Mi giro sul fianco sinistro e stringo la stoffa del cuscino, come se stessi aspettando lui.

Mi si blocca il fiato appena sento i suoi passi, cerco di muovermi ma inutilmente, devo fare qualcosa.
Adesso.

Ed eccolo lì, la porta cigola e la sua immagine appare, ha una camicia color avorio e un pantalone nero. Una spilla sul colletto e delle scarpe nere lucide. Si avvicina lentamente a me, con un ghigno sul volto, quel maledettissimo volto..

-Ma guardi un po'...- sussurra lui e il mio corpo si alza leggermente col busto, lui poggia una mano sul mio viso mentre si siede e le mie ciglia si chiudono da sole, mentre contro la mia volontà, il mio viso si abbandona alla sua carezza, non mi aveva mai toccata così, senza.. farmi del male.

Il mio sguardo ricade sulle sue labbra, poi sulle sue iridi, che sembrano diventare sempre di più di un giallo scuro.. -Dovrei farla rimanere in questo stato per tutta la sua vita, non crede?- chiede lui e toglie la mano spezzando il suo stesso incantesimo, me ne accorgo dalla mia espressione e dal gesto del mio corpo. Che si allontana velocemente da lui

-Tu sei solo un pazzo.- sibilo e scatto giù dal letto, prendendo quella dannata vestaglia per coprirmi. Lui ride guardandomi e appena la metto lo fulmino con lo sguardo.

-Sei... Sei solo un maiale che puzza di muffa! Come ti permetti di venire qui e uccidere quell'altro maial- cerco di dire ma il suo corpo appare davanti a me, mi mette un dito sulle labbra e ghigna guardandomi negli occhi

-Meritava di morire, lo voleva anche lei. Non è vero...? Eli?- chiede al mio orecchio facendomi spalancare gli occhi.

Come... Come sa...

Lui poggia le mani sui miei fianchi e le sue iridi diventano di un giallo intenso, posa le labbra sul mio collo e fa scivolare la mano sul mio corpo fino al viso, in modo da prenderlo e piegarlo leggermente -Lui ti chiamava e ti toccava così quando sua madre non c'era...-

Sbiancando totalmente, lo guardo negli occhi terrorrizata, non so con quale forza, ma lo rispingo via. Porto le mani sul mio corpo e lo stringo con forza...

-Tu non sei migliore- cerco di rimanere lucida, se non fosse per mio padre, il genere maschile non farebbe altro che disgustarmi. Mi mordo con forza l'interno della guancia e mi viene la pelle d'oca quando inizia a girarmi intorno

-io non ero a letto con tua madre...- sussurra piano, guardandomi dall'alto in basso, mi sfugge un singhiozzo e scuoto il viso. Basta piangere.

-Tu mi hai stuprato. Più e più volte.- sibilo e stringendo i pugni vado velocemente verso la porta, sento una presa sul mio polso e in un tratto il freddo del muro sulla mia schiena. Sto congelando, voglio vestirmi.. voglio andare via da lui.

Un tuono rompe quel minuto di silenzio, giro il viso verso la finestra e chiudo gli occhi abbassando il viso, Lizzy... La mia sorellina.. dove sarà adesso?

-Ballate con me Eloise, festeggiamo la sua morte..- mi sussurra all'orecchio stringendomi a se, accarezzando il mio viso mentre mi guarda negli occhi. -Festeggi la morte di chi tradiva sua madre con le sue figlie...- sussurra e lo guardo negli occhi, i miei sono rossi, rossi perché voglio piangere.

Voglio urlare.
Lui non è migliore
Anche se lui non c'è.
Anche se mamma non c'è
Io sono ancora sul filo della morte.

-Cosa ho fatto di male?- chiedo con voce spezzata e lo guardo negli occhi, lui sussulta alla mia domanda, rallenta la presa e mi guarda non capendo le mie parole -Io volevo solo una vita normale, volevo.. volevo scappare. Invece.. invece è solo andata peggio. Prima papà, lui. Poi la mamma e adesso tu. Che ho fatto di male? Spiegamelo.-

Singhiozzo e cado in ginocchio, strisciando sul muro gelido e poggiandomi al pavimento. -Che ho fatto?- chiedo di nuovo e mi porto le mani sul viso scoppiando a piangere.

forse.. forse è meglio finirla davvero.. non ha più senso...

Isaac EdwardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora